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L’Altare della Patria: Dopo la Vittoria

Una spedizione esplorativa compiuta all’insegna

della Sovranità e dell’Identità Nazionale

Il Comitato Pro Centenario il giorno 1° Dicembre 2018, ricorrendo la Celebrazione della Vittoria della Grande Guerra, ha realizzato un incontro di studio e di ricerca al Vittoriano a Roma. Obiettivo: La Propaganda come Arma per la Vittoria.

Il Monumento che celebra nella pietra e nel bronzo i momenti salienti e i valori dell’Unità d’Italia, e che fu voluto al fine di immortalare il Nostro Risorgimento, è stato attraversato in silenzio per rendere Onore al Milite Ignoto, presente per sempre sull’Altare della Patria. Ivi sepolto per mantenere viva la memoria di tutti i soldati che combatterono “fino al dono della vita”, portando a compimento il processo di Unificazione Nazionale: “Combattere per la Patria è Onore, Morire combattendo è Gloria”.

Sono stati studiati, a fine di ricerca archivistica e documentaria, i luoghi simbolici evocativi della Grande Guerra presenti sul Monumento, illustrati dal Prof. Massimo Fulvio Finucci e dalla D.ssa Clarissa Emilia Bafaro, autori di questo articolo.

Il Museo Sacrario della Marina Militare, che conserva il MAS, a ricordo dell’epica impresa dell’affondamento della Corazzata austriaca Santo Stefano, da parte dell’eroe Luigi Rizzo, il 10 Giugno del 1918, fatidica data ai giorni nostri, rievocata dalle Forze Armate, come Festa della Marina, così come il 4 Novembre, giorno della Vittoria della Grande Guerra, è entrato nel nostro calendario come Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il MAS, Motoscafo Armato Silurante, verrà ribattezzato dal poeta-soldato Gabriele d’Annunzio come Memento Audere Semper (Ricordati di Osare Sempre).

 

Il Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate, dove sono custodite tutte le gloriose bandiere della Storia d’Italia. L’attenzione è stata rivolta particolarmente alla teca che conserva i labari dei Reparti d’Assalto, gli Arditi istituiti nel 1917. Si è così ricordato uno dei primi eventi del calendario celebrativo del Comitato Pro Centenario: la Fondazione dell’Associazione fra gli Arditi d’Italia (1° Gennaio 1919).

La Cripta del Milite Ignoto, realizzata con i materiali provenienti dal fronte della Grande Guerra, come la pietra del Monte Grappa, simbolo della Leggenda del Piave, scelta come Pietra d’Altare, e la roccia del Carso, che fa da segnavia della linea di trincea, adottata a fini decorativi dei pavimenti e delle pareti della Cripta. Questa superficie è stata toccata con rispetto sacrale facendo corpo unico con quella materia vivente. Insieme sull’Attenti si è assistito alla visione dello storico documento dell’Istituto Luce, che riprende il “Viaggio dell’Eroe”, da Aquileia a Roma. E’ stata retoricamente letta, come vuole l’antico rito, la Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare concessa al Milite Ignoto, che qui riportiamo per rivivere per sempre con i Nostri, quel momento perenne:

                                                                   IGNOTO MILITI

“Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà,

resistette inflessibile nelle trincee più contese,

prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie

e cadde combattendo senz’altro premio sperare

che la vittoria e la grandezza della Patria”

L’Altare della Patria, centro altamente simbolico del Vittoriano, luogo di sepoltura nel 1921 del Milite Ignoto, cardine dell’ora fatale che dall’arringario di Palazzo Venezia fece eco per ogni dove, e che sollevò a vita nuova l’Italico Valore. Così l’oratoria d’epoca celebrò l’evento, e ancora oggi le Forze Armate rendono omaggio con un picchetto di Guardia d’Onore al Milite Ignoto, illuminati da una luce ardente giorno e notte, offerta dalla nostra gente ovunque presente nel mondo. Spontaneamente dopo aver osservato un minuto di silenzio sull’Attenti, da Italiani e da Cittadini Romani, si è riposta particolare attenzione all’osservazione dell’opera d’arte. L’elemento decorativo che vede al centro la Dea Roma, con il genio italico, e ai suoi lati due cortei che convergono verso di lei, rappresentanti il Trionfo del Lavoro e il Trionfo dell’Amor Patrio; in riferimento alle Georgiche e alle Bucoliche di Virgilio, dove evidente è il legame tra suolo e sangue, sintesi classica del soldato-contadino: “L’aratro traccia il solco e la spada lo difende”.

La Terrazza del Bollettino della Vittoria, con alla base una pietra del Monte Grappa, monte sacro d’Italia, baluardo estremo sul fronte del Piave. Dall’alto si è presa visione della maestosa grandezza di Roma e della potenza del suo Impero. Il sentimento di Identità e Sovranità che si affermò in Italia con la Grande Guerra, è qui presente come sempre. Lo sguardo come ultimo gesto solenne è andato da sé a Palazzo Venezia, palazzo rinascimentale, sede dell’ambasciata austriaca presso la Santa Sede, fino al 1916. Poi scelto dal Duce del Fascismo come affermazione dell’Unità e della Libertà dell’Italia e segno d’Indipendenza dallo straniero.

Un incontro di studio e di ricerca che si è svolto simbolicamente da sé, da noi che siamo Pro Centenario. Dopo la Vittoria della giovane Nazione, un altro centenario verrà, a noi tenerlo presente. A Noi, custodi della Tradizione Imperiale Romana, portatori Capitali della Via Italiana alla Modernità, a Noi è dato di tracciare il Destino e il Futuro della Patria.

Noi capaci di permanere in una dimensione perenne e sacra, contemporanea a tutte le epoche. Noi consapevoli che solo da questa prospettiva il divenire si governa e non si patisce.

SEMPRE E PER SEMPRE

ORA COME ALLORA

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