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L’Altra Italia oltre i confini e la mentalità dell’Italia

L’Altra Italia vincente sul binomio

Paese reale/paese Legale

Raffaele Panico

Altra Italia cos’è e dove è, proviamo a vederci chiaro? Firenze, sede del primato della lingua e cultura è una, assieme alle altre città, capitale d’Italia: più capitali dunque come Milano, Napoli, Torino, Venezia e Padova per l’area veneto adriatica, Palermo e Genova e, osservando la cartina geografica ancora, cosa dire di Mantova o di Ravenna, di Bari e altre città ancora? Osservare l’Italia come entità è cosa ben diversa dalla Francia o Inghilterra. L’Altra Italia è Una e molteplice, è un laboratorio politico di portata mondiale nel tempo della lunga durata, per la storia profonda, per citare Franand Braudel che scriveva: “Ho grande fiducia nella storia come strumento di conoscenza e misura delle cose. La storia che utilizza, per rinnovarsi, le ricchezze delle vicine scienze sociali: una storia che ha fatto notevoli passi avanti nell’intelligenza stessa della vita».

Perché l’Italia, oltre Roma già imponente eccome nella storia antica, ha avuto e ha ancora oggi diverse capitali. L’Italia come entità già dai tempi di Dante, ai tempi dei guelfi e ghibellini, vede Roma come è stata ed è da sempre, la città dell’ecumene, a vocazione mondiale, sebbene in un certo senso, tanto durante la storia antica o nel successivo millennio circa di storia medievale, dalla caduta dell’Impero al Rinascimento, è protesa fuori “dei confini del guscio della Madre Patria” come enunciata da Giuseppe Mazzini – isole, penisola e arco alpino, repubblicano e dimenticato padre del Risorgimento forse volutamente nell’Italia di oggi tutta diritti e niente doveri. La proiezione differenziata tanto come capitale dell’Impero romano quanto come sede del Papato, proietta Roma fuori dall’Italia, in altra sede, il concetto è stato anche presente secoli fa per la Roma dei Pontefici, quando avvenne il trasferimento ad Avignone. Forse è anche questo che fa di Roma in età moderna tra le capitali d’Italia la meno italiana. Ai nostri tempi anche le diverse feste legate alla Patria, allo Stato, all’Unità insomma degli italiani sono varie.

EUROPA E ITALIA 1815 

Una è il 17 marzo quando a Torino nel 1861 veniva proclamato il Regno d’Italia. Altra subito a seguire è il 2 giugno la festa della Repubblica, che ha il suo preludio il 25 aprile festa della Liberazione ma che coincide anche con il 25 aprile di San Marco patrono della nobilissima Repubblica di Venezia. Si festeggia il 4 novembre festa delle forze armate ma anche di Vittorio Veneto fine dell’ultima Quarta guerra d’indipendenza del 1915-18.

Europa dopo il 1918

Italia nord orientale dopo 1918

A ben osservare l’Altra Italia, una per lingua cultura arte, esisteva già prima che i Savoia procedessero da Torino la prima capitale 1861, a Firenze la seconda 1865 e infine Roma la terza nel corso dell’Ottocento. Madre patria non più divisa in 24 e più tra Stati, staterelli e città. “Nazione Una” ma che aveva bisogno di far emigrare nelle Americhe i propri figli. Un po’ come avviene oggi (si leggano i dati ISTAT) con la differenza che oggi con la Repubblica istituita nel 1946 – 2 giugno, sono quasi tutti istruiti e la maggioranza laureati, e se ne vanno egualmente come le braccia dei contadini nel Regno dell’Ottocento.  L’Italia è Una dunque, pur nella sua alterità e pluralità, come già diceva Niccolò Tommaseo, italiano di Dalmazia, nato a Sebenico nel 1802. Una per koinè (lingua, costumi, affinità, sensibilità comune), forgiata da una storia di due millenni dai tempi delle 11 regioni tracciate da Cesare Ottaviano Augusto il vero fondatore dell’Impero. L’Italia era unita pur nelle diverse e molteplici piccole entità statali dove, a ben vedere, primeggiavano solo la Repubblica di Venezia protesa in Adriatico e fino alle isole, Foscolo era di Zante, e nel Levante, e fino alla Crimea. Ed anche lo Stato napoletano delle Due Sicilie, isola e continente: Napoli e Venezia dunque erano le capitali di Stato di un certo peso e importanza sullo scenario europeo e mediterraneo, dopo la Roma dei papi. La Roma dei pontefici è per la sua struttura spirituale a sovranità internazionale, indiscutibilmente riconosciuta nell’autorità, anche nel periodo avignonese, nell’esilio di 70 anni da Roma i Papi fecero della cittadina di Avignone, in pochi decenni, una nuova capitale della bellezza dell’arte cristiana portata dalla fede cattolica. Vocazione internazionale indispensabile per le esigenze di una Chiesa che governa l’intera ecumene cattolica, senza soldati armati se non solo di una libertà esigente che ancora oggi sgomenta Stati a dimensioni continentali, come la Cina attuale. Ed in passato Gengis Khan ai tempi del viaggio di Marco Polo narrato ne Il Milione, opera questa, da buoni italiani sappiamo ricordare essere stata scritta in  lingua d’Oil e poi riportata ai posteri nella lingua del Sì. https://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=74049

 

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