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Le “Imprese del Veneto”
vincenti anche negli U.s.a.

Il Nordest guarda Oltreoceano  – Lo fa con diverse aziende pronte a dare il meglio di sé anche sul competitivo mercato statunitense. Una è Eurotech, – impegnata nello sviluppo di soluzioni per l’Iot (Internet of things) e di edge-computer ad alte prestazioni – azienda globale, ha sede in Friuli Venezia Giulia e filiali americane: a Columbia (Maryland), a Salt Lake City (Utah), ad Huntsville (Alabama) e a Kansas City (Kansas). Il mercato statunitense vale, per l’azienda, quasi il 45% del fatturato che, unito a quello giapponese, fa l’80 per cento. Secondo gli analisti finanziari, Eurotech chiuderà il 2018 con un fatturato consolidato da 75 milioni di euro. 

Ha destato interesse il ruolo americano della multinazionale negli Usa, soprattutto a fronte del +143% che il titolo ha ottenuto allo Star di Borsa italiana: l’amministratore delegato dell’azienda, Roberto Siagri, è stato intervistato dalla Cnbc, presso lo storico palazzo, sede della New York Stock Exchange,a Wall Street, a Manhattan.  Siagri ha parlato di temi legati all’economia internazionale, visti anche dall’Italia, dove: ‘Purtroppo, la digitalizzazione non ha ancora raggiunto i risultati sperati. Il nostro Paese è ancora indietro sul fronte dell’avanzamento digitale. C’è ancora tanto da fare. Contiamo di metterci del nostro in questo traino allo sviluppo: per accelerare l’implementazione di queste nuove tecnologie’.

 ‘Un’altra ‘friulana’, ma appartenente al gruppo giapponese Kito: le acciaierie Weissenfels di Fusine (Tarvisio, Ud), con filiali fra Stati Uniti e Sud America. Solo la realtà italiana: Kito Weissenfels, al 31 marzo di quest’anno, i dati di performance economiche fanno registrare un fatturato pari a 10 milioni e 500mila euro (erano 8 milioni nel 2017 e poco superiori ai 4 milioni nel primo anno di esercizio), con 92 persone occupate nello stabilimento friulano. Non soltanto: sono già stati fissati anche i target per il 2019, con un obiettivo di fatturato di 12 milioni di euro e l’ampliamento della pianta organica a 100 maestranze. Il tutto, grazie anche agli investimenti fatti e programmati dalla capogruppo nipponica per il triennio 2018-2021, per circa 7 milioni di euro. Le Kito Weissenfels sono specializzate nella produzione di catene sia da sollevamento che di paranchi e accessori per diversi settori applicativi: dall’offshore, industriale, energetico alle costruzioni. Il fatturato sui mercati esteri è pari all’86% del valore complessivo, per il 40% è legato alle consociate del gruppo, mentre la parte restante deriva da clienti diretti. Kito Corporation, multinazionale nipponica, è quotata in borsa ed è stata fondata nel 1932;  oggi è condotta da Yoshio Kito. Il fatturato consolidato al 31 marzo 2018 era di 55 miliardi di yen, mentre i dipendenti complessivi sono 2.169. È presente in tutti i continenti. In Asia, oltre al quartier generale di Tokyo (Giappone), dispone di altre otto sedi, mentre sono quattro le filiali tra Stati Uniti e Sud America; in Europa ha tre sedi distaccate ed è attiva anche con un sito produttivo in Australia. «Siamo molto soddisfatti – spiega Raffaele Fantelli ad di Kito Weissenfels, abbiamo sempre creduto nella ripresa del sito produttivo. L’inizio è stato in salita: siamo partiti praticamente da zero, ma dopo tre anni possiamo dire di essere arrivati a un ottimo risultato, in linea con i piani prefissati con la capogruppo. Il prossimo anno, il nostro quarto anno fiscale, contiamo di chiuderlo con un Ebitda positivo, e soprattutto di integrare completamente il sito italiano con tutte le società del gruppo».

Dalla tecnologia al food: anche il noto prosciutto crudo friulano, Dok Dall’Ava, è pronto a  “scommettere” con forza ancora maggiore sul mercato americano. Lo annuncia Carlo Dall’Ava, amministratore delegato dell’azienda friulana specializzata nella produzione di insaccati di qualità, in particolare del prosciutto, apprezzato su scala internazionale. «La nostra quota di export – svela l’imprenditore – si attesta attualmente sul 40-45%, ma per il 2019 contiamo di arrivare al 50%».In questo contesto, potrà rivelarsi ancor più strategico il mercato degli Usa. «Siamo presenti in America da una decina d’anni, grazie alla base in Pennsylvania dalla quale distribuiamo poi nei vari Stati. Non vendiamo direttamente, ma ci appoggiamo a distributori locali – specifica Dall’Ava -. Il 10% del mercato estero del nostro prosciutto è legato proprio agli States». Una piazza non facile, ma che la società friulana, capace di un volume di produzione attuale di circa 30.000 cosce all’anno nello stabilimento di San Daniele del Friuli, cura con attenzione. E gli effetti si vedono: «È un mercato complicato, ma premiante. Per farsi apprezzare è necessario trasmettere la corretta percezione della qualità: non basta dirglielo, è necessario farla “toccare con mano”, raccontando il modo in cui nasce il prosciutto – specifica l’ad -. Non è una questione di costo: se un prodotto è buono, il prezzo “arriva da solo”. Non è una guerra al ribasso, come in Italia».

Poi c’è la B.eng di Tolmezzo (Ud), impegnata nell’automotive, con la realizzazione di fari e fanali per auto di lusso. ‘Negli Usa stiamo avendo contatti con start up nate, negli ultimi anni, in California, che hanno il loro core business nella produzione e commercializzazione di vetture elettriche. In una vision, per il prossimo futuro – nemmeno troppo lontano – pensiamo che sarà la Cina il maggior mercato per questa tipologia di prodotto.  Il nostro obiettivo è di entrare in questo trend produttivo collaborando con queste start up americane, fornendo dispositivi illuminanti sia nella fase iniziale che in quella di produzione finale.

Nasce negli Usa la visione della Riel, azienda con sede a Tavagnacco (Ud) di cui fa parte anche Helica,  altra azienda friulana con core business nel telerilevamento aereo, di introdurre in Italia la figura dei Linemen, parola inglese utilizzata per identificare gli uomini guardafili, ovvero coloro che si arrampicano sulle linee ad alta tensione, per provvedere a sostituzioni e manutenzioni. Negli Stati Uniti i Linemen sono ben noti: addestrati a operare sui tralicci, anche in situazioni estreme, complesse, e ovviamente in altezza. Roberto Cella, fondatore della nuova Riel, ha l’impronta innovativa e di formazione tutta americana. Infatti, è laureato in ingegneria elettrica, proprio in America, e con la sua esperienza di oltre 30 anni lavorando principalmente con aziende americane in tutto il mondo è approdato nel Friuli portando il suo know how in Riel.

Note sono le Fiere di Longarone per le due manifestazioni più importanti: la Mig, la Mostra internazionale del gelato artigianale e Arredamont, la fiera dell’arredo di montagna. Insieme fanno registrare centinaia di migliaia di visitatori. Gian Angelo Bellati, presidente dell’ente fiere spiega: ‘Il nostro obiettivo è aumentare la partecipazione di aziende espositrici e buyers provenienti da tutto il mondo. Per fare questo, stiamo sviluppando una Rete di contatti e accordi con le camere di commercio italiane all’estero e con gli uffici dell’Ice. Fra le aree del mondo prioritarie, sicuramente c’è il continente americano. In questi casi, il nostro obiettivo è anche utilizzare la collaborazione dei cittadini di origine veneta presente in quelle aree: possono diventare per noi, gli ambasciatori della fiera e i promotori dei nostri servizi’. 

Francesca Schenetti