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Le sabbie mobili esistono davvero

La sabbia possiede a seconda delle circostanze diverse caratteristiche fisiche: se non viene disturbata, se è in stato di quiete, si comporta come un solido. Ma ci sono delle situazioni in cui se si altera questo stato, se viene disturbata, la massa tende a liquefarsi. Se lasciata nuovamente a riposo la massa recupera la sua vischiosità tornando a rassodarsi.

Questo è il motivo del comportamento anomalo della sabbia che a determinate condizioni e in una data combinazione, dà luogo al fenomeno della mobilità.

Le sabbie mobili sono una miscela di sabbia, argilla e acqua e sorgono lungo il corso dei fiumi, vicino a sorgenti di acqua, sulle spiagge durante la bassa marea oppure nelle paludi.

Sono pozze di sabbia che apparentemente non si distinguono dal terreno circostante: alla vista sembrano un normale terreno solido ma camminandoci sopra si inizia a sprofondare.

La sabbia è porosa cioè è composta da tanti minuscoli grani; tra un granulo e l’altro ci sono spazi vuoti e senz’acqua; la frizione tra i grani permette alla struttura di resistere ai carichi e quindi vi si può tranquillamente camminare. Ma quando la sabbia è satura d’acqua cioè gli spazi vuoti sono riempiti in buona parte da acqua, si riduce la frizione tra i granuli; questo fatto impedisce alla sabbia di sostenere il peso.

Se una persona finisce sulle sabbie mobili, il terreno perde stabilità e comincia a sprofondare; comportandosi come un fluido tenderà a scorrere verso il basso, trascinando con sé quello che c’è in superficie.

Quindi la sostanza combinata di acqua e sabbia che forma le sabbie mobili è un fluido che può cambiare le sue proprietà: se si cammina sulle sabbie mobili si esercita uno sforzo sul terreno e questa variazione di sforzo fa cambiare le proprietà della sabbia che inizia a comportarsi come un liquido.

Le sabbie mobili sono sì pericolose ma l’essere umano è costituito per la maggior parte di acqua, quindi è meno denso della sabbia inzuppata, per cui sprofonderà ma non più a fondo dei fianchi.

Il vero problema è liberarsi perché è necessario non farsi prendere dal panico: i movimenti concitati della persona infatti continueranno a trascinarla verso il basso e più si dimenerà e più aumenterà lo sforzo sulla sabbia; questo a sua volta farà aumentare la liquefazione facendola sprofondare ulteriormente.

Innanzitutto a nulla valgono corde o rami offerti dall’esterno per tirare fuori la persona o l’animale intrappolato perché per tirare fuori un solo piede servirebbe una forza uguale a quella che serve per sollevare un’auto e il corpo si spezzerebbe per la resistenza.

Bisogna invece fare movimenti lentissimi coi piedi per creare lo spazio necessario a sollevare le gambe e inclinare il corpo all’indietro spalancando le braccia. Bisogna quindi cercare di sdraiarcisi sopra per distribuire la pressione esercitata dal corpo, favorendo il galleggiamento e permettendo alle gambe di uscire naturalmente e lentamente dalla morsa del terreno.

Rimanendo calmi a questo punto si dovrebbe “nuotare” con movimenti lentissimi fino alla terra ferma o comunque lasciarsi salvare. In alternativa si può aggiungere dell’acqua all’interno delle sabbie mobili perché se ne viene messa abbastanza il terreno smette di comportarsi come un fluido e ritorna liquido a tutti gli effetti, permettendo una più facile risalita.

Il soggetto intrappolato nelle sabbie mobili quindi non muore tanto perché inghiottito dalle sabbie quanto piuttosto per lo sfinimento nel tentativo di liberarsi, per la fame o la disidratazione se intrappolato a lungo e per annegamento, qualora la sabbia mobile si trovasse su una spiaggia durante l’arrivo dell’alta marea.

Il vero pericolo è piuttosto rappresentato dalle cosiddette sabbie mobili asciutte: si comportano come sabbie mobili i grani conservati nei silos. Se si cadesse al loro interno, ad ogni espirazione del malcapitato i granuli occupano lo spazio appena liberato, impedendo alla cassa toracica la possibilità di dilatarsi nuovamente. La compressione impedirà la respirazione.

Le sabbie mobili si possono trovare in diversi luoghi: in Europa per esempio si assiste a questo fenomeno sulle spiagge di Texel in Olanda, e in Inghilterra alla foce di diversi fiumi. Sono famose anche le sabbie mobili di Mont St. Michel e quelle nei dintorni della cittadina danese di Frederikshavn. Negli Stati Uniti sono presenti per esempio nelle Everglades, in Florida.

La loro presenza viene indicata dal segnale di pericolo con due manine stilizzate che fuoriescono dal terreno.

Veronica Tulli

Foto © Il Post

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