“Lettera Aperta” ad Antonio Patuelli,
Presidente ABI, da parte di Riccardo Pedrizzi
“LE BANCHE SI PONGANO AL SERVIZIO DELLE IMPRESE
E DELL’ ECONOMIA NAZIONALE”
Comunicato Stampa dell’ UCID – Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti
Dopo l’articolo apparso sul “Financial Times” a firma di Mario Draghi, ex Presidente della B.C.E., è stata inviata da parte di Riccado Pedrizzi – quale Presidente CTS dell’U.C.I.D – una “Lettera Aperta” ad Antonio Patuelli, Presidente dell’A.B.I – Associazione Bancaria Italiana.
In tale articolo si indicava come “La risposta alla crisi doveva comportare un aumento significativo del debito pubblico e che la perdita di reddito sostenuta dal settore privato doveva alla fine essere assorbita in tutto o in parte dai bilanci pubblici”, invitando alla mobilitazione l’intero sistema finanziario del Paese e le banche in particolare per consentire “scoperti di conto corrente o aprire linee di credito”.
Prendendo spunto di quanto pubblicato sul Financial Times da parte di Mario Draghi, con la sua lettera aperta Riccardo Pedrizzi ha rivolto un pressante appello al sistema creditizio affinché consideri il momento di grave difficoltà che vivono le imprese italiane a causa della crisi da Covid, sottolineando come questa fase sia la più delicata per le P.M.I – Piccole e Medie Imprese Italiane, alle prese col rinnovo annuale degli affidamenti da parte delle banche.
“Queste verifiche amministrative periodiche – come esposto da Pedrizzi – avverranno sulle scorta dei bilanci dell’esercizio 2020, per cui oltre la metà delle imprese rischieranno di vedersi abbassare di uno, due e forse tre classi il proprio merito creditizio, così come la maggioranza dei professionisti e delle partite IVA. Questa previsione ci viene confermata dalle ricerche e dalle rilevazioni che molti istituti specializzati hanno recentemente effettuato”.
Da qui l’invito dell’ Ucid al massimo sforzo da parte delle banche affinché si facciano carico del sistema Italia svolgendo un ruolo di sostegno economico e sociale all’intera filiera produttiva messa a dura prova dall’emergenza della pandemia.
“Ora, perché la crisi si è abbattuta proprio quando la nostra economia iniziava dal 2015 ad uscire dalla crisi precedente e cominciava a guadagnare buone posizioni, i singoli operatori e le famiglie che hanno resistito e che si prevede possano, a pandemia terminata o, quantomeno, attenuata, riprendere regolarmente la propria attività, non solo hanno diritto ad essere sostenute in questa congiuntura negativa – contrariamente a quanto afferma l’ex Premier Mario Monti che vorrebbe invece farle fallire – addirittura dovrebbero essere premiate per la loro ammirevole capacità di resilienza.
Ed allora è evidente che sarà necessario prendere in considerazione i bilanci del 2019 e non l’ultimo esercizio del 2020, fortemente condizionato dal Coronavirus del cui “shock – come giustamente sottolinea Mario Draghi – il settore privato non è responsabile e non può assolutamente sostenere”.
Così ha concluso Riccardo Pedrizzi, rivolgendosi al Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.
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NOTE A MARGINE
La Consul Press, nella sua Linea Editoriale, ha sempre evidenziato la “Centralità dell’Uomo” in tutte le fasi di ogni processo produttivo, creativo ed innovativo, così come – nell’ambito di uno Stato fondato su valori etici, ideali e morali – il “Ruolo Sociale dell’ Impresa” …e quindi anche dell’ Impresa-Banca, non più strumento di una finanza apolide e senza anima, asservita ai canoni di una economia neo-liberista, ossequiante solo delle “Leggi di Mercato” e della globalizzazione.
Pertanto in uno Stato Ideale, che dovrebbe tutelare la “eticità del lavoro” e richiamarsi ai valori della cooperazione e della solidarietà, anche la Banca dovrebbe assolvere ad una propria e specifica “funzione sociale”. [Al riguardo, vedasi anche quanto già ampiamente esposto sulla Consul Press in un precedente intervento del 20.6.2020 (clik>) sul “Fisco Equo e la Banca Amica”]
E per concludere, due ultime osservazioni personali:
1) prendo volentieri atto della posizione di Mario Draghi espressa con decisione sul Financial Times in quanto, a mio giudizio, sull’ illustre ex Governatore della Bce grava ancora un pesante peccato originale che risale al tempo del “Britannia”.
2) non credo si possano condividere alcune becere osservazioni del Prof. Mario Monti, ex Bocconiano e Senatore-a-Vita, già giustamente criticate da Riccardo Pedrizzi, che è stato un Senatore-Vivo in quanto realmente eletto dal Popolo e non per “gratificazione quirinalizia”.
E sarebbe auspicabile che prossimamente in questa nostra Repubblica anche lo stesso Presidente venisse eletto direttamente dal Popolo e, contestualmente, azzerato il diritto (?) al voto per i Senatori-a-Vita !
___________ Giuliano Marchetti