Un “Salotto Letterario” nel Principato di Seborga
La cultura è “la scia” della ricerca spirituale
Fabrizio De André cantava, in “Via del Campo”, che è dalle cose umili che nascono i fiori, fiori che a Seborga, domenica 20 agosto di quest’anno, nell’occasione della Festa dedicata a San Bernardo di Clairvaux, ha visto raccolti in gioia i Cavalieri dai Bianchi Mantelli. ATENE ANTEA – un editore assolutamente ligure – ha voluto offrire per la festa diverse novità che rappresentano i temi e gli argomenti fulcro dell’attuale momento ed anche polizieschi, costruiti con una tessitura espressiva snella e diretta, spesso mediata dal tipo americano fra Van Dine e Rex Stout.
Assolutamente ligure perchè l’intento degli Editori in mostra, come ANTEA, è stato quello di richiamare l’attenzione degli appassionati del libro sulla fierezza regionale e nazionale di essere padroni della cultura italiana e, forse, mondiale, mediante questo ventaglio di proposte da non ignorare.
Si hanno così, oltre al libro di DANILO BALESTRA, “Tirati a sorte” , già presentato venerdì 18, l’opera di ANTONELLA BIGNONE “ La Fenice”. Il primo è uno spaccato sulla storia attuale incorniciato di mistero, nel quale due fratelli lottano per trovare il proprio percorso; il secondo, sempre aperto sulla ubertosa natura ligure è quello di un insegnante, che svela storie dolci ed amare della gente che abita un paese, e a seguire, “Il Collezionista degli Album di Mandrake” di GIANFRANCO SARCHI E SIRA DE GUGLIELMI, in presentazione per il giorno 1 settembre, che riporta un vero e proprio “giallo” risolto dall’intelligenza sulla malavitosa condotta di un gruppo di soggetti. Quest’ultimo testo lascia lo sfondo paesaggistico della Liguria per aprirsi fra i carrugi e Piazza De Ferrari.
Il successivo è “Cattive Radici”, di MARCO TERRONE e ROMINA BLASETTI, la storia di un professore di psicologia sbarcato sulla Riviera dal lontano Sud, che ritorna momentaneamente nel paese natale per un affare da sbrigare e subisce l’impatto di una mentalità alla quale non è più abituato. E’ un soggetto narrativo particolarissimo e di felice condotta, in quanto ha come intenzione la comprensione e l’equilibrio fra ambienti contrastanti.
Lo stile degli autori, oltre alla via percorsa di stile oltreoceanico, è quella naturale italiana, vale a dire la resa realistica di un tema senza il pessimismo veristico, l’abbandono momentaneo alla voce romantica della bella terra locale, il dialogo frizzante di alcuni protagonisti.
L’intenzione dell’evento, oltre a far conoscere una situazione italiana di ottimo livello letterario, troppe volte coperta dal chiasso di libri stranieri da cassetta, è quella di riportare alle persone, ai piccoli e grandi personaggi di un mondo solo apparentemente locale, in quanto ricchi di sentimenti e senso di giustizia, la gestione di un dono che, come dice Giovanni, “viene dall’alto” ed è prezioso, il dono dello spirito dell’essere veri uomini. Qualcuno forse sorriderà incredulo, ma è solo e solamente da questo minimo segno luminoso che si fa arte, letteratura, vita, amore come ricerca e sacrificio.
L’abito del Cavaliere …., non è che questo.
MARILU’ GIANNONE