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L’illusione di un “Fisco Equo”
… e di una “Banca Amica”

UN “FISCO EQUO”  ed  UNA “BANCA AMICA”
…come nelle FAVOLE DI PINOCCHIO 
brevi note su un Paese in ricerca di un’identità smarrita

____________Giuliano Marchetti

#LIQUIDITA’ IMMEDIATA” e, a seguire, #“Potenza di Fuoco nel motore dell’ economia”, #“Bazooka….ecc.”: queste sono alcune delle espressioni declamate dal Premier Giuseppe “Con.Te” (?), sia durante i suoi ripetitivi proclami radio-televisivi, sia  nelle conferenze stampa insieme al Ministro Roberto Gualtieri
#“Non abbiamo ricevuto ancora nulla”, oppure #”c’è stata erogata solo una minima parte su quanto richiesto fin da marzo”, #”le banche pretendono infiniti adempimenti e documenti …ecc”: queste alcune delle lamentele scandite da numerose P.M.I, da Professionisti, Artigiani ed Autonomi.  

Tanto per fare un punto della situazione, in data 5 giugno sembrerebbe che: a) oltre 600.000 persone siano ancora in attesa della Cassa Integrazione di marzo; b) solo un’impresa su 4 abbia ricevuto i “poderosi” prestiti o finanziamenti messi sul tavolo dal Governo; c) i crediti d’imposta risultino sufficienti solo per un’impresa su 100 che ne facciano domanda.

Tale situazione è già stata ampiamente illustrata in una serie di precedenti inchieste e trasmissioni radio-televisive, così come da quotidiani e periodici specializzati (e non solo). Al riguardo è doveroso citare un reportage di Dario De Vico sul Corriere della Sera, nonché i numerosi interventi esaustivi di Italia Oggi & Milano Finanza, del Q.N, de Il Tempo e Il Messaggero, con i raffronti di come la crisi sia stata molto meglio gestita in altri Paesi d’Europa.

Tra l’altro è emerso anche un altro aspetto, in parte poco approfondito che, invece, è stato ben esaurientemente analizzato da Carlo Riva su “Prima Comunicazione” (*1), periodico mensile diretto da Umberto Brunetti.
Infatti la presunta lentezza e farraginosità degli Istituti Bancari deriverebbe in buona parte dai provvedimenti normativi emanati dal Governo, spesso non  chiari, né facilmente interpretabili, specie sotto il profilo per la valutazione del merito di credito e per le eventuali responsabilità imputabili a carico degli stessi Istituti.

Quindi se il Ministro Gualtieri – Responsabile del Dicastero di Via XX Settembre – invita Cittadini, Imprenditori e/o Professionisti a cambiare Banca (causa ritardi o disfunzioni nelle erogazioni), questi medesimi soggetti potrebbero forse pretendere di voler cambiare Governo, dato che la mala-gestio di tale crisi economica non dipenderebbe esclusivamente dagli Istituti di Credito, …anzi, forse, proprio no !   

Pertanto, a prescindere che – comunque e purtroppo – quasi tutte le norme legislative risultano di ben difficile comprensione, in quanto redatte in una pessima lingua italiana (*2) iper-tecnicistica (con continui rinvii e richiami ad articoli e commi di altre leggi), viene così a cadere anche la favola del “Fisco Equo” e/o del “Fisco Amico” (*3).

Infatti in una situazione drammatica in cui il nostro Paese si è venuto a trovare causa questa maledetta epidemia, il Governo avrebbe dovuto affrontare la successiva tragica situazione economica non con l’aspirina ma con ben altri provvedimenti, non con la sospensione temporanea di scadenze fiscali ma con la loro cancellazione sino a data futura, non con prestiti bancari ma con l’erogazione di contributi a fondo perduto.

Ma torniamo al c.d. “Fisco Amico”: tale dizione, simpaticamente ammiccante, fu introdotta (se ben ricordo) da Giorgio Benvenuto, divenuto Segretario Generale del Ministero delle Finanze nel 1992, dopo aver lasciato il vertice della Segreteria U.I.L.
Ma, purtroppo, così come non esiste il Fisco Amico, anche la denominazione di “Banca Amica” risulta falsa così come i famosi marenghi d’oro della favola di Pinocchio! E al riguardo si potrebbero citare due aforismi, di cui uno ben noto targato Bertolt Brecht sulla analogia che “rapinare una banca non sarebbe un maggior reato che fondarne una nuova” ed un altro parimenti valido rielaborato dalla Consul Press, per asserire che “La Banca può esserti Amica …solo se Tu sei un amico dei suoi amici!”

IL PROBLEMA, però, a mio giudizio è a monte, in quanto causato dal Neo-Liberismo, dalla Globalizzazione, dalle Leggi di Mercato, dal predominio dell’ Economia sulla Politica, dal trionfo della Democrazia sulla Meritocrazia, dal declino di una Chiesa Cristiana (e più specificatamente Cattolica) che, dimenticando le tematiche delle proprie “Encicliche Sociali”, sembrerebbe impegnata solo sul fronte di una accoglienza indiscriminata a favore dei “migranti”.

IL PROBLEMA, a mio giudizio, può essere risolto solo con la ricostruzione di uno “Stato Organico”, capace di riaffermare valori forti e condivisibili in base ai quali l’Impresa dovrebbe svolgere prevalentemente anche una “funzione sociale” (così come la Banca !), esaltando la “eticità del lavoro”, rivalutando – comunque e sempre – la “centralità della persona” in tutte le fasi di ogni processo produttivo, creativo ed innovativo, evidenziando altresì i valori della cooperazione, della solidarietà e della sussidiarietà.

***** *** *****

(*1) Comunicazione in cui spesso il Governo si è mostrato impreparato, incapace ed inefficiente, sia nella fase dell’emergenza sanitaria, sia nella successiva fase economica.  
(*2) I guasti e i disastri causati dal ’68 ancora perdurano… nonostante qualche iniziale illusione o speranza, purtroppo durate come il battito d’ali d’una farfalla. Così è andata a rotoli la scuola,  l’università …e non solo !
(*3) Tranne rare eccezioni, tutti i tentativo di serie riforme tributarie sono sempre abortiti oppure hanno generato mostri.


Foto autore articolo

Giuliano Marchetti

Direttore Editoriale di Consulpress, Commercialista e Revisore Contabile.
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