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Lo Spirito Settario del M5S

Sicuramente il Movimento 5 Stelle non può definirsi una setta, sarebbe, infatti, una definizione fuori dalla realtà: le sette sono solitamente gruppi limitati di individui, invece il M5S è una vasta comunità politica. I pentastellati hanno, però, un chiaro comportamento settario, amplificato dalla loro presenza in Internet e favorito dalle condizioni di un’Italia in grave disagio sociale, economico.

Il proselitismo attraverso la rete ha consentito, infatti, la diffusione del modello di condotta politica pentastellata che contro il sistema vigente vuole affermarsi come unico ruolo giusto e indiscutibile perché espressione diretta del solo soggetto e valore possibile, il popolo.

Ecco, dunque, tanto intollerante contro i non appartenenti e tanto punitiva contro gli iscritti, trasgressori delle regole interne, la modalità settaria d’esercizio del presunto, dogmatico diritto del M5S a mutare radicalmente l’assetto istituzionale dello stato, anche nel disprezzo manifesto della Costituzione: l’avventura della democrazia diretta via internet contro la democrazia rappresentativa parlamentare, la cultura populista del pensiero unico contro la cultura del pensiero comune tra parti opposte a confronto.

E questa condotta settaria, così uniforme da Milano a Forlì, Roma, Palermo, diventa ancora più rigida quando assume i toni della missione salvifica ovvero la salvezza della purezza dei cittadini e delle loro aspirazioni dall’odierna politica italiana, solo corrotta e malfattrice: per raggiungere questo fine il M5S impone regole, non sempre rispettate, di purezza interna dei propri iscritti; attribuisce, poi, dignità civica solo ai suoi aderenti, ai suoi elettori e ai suoi eletti, ritenendo, invece, in errore e nemici tutti gli altri, compresi, bontà di Grillo e dei suoi, in un volgare Vaffa o in uno spiccio Mandiamoli tutti a casa.

In fondo, i grillini sono messianici e millenaristi ovvero si credono salvatori, appena in tempo, di un Italia abbandonata e protagonisti fiduciosi di un prossimo avvenire di grandi cambiamenti: per questo operano nell’ambito di un’organizzazione verticistica dove trasparenza e democrazia interna valgono secondo convenienza, come è stato palese alle recenti parlamentarie.

Il M5S è potenzialmente dogmatico e autoritario, molto lontano dai valori della democrazia, e definirlo un nuovo, più attuale partito di centro, interclassista e moderato come la DC, è davvero un azzardo: i democristiani avevano idee, programmi, senso riformista, esprimevano ed opponevano tra loro posizioni ideologiche, politiche sia conservatrici che moderate o progressiste, il M5S, invece, ha un grande vuoto alle proprie spalle, manca soprattutto della coerenza logica tra sostanza, qualità e significato politico.

Il M5S è solo un comitato elettorale permanente che presto esaurirà i suoi slogan, conoscerà crescenti divisioni sul filo degli attuali contrasti, espulsioni e pasticci interni e, alla fine, resterà impigliato nella stessa politica che si prefiggeva di rivoluzionare.

Franco D’Emilio

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Franco D’Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell’Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali
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