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Louis Vuitton sfrutta WeChat per il mercato cinese

Dopo Bulgari e Cartier adesso è il turno di Louis Vuitton che va alla conquista delle frontiere della “nuova” Cina sfruttando le potenzialità del social network WeChat. La forte accelerazione dei cambiamenti dei consumi cinesi, infatti, sta rivoluzionando anche le modalità di approccio dei brand de lusso e questo perchè l’asse dei consumi si sposta verso la Cina più interna; quindi il dialogo con l’intero territorio diventa cruciale.

Secondo quanto riporta The Jing Daily, LV ha lanciato un mini programma sul social network con il fine di interagire in modo diretto con i consumatori locali, in alternativa al tradizionale canale di e-commerce. È un primo approccio one-to-one del brand in Cina, che ha come obiettivo quello di raggiungere un miliardo di utenti su WeChat. Il chatbot, lanciato il 14 giugno scorso,  attraverso strumenti che consentono un’interazione diretta tra il brand e il cliente, informa quest’ultimo sulle ultime notizie, sui prodotti, sui punti vendita fornendo anche assistenza diretta. Non mancano i contenuti editoriali e la presenza di curiosi avatar e immagini che guidano il visitatore nel percorso di utilizzo dell’applicazione. 

Il differente background culturale degli utenti cinese dimostra di essere ancora una volta il timone che orienta l’utilizzo delle tecnologie da parte degli stessi e che, di conseguenza, esorta i brand ad adottare misure strategiche mirate per il mercato asiatico, ben distinte da quelle del mondo occidentale.

Una recente analisi, sempre di The Jing Daily, basata sui dati di Bain&Company, aveva rilevato che la domanda di beni di lusso in Cina può contare sull’apporto delle fasce sociali più basse, che individuano nei prodotti di alta gamma un’opportunità di emancipazione dalla propria situazione per raggiungere uno status più alto.

Il CEO di Louis Vuitton Michael Burke ha recentemente segnalato l’importanza del mercato asiatico per la griffe francese, affermando che l’aumento della domanda luxury dei consumatori locali dell’ultimo periodo sta contrastando il rallentamento della forza d’acquisto all’estero rilevato negli ultimi tre anni.

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