LOVE di Cartier: la storia del bracciale diventato icona
La leggenda vuole che in certi ospedali di New York ci siano riposti nei cassetti i micro cacciaviti dorati necessari ad aprirlo, qualora arrivi un paziente in emergenza che ne indossi uno. Il Love di Cartier, bracciale amatissimo, è ancora oggi una delle creazioni di maggior successo della Maison francese d’haute joaillerie. Nato nel 1969, non all’interno del dorato atelier parigino, ma in un laboratorio di gioielleria Cartier di New York, è stato, al momento del lancio, una vera rivoluzione all’interno del panorama dei preziosi.
Il creatore del Love bracelet di Cartier si chiamava Aldo Cipullo, un designer di gioielli italiano trapiantato in America, che nel corso della vita disegnò anche il fortunato Juste un Clou, il bracciale Cartier a forma di chiodo ricurvo. Per dare vita al Love, egli prese ispirazione dal concetto di amore totalizzante e fedele, e scelse di traslarlo su un braccialetto in argento bagnato d’oro, cui diede una forma più ovale rispetto a quella canonica, affinché restasse il più possibile attaccato al polso. Una grande innovazione che Cipullo adottò per il braccialetto Love è stata quella di non dare un genere all’accessorio: ai tempi, indossare un gioiello che non fosse destinato a nessuno dei due sessi in particolare era una novità eccezionale. Con l’avvento di Love, Cartier fu uno dei grandi pionieri della gioielleria genderless.
Un altro dettaglio importante fu quello della chiusura ermetica. Il Love di Cartier fu infatti progettato per rimanere ben chiuso addosso, grazie a un sistema di piccole viti che lo circondavano lungo tutta la superficie, e con la possibilità di essere aperto unicamente dalla persona amata, la quale, dotata di un piccolo cacciavite in oro, poteva far scattare il meccanismo “liberando” il polso.
Al momento del lancio di Love, il desiderio del pubblico esplose: Cartier promosse il braccialetto dell’amore imperituro regalandone degli esemplari alle coppie più celebri del momento. Dai duchi di Windsor a Sophia Loren e Carlo Ponti, fino a Elizabeth Taylor, amante dei gioielli sopraffini, e il marito Richard Burton, gli innamorati più famosi indossavano il Love di Cartier come simbolo di un’unione profonda.
Come molti gioielli, anche il Love di Cartier è stato oggetto di leggende e fatti clamorosi. Come riportato da Town and Country, si dice che la Maison, in origine, non lo concedesse ai compratori che lo volevano acquistare per sé, ma che la vendita fosse destinata unicamente alle coppie innamorate. Inoltre, con l’aumento delle richieste e la nascita di un mercato di contraffatti, Cartier ha poi deciso di cominciare a segnare ogni esemplare di Love con un numero di serie riconoscibile che li autentichi.
Oggi il Love Cartier è ancora un bracciale versatile, un oggetto da tramandare, regalare, da indossare durante tutte le ore del giorno e non necessariamente abbinato ad abiti d’occasione. Un accessorio irremovibile – ai metal detector degli aeroporti ancora oggi causa problemi perché spesso impossibile da sfilare – e molto riconoscibile, ha raggiunto la fama e la popolarità che solo i più grandi oggetti hanno saputo fare nel corso degli anni. Non più realizzato in argento ma in oro massiccio, Cartier propone questo pezzo sempreverde in diverse varianti, che spaziano dall’oro giallo a quello rosa fino al platino, ma anche impreziosito da diamanti o in versioni aggiornate: anelli, orecchini, ciondoli e collane, tutti ancora simboli di un grande amore eterno.