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Lunedì 4 Aprile all’ONU: le proposte di Zelenski

DAL PALCOSCENICO DELL’ O.N.U.  …… ZELENSKY DIXIT

_______una analisi di STELIO W. VENCESLAI

Zelenski ha fatto scena alle Nazioni Unite. Con il suo intervento ha mostrato le efferatezze russe, ha invocato armi e sostegno, ha avanzato proposte interessanti e impraticabili.  
Sulle efferatezze ha chiesto una Commissione d’indagine, negando le asserzioni russe secondo le quali sarebbero stati invece gli Ucraini a commettere i massacri di Bucha. Nel mondo i pareri sono discordi e divisi, ma il punto non è questo.

Che cosa ha chiesto Zelenski alle Nazioni Unite? Di espellere la Russia dal Consiglio di Sicurezza e di convocare una grande Conferenza di tutti gli Stati del mondo per redigere un altro Statuto delle Nazioni Unite. Due proposte interessanti, ma inattuabili. 
Vediamo la prima. Espellere la Russia significa portare al Consiglio di sicurezza il problema. Di esso fa parte, come membro permanente, la Russia. Il suo niet sarebbe inevitabile. Quindi, nella situazione giuridica attuale, non se ne può far nulla.
Vediamo la seconda. Che lo Statuto delle Nazioni Unite sia vecchio e non risponda più agli obiettivi iniziali è cosa, ormai, conclamata da tutti.

Gli Statuti delle N.U. furono decisi verso la fine della 2^ Guerra mondiale, quando la Germania stava tirando le cuoia e tutti avevano bisogno di pace.  L’Inghilterra, Russia e Stati Uniti ne furono i fautori. A questi si aggiunsero la Cina di Chang Kai-shek e la Francia di De Gaulle, considerati in extremis anche loro vincitori. Solo cinque Paesi con il potere assoluto di fare o di non fare, grazie alla possibilità di veto di uno di loro. Così siamo andati avanti per più di settant’anni con una sola variante: la Cina nazionalista è stata sostituita dalla Cina Popolare di Mao Tse-tung.
Francamente, non si può dire che le Nazioni Unite abbiano fatto, politicamente, ciò che prevedeva lo Statuto: dirimere i conflitti e assicurare la pace, né si può sostenere che la costruzione allora ideata sia espressione di una democrazia compiuta.
Comunque, così stanno le cose. Le Nazioni Unite hanno fatto tantissimo, sviluppato un po’ in tutti settori della vita pubblica azioni, risoluzioni, convenzioni e trattati, ma quando si è trattato di pace o di guerra, tranne che in casi secondari (i caschi blu) si è fatto poco o niente. Il Consiglio di sicurezza è stato un areopago di discussioni ma non di decisioni, paralizzato dai veti dell’uno o dell’altro membro permanente. 
Quindi, alla luce dell’esperienza, mettere mano a una riforma dello Statuto delle Nazioni Unite non solo è un’idea balzana, ma è anche pericolosa.

Gli assetti del mondo stanno mutando. Solo gli sciocchi non se ne rendono conto.  L’invasione russa dell’Ucraina ha smosso gli animi del pianeta ma, se facciamo un po’ di conti, la maggior parte della popolazione mondiale (intesa come Stati) sta dalla parte di Putin. 
Consideriamo i grandi astenuti: Cina e India. Sono quasi tre miliardi di persone. Aggiungiamo il Pakistan, i Paesi Arabi, l’Iran, la Corea del Nord, il Brasile, il Venezuela e una decina, almeno di Paesi africani, e siamo alla maggioranza degli abitanti del pianeta. 
Vogliamo davvero fare una conferenza internazionale per riassettare il mondo? Sì, certo, è possibile, ma Stati Uniti, Giappone, Australia, Canada, Inghilterra e l’Occidente europeo sarebbero in minoranza netta.
Quali nuove Nazioni Unite ne verrebbero fuori? Dopo quanti anni di negoziato? La proposta, diciamolo pure, è improponibile.
Piuttosto è possibile ben altro. Rischiare in un qualche modo di espellere la Russia (cosa peraltro inattuabile) significherebbe mettere in un angolo una grande potenza mondiale. Nessun problema, ma la Russia, probabilmente, ha in testa un disegno strategico di lunga durata.

Alle ripetute sanzioni che dovrebbero costringere Mosca a piegare la testa la Russia ha risposto con la pretesa di pagare in rubli tutte le transazioni commerciali che la riguardano. Si sta creando un’area del rublo (e, sembra, della rupia indiana) in contrapposizione a quella del dollaro e dell’euro. Non a caso il rublo è risalito fortemente nelle quotazioni valutarie, a tutto beneficio dell’economia russa che, invece di essere affranta dalle sanzioni, rialza vittoriosamente le testa.

La costituzione di un’area del rublo anticipa, forse, un discorso diverso. La Russia, con i suoi alleati, potrebbe davvero mettere mano alla costituzione di un’ONU di marca moscovita cui potrebbe aderire più della metà del mondo, lasciando all’Occidente il giocattolo rotto delle attuali Nazioni Unite. 
Quanti Paesi sono stati umiliati, vessati, dominati e talvolta distrutti dalla stupida arroganza americana? Non è mai felice chi è schiavo di un padrone. Peggio è se il padrone è anche sciocco.

Dopo la 2° Guerra mondiale gli Stati Uniti hanno creduto d’essere i padroni del mondo, ma hanno collezionato continue sconfitte o infauste vittorie, dalla Corea al Vietnam, dall’Afghanistan all’Iraq. Una sequela di fallimenti e di debolissime Presidenze che li hanno invisi a mezzo mondo, nonostante la loro ricchezza e la potenza delle loro armi. Sembra, ora, venuto il momento del redde rationem.
….. Putin potrebbe approfittarne.

 

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