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Marco Pavone presenta “L’eterno viaggio del Conte di Cagliostro”

Cagliostro: un mito che vive nel tempo

Un Libro di Marco Pavone, recensito da Matteo Platania 

 Lunedì 17 settembre presso la libreria/caffè letterario HoraFelix si è svolta la presentazione del libro “L’eterno viaggio del Conte Cagliostro” di Marco Pavone, medico chirurgo presso l’ospedale Fatebenefratelli di Palermo. Il progetto sul Conte nasce un anno e mezzo fa, da un accurato studio sul personaggio per l’Accademia Templare. I precedenti scritti di Pavone riguardano la Pala d’Altar in Belgio e la storia di Maria Maddalena.

Giuseppe Balsamo nacque nel 1743 a Palermo e morì nel 1795. Durante il suo percorso di vita diventa Conte di Cagliostro. Alcuni hanno messo in discussione che Giuseppe Balsamo e Cagliostro fossero la DWQgOTBWkAECMSjstessa persona. Compare in molti scritti letterari e opere musicali.

Il XVIII secolo rappresenta una rivoluzione sociale e culturale. E’ il secolo nel quale vengono nutriti l’amore per la magia e le arti occulte, inizia ad istituzionalizzarsi anche la massoneria. I religiosi cominciano ad occuparsi di magia e occultismo, primo tra tutti Permitì, un medico alchimista alla corte di Federico II di Prussia, che svolgeva esperimenti segreti creando pozioni con particolari presunti poteri, motivo per il quale venne espulso dalla corte di Prussia. E’ un personaggio importante in quanto è stato il secondo maestro di Cagliostro. Altra figura importante di questo periodo è Anton Mesmer, medico e filosofo. E’ stato il primo a parlare di “energie”, o per essere precisi di “fluidi”. Pensava che l’universo fosse costituito da energie, così come l’uomo. Aveva postulato l’idea di “energia comune”, ovvero che l’energia dell’universo colpiva sia uomini sia gli animali, in base ad una  linea retta. Quando tali energie erano perfettamente allineate, l’uomo si trovava in uno stato di benessere, quando non lo erano, l’essere umano era soggetto a malattie.

È la manifestazione vivente del pensiero di Mesmer, in quanto aveva delle capacità di “energia” incredibili, infatti, con la sua, riusciva a manipolare le menti delle persone e guarirle. A Strasburgo, Cagliostro, aprì una clinica per quelle persone che non potevano permettersi di pagare le cure mediche. Il dottor Pavone, dopo aver presentato la Palermo settecentesca-ottocentesca, torna su Giuseppe Balsamo.

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Le origini di questo personaggio sono ambigue: alcuni dicono sia di umili origini, in realtà alcuni suoi parenti erano nobili. Suo padre aveva origini tedesche, mentre la madre, Felice Bracconieri, era figlia di un nobilotto di una città sopra Cefalù. A seguito del fallimento del lavoro del padre, si spostarono in un vicoletto di Ballarò. Il padre morì quando il figlio aveva un solo anno. Verrà battezzato a soli otto giorni di vita, la madrina tale Vincenza Cagliostro. A dimostrazione delle sue nobili origini il fatto che aveva molti nomi, infatti il nome completo è Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Franco Balsamo. Dopo la morte del padre, la madre lo affidò ad alcuni zii, i quali gestivano una farmacia. Dopo aver mescolato alcune pozioni, e provocato un’esplosione, gli zii lo restituirono a sua madre.  Venne espulso anche da un convento di frati, dopo aver provocato un’altra esplosione. Cagliostro non si scusò, ma al contrario – anzichè recitare una serie di preghiere o litanie (come ordinatagli) –  iniziò a enumerare, come in una filastrocca, tutti i nomi delle donzelle che entravano convento, di nascosto, durante la notte.

Suo principale maestro fu un tale Altotas, anagrammando il nome si ottiene Sala Tot, ovvero messaggero della divinità egizia Tot. Durante i suoi viaggi impara le arti esoteriche e si fa ben volere da tutti. Giunto a Roma incontra Lorenza, sua futura moglie. Anche lei è un personaggio ambiguo: alcuni ritengono fosse una prostituta sposata, in quanto Cagliostro mandava lei per carpire i desideri degli uomini per poterglieli riferire. Secondo Pavone, Lorenza non si sarebbe mai venduta a nessuno. Era così affascinante che anche Casanova si innamorò di lei, ma lei lo rifiutò. Una particolare importanza riguarda il rapporto di Cagliostro con la Massoneria. La prima iniziazione la prende quando era ancora con Altotas a Malta. In questa città è costretto a cambiare nome e sceglierà quello di Conte di Cagliostro. Una volta entrato nella loggia di Malta si dimenticherà della massoneria. Quest’ordine gli farà da scudo quando utilizzerà l’alchimia. Cagliostro riusciva anche ad entrare con entità divine: radunava tutte le persone facenti parte al rito e, attraverso un bimbo o una vergine ipnotizzato, riusciva ad evocare gli spiriti e, secondo alcuni, anche Dio.

A Roma venne condannato a morte per stregoneria ed eresia, denunciato anche da sua moglie Lorenza, dopo esser stata obbligata, per evitare la prigionia. A piazza della Minerva vennero bruciati la maggior parte dei libri di Cagliostro. Alcuni testi sono conservati presso Biblioteca nazionale di Parigi.

Il Conte era anche in grado, con le sue pozioni magiche, di curare i malati. Tra questi ci fu il vescovo Braschi, divenuto, successivamente, Papa Pio VI, il quale mutò la condanna a morte di Cagliostro in carcere a vita. Ci sono molte leggende che riguardano la prigionia presso il carcere di San Leo e rispettivi piani di fuga. Altre, invece, parlano di uno scambio di prigionieri: il Conte non sarebbe mai stato in carcere, nessuno è a conoscenza del luogo di sepoltura. La sua vita è avvolta in un alone di mistero: non sapremo mai fino in fondo la storia del Conte.