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Mentre a Roma si discute …. l’Unione Europea viene espugnata

Germania tornata anno zero: e l’Italia cosa fa?
Su, Avanti Italia!

di Raffaele Panico

Quanto sono lontani gli Americani oggi, se il Presidente Trump – in una intervista con Nigel Farage  a proposito della Brexit –  afferma che: “L’Italia starebbe molto meglio senza la Ue.  Ma se vogliono rimanerci…”

Alla fine della seconda guerra mondiale la Germania, anzi le Germanie divise in 4 zone militari e poi in due Stati contesi tra due Blocchi aveva, anzi avevano in quanto popolo i tedeschi immediatamente elaborato il ”lutto della loro nazione” che, per essere coerenti come buoni soldati fino alla fine si sentivano esser traditi dal male assoluto Adolf Hitler.

E ben gli stava tanto erano stati bastanti quei 12 anni dal 1933 al 1945 anche difficili da dimenticare. Il sentire del popolo tedesco dell’Est e dell’Ovest aveva rinunciato alla Grandezza della Kultur contrapposta da circa 15 decenni alla Grandezza della Civilisation francese, contesa iniziata nell’età romantica post napoleonica.
Gli inglesi, da parte, loro erano sì vincitori del secondo conflitto mondiale ma siccome come disse Churchill “per sconfiggere i tedeschi avrei bussato anche alle porte dell’inferno”, per la stessa legge del contrappasso da girone infernale della Divina commedia di Dante Alighieri, erano con gli altri popoli europei confusi tra vinti e vincitori, loro malgrado non s’avvedevano che per aver tirato in divisa genti dal loro imponente impero extraeuropeo a combattere in Europa e per aver distrutto il simbolo della cristianità occidentale l’Abbazia di Montecassino, si consideravano persino al culmine della loro Grandezza anziché nel declino inesorabile.
In fondo l’Europa del Trattato di Roma del 1957 nasce per la pace voluta da tre uomini politici che si osservi, parlavano tutti il tedesco, Adenauer, De Gasperi (nato nel Trentino austriaco quindi appartenente alla scelta “piccola tedesca” per unificazione germanica nel corso dell’800) e Schuman (Lussemburgo, poi in Lorena). Non a caso si rievoca la scelta “piccola tedesca” per l’unificazione germanica dell’800, ovvero la parte austriaca danubiana di lingua tedesca, questa area imperiale sconfitta nella partita in gioco nel 1867 dalla parte Prussiana per l’unificazione della Germania. Si pensi che un ungherese, un Milan Kundera avrebbe scritto in tedesco i suoi libri, come un Kafka o come l’appena citato statista De Gasperi.
Vi è di più! L’Impero austro-danubiano a preminenza tedesca erede del Sacro Romano impero di lingua germanica viene poi sconfitto dall’Italia al grido “Avanti Savoia” il 4 novembre del 1918. “Requiem per un Impero” l’opera di Francois Fejto per rileggere nella sua opera il declino, il percorso terminale come del resto di altre monarchie imperiali in quel tempo, i Romanov, finite nel primo girone infernale 1914-18 dell’Europa in devastazione nel Novecento.

Dopo il 4 novembre firmata la resa con l’impero di Vienna gli italiani in verità per tener fede alla dichiarazione di guerra tardiva 1916 alla Germania guglielmina volevano tirar dritto passando per Innsbruck e andare a Monaco di Baviera al grido “Avanti Savoia”. La Germania continuava a combattere, ma i soliti noti vicini inglesi e francesi fermarono gli italiani… al grido “Avanti Savoia” con e nell’ebbrezza di aver sconfitto l’impero danubiano dopo 42 mesi al fronte, in terra germanica si sarebbero forse dati al bottino di guerra trasformando la Baviera in una festosa grande miscellanea da Oktoberfest e Riviera romagnola messe insieme? Fatto sta, che gli inglesi poi chiesero nel marasma post bellico all’Italia un corpo di spedizione di circa 60/70.mila soldati a combattere i Soviet nel Caucaso, non se ne fece nulla con Nitti.

In queste due tragedie infernali del 1914-18 e poi del 1939-45, in questi gironi d’inferno tra i lampi, cogliamo i semi e i germogli di storia per il nostro futuro che vanno coltivati. Le politiche dei popoli e degli Stati devono continuare, il fatto è che dal 1945 in poi gli europei hanno rinunciato al loro sentire di reciproca “Grandezza” maturata nell’800 esplosa e implosa nel 900. Senza più Grandeur francese, o tedesca Uber alles e senza lo splendido isolamento dell’impero britannico, allora gli europei si sono affidati ad una pace anelata dai tempi di Kant, bicipite ossia russa e americana.
Fino a quando è stato possibile, cioè fino al 1989 e il 1991. Oggi, a trent’anni dall’89 troppi vogliono gettarsi sulla carcassa d’Europa uscita dai gironi infernali danteschi, assalti vari all’Europa da ogni dove e su questa carcassa post ideologica e post distruzione dell’Abbazia di Montecassino, il corpo è malato non cresce, lo sviluppo del cosiddetto Pil è ridicolo e millimetrico, l’organismo in conato è bilocato tra Bruxelles e Strasburgo, il doppio encefalo della Unione europea che evoca lo spettro dell’Union Soviet. Eh, se  forse ha ragione il presidente Trump, per l’Italia sarebbe meglio uscire dall’Unione europea? Dalla carcassa dove molti troppi avvoltoi si gettano.

Da oltre oceano arriva un Avanti Italia dunque, agli italiani uno stimolo per alzare la coperta che è in restringimento sempre maggiore, non si cela più nulla e “se ne va la speranza su pei muri sbattendo la sua timida ala (citazione tratta da C.Baudelaire “I fiori del male”). Alzare la coperta e strappare il velo per vedere come gli italiani pulsano di un futuro anteriore, nonostante vivano alla giornata e hanno età media di 44 anni circa, in patria 60 milioni di cittadini non vedono neanche il futuro prossimo tanto poté l’introduzione dell’euromoneta con suoi balzelli post feudali. Alzando la luce dei secoli dai lampi dei gironi infernali delle tragedie del Novecento gli italiani se osservano il globo e vi navigano non più con i velieri e i bastimenti ma con la rete internet si possono veder tra loro in Patria e nel mondo, tra questi 60 milioni e gli oriundi e gli italofoni e i “miscellanei” come succitati si avvedano di essere assieme circa 140/143 milioni d’”anime”; come diceva la Chiesa con “lo Stato delle Anime” prima dell’anagrafe moderna portata da Napoleone.
E questi oltre 140 milioni di persone si avvedano cliccando pulsando e pensando che in tema di civilizzazione e di cultura, hanno dalla Fondazione di Roma, il futuro innanzi non prossimo ossia del XXI secolo così malamente iniziato, ma il futuro anteriore nel solco di Romolo fondatore dell’Urbe, bensì 2772 anni fa. Forza Italia, anzi Avanti Italia, con il futuro anteriore! che piaccia o no, è una via d’uscita.

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