Italiani: i “Migliori del Mondo” al tempo del coronavirus
NOI, GLI “EREDI“ (?) DI …. UN POPOLO
DI POETI, DI ARTISTI, DI EROI, DI SANTI, DI PENSATORI,
DI SCIENZIATI, DI NAVIGATORI, DI TRASMIGRATORI
una dissertazione di STELIO W.VENCESLAI
Siamo i migliori nel mondo, non c’è dubbio. Chi ? Ma noi Italiani, naturalmente ! Non abbiamo mai finito una guerra con quelli con cui l’avevamo cominciata. Infidi e traditori? No, intelligenti e perspicaci.
Ci vuole un grande fiuto per schierarsi dalla parte del vincitore. È l’istinto della sopravvivenza, primario, essenziale, convincente.
Riusciamo a trasformare ogni cosa anche la più umile, in un grande affare, anche la mondezza, anche le mascherine, anche l’amuchina. Non è un business, è il frutto di una variante genetica positiva.
Da vent’anni siamo in un’evidente crisi politica (*1), secondo gli altri, ma secondo noi, meno c’è stabilità meglio è. La stabilità è noiosa. Consolida le poltrone acquisite, non ne permette la rotazione. L’idea di una crisi permanente è stantia. In realtà, è un fenomeno di transizione.
Siamo in transizione, transeunti, un po’ trans e un po’ unti dal Signore, perché abbiamo due armi formidabili al nostro fianco, la Provvidenza e lo Stellone, giustamente, una di destra e una di sinistra.
Nei casi disperati, poi, c’è la Madonna (*2). Ma quale crisi! La nostra situazione è l’espressione di un grande esperimento politico-sociale. Come si può conciliare il verde con il giallo o con il rosso? Solo con la stupidità, il vero legante sociale del Paese.
Il virus è la grande occasione per tutti:
- Per il Premier Conte (*3), che fa la faccia feroce del buono che, se si stufa, diventa cattivissimo.
- Per le Regioni, felici di dimostrare che sono autonome, preveggenti ed efficienti.
- Per il nostro S.S.N. – Servizio Sanitario Nazionale, che – a detta di tutti – è eccellente, il migliore del mondo, anche lui. Sarà, ma non abbiamo infermieri, mancano i medici perché i più sono andati in pensione, i Pronto Soccorso (5 ore di attesa, in media, per i casi meno gravi) sono intasati al punto che la gente si mena e minaccia gli operatori sanitari, mancano le mascherine e le macchine necessarie per la ventilazione e così via. Ma è il migliore del mondo.
- Per i media, che sul virus si sono buttati felici, stufi di parlare di beghe politiche che non interessano nessuno.
Il contagio, invece, interessa tutti. La gente ha paura. I magazzini sono vuoti. La gente si è riempita di pasta, di conserve alimentari, di farina e di uova. Anche di detersivi. Il fatto è che non hanno fiducia. Come in tempo di guerra. Ognuno per sé e Dio per tutti.
Il virus è ignoto. Non ne sappiamo nulla. È un raffreddore un po’ insidioso, specie per gli anziani. In fondo, ne abbiamo troppi. Però sono state prese misure draconiane: isolamento per 50.000 persone, divieto di manifestazioni sociali collettive. I bar chiudono alle 18.00, i ristoranti alle 21.00 idem. Si rinviano le partite di calcio, niente cinema, ma i teatri possono restare aperti. Evidentemente il virus agisce favorito dalle tenebre ma non ama la prosa.
Niente voli diretti da e per la Cina (*3). Quelli indiretti, via Dubai o via Berlino sì. Quelli vanno bene.
Nessuna chiusura delle frontiere. Magari le chiudono gli altri, serrando in un ghetto il nostro Paese. Diminuiranno così gli immigrati?
Diciamo la verità. In fondo, in questa emergenza nazionale, è facile sbagliare. Stupisce che solo l’Italia sia il focolaio europeo di un’infezione. Non immaginavo che tanti Italiani andassero e venissero dalla Cina come da un quartiere a un altro di Roma. Miracoli della globalizzazione.
Gli effetti economici dei provvedimenti presi dal governo sono devastanti. Già il Paese era in crisi pluridecennale. Ora, le previsioni sono catastrofiche. Mancano i pezzi di ricambio, le materie prime, le possibilità di esportazione. Crolla il turismo. È un colpo gravissimo a un’economia già disastrata. Le aziende sono ferme, le scuole chiuse. Le polemiche sono facili, ma la situazione è gravissima.
Forse, dopo trent’anni, scopriamo il telelavoro e il tele studio. Forse in tutti c’è una specie di risveglio dall’immobilità. Occorre uscire dalla crisi o siamo spacciati. Altro che prescrizione!
L’emergenza fa affiorare i veri valori del Paese, quelli della Protezione civile, degli operatori sanitari che giorno e notte si dedicano ai malati, della scienza, mai ascoltati e ora considerati.
Il Paese si regge sull’individualismo. I singoli si sacrificano. Sono degli eroi nell’emergenza. Il sistema italiano (ma c’è mai stato un sistema?), invece, si frantuma nelle polemiche, senza un’idea chiara di ciò che si dovrebbe fare.
Tacciono i politici. Di fronte alle cose serie non hanno argomenti e questa è una cosa seria.
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NOTE A MARGINE …..
(*1) sarebbe interessante comprendere perché nella Storia d’Italia c’è la consuetudine di far riferimento a periodi “Ventennali”.
(*2) oltre a confidare nella “Provvidenza” e nello “Stellone”, anche nei casi disperati possiamo rivolgerci a ben Due Madonnine…. nelle 2 Capitali d’Italia: la Madonnina del Duomo, a Milano e la Madonnina di Piazza di Spagna, a Roma.
(*3) il Premier Conte (“Giuseppi” come rinominato dal suo amico Donald Trump) prosegue la sua metamorfosi Kafkiana, trasformandosi quotidianamente da “Ex Avvocato del Popolo” in un sempre più pentastellato – nonché sinistrorso democratico – Marchese del Grillo, declamando la celebre frase: “Io so’ Io ….e voi [popolo di m…)] non siete un Cz2o !”
(*4) per quanto riguarda la Cina, bisognerebbe citare una “profezia”, come rammentatoci tramite w.app in Redazione dal nostro amico E.F. jr: “Attenzione al pericolo giallo. Nei prossimi decenni ci dovremmo guardare dall’ espansionismo cinese. Invaderanno il mondo con la loro smisurata prolificità, con i loro prodotti a basso costo e con le epidemie che coltivano al loro interno” (….dal discorso di saluto a Galeazzo Ciano – nominato rappresentante italiano a Shangai – pronunciato da Benito Mussolini nel 1927, anno V° E.F) _______G. M.