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“Misteri o Fatali Destini”, in una Italia colpita da stragi

E POI ….QUELLE MORTI DOPO LA STRAGE DI USTICA ?

_____________una analisi di  FRANCO D’EMILIO

A più di quarant’anni dal suo avvenimento sul Mar Tirreno meridionale, tra le isole di Ponza e Ustica, la cosiddetta Strage di Ustica del 27 giugno 1980 con ben 81 vittime resta uno dei più vergognosi misteri d’Italia: un jet di linea della Compagnia Itavia, in volo da Bologna a Palermo-Punta Raisi, alle ore 20.59 di quel giorno precipita nel tratto di mare indicato, abbattuto, secondo il governo italiano e come ribadito dalla Sentenza 1871/2013 III sezione civile della Corte Suprema di Cassazione, da un aereo non identificato in uno scenario di guerra.

Strage terribile, la cui ricerca della verità, controversa e intralciata da manipolazioni, menzogne, depistaggi, spesso ispirati da una sottintesa, cinica “ragion di stato è stata raccontata con tanta attenzione e sensibilità nel “Muro di Gomma”, film di Marco Risi del 1991.
Strage ancora più drammatica perché, poco più di un mese prima, prodromo, se non prologo della terrificante strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980: intendo dire che, pur in presenza di una sentenza definitiva contro la matrice neofascista dell’attentato bolognese, la Strage di Ustica e quella di Bologna vanno assieme considerate nell’allora clima di destabilizzazione politica internazionale del quale l’Italia era inevitabile crocevia, spesso con un coinvolgimento del suo terrorismo interno, perlopiù quello neofascista, ma sono attestati pure rapporti del nostro terrorismo rosso con l’estremismo mediorientale.

Sulla Strage di Bologna c’è una verità giudiziaria, anche se non certa in assoluto, tanto da lasciare spazio a dubbi, come nelle recenti dichiarazioni di Marcello De Angelis, ex responsabile della comunicazione alla Regione Lazio.
Sulla Strage di Ustica, invece, nessuna verità storica, giudiziaria su responsabilità internazionali e delle nostre istituzioni, solo ricostruzioni verosimili, assai credibili, ma senza riscontro, anche per l’avversione alle richieste di rogatoria internazionale, avanzate dalla nostra magistratura ai governi di USA, Francia, Germania, Libia e Belgio: nazioni diversamente, ma sicuramente  protagoniste, dirette o indirette, di quello scenario di guerra nel cielo di Ustica con il conseguente abbattimento del jet Itavia.
Nel frattempo, alti gradi militari, posti sotto accusa dalle indagini su Ustica, sono stati assolti dall’accusa di depistaggio, insomma la strage dell’aereo passeggeri da Bologna a Palermo è rimasta addebitabile ad opera di ignoti. Ora, non voglio né ripercorrere le varie ipotesi sulle cause della fine del DC-9 Itavia, né risollevare la questione di carte secretate su Ustica; voglio solo richiamare l’attenzione su talune morti inaspettate e imbarazzanti, aggiuntesi in tempi successivi alla triste contabilità di Ustica, della quale sembrano essere una probabile, drammatica, forse anche inevitabile conseguenza.

                                                   

Procediamo  cronologicamente.

9 maggio 1981, per improvviso infarto muore il trentaduenne capitano Maurizio Gari, in servizio la sera del disastro di Ustica presso la Sala Operativa di Controllo della Stazione Radar di Poggio Ballone, che pure aveva rilevato le tracce di ben quattro aerei militari, tre caccia e un rilevatore AWACS non identificati.

2 marzo1983, per le conseguenze di un grave incidente automobilistico alla data del precedente 23 gennaio muore Giovanni Battista Finetti, sindaco di Grosseto: aveva ripetutamente chiesto informazioni ai militari del centro radar di Poggio Ballone, convinto, come dichiarò alla madre, così nella testimonianza del figlio Alessio, che su Ustica “si è sfiorata la terza guerra mondiale” (Il Tirreno, ed. 2 luglio 2013).

20 marzo 1987, viene assassinato dalle Unità Combattenti Comuniste il generale Licio Giorgieri, la notte di Ustica a bordo di un PD-808, aereo per la guerra elettronica.

31 marzo 1987, viene trovato impiccato – la polizia scientifica referta “in modo innaturale” – il maresciallo Mario Alberto Dettori, anch’egli in servizio a Poggio Ballone la sera del 27 giugno 1980: “aveva commesso l’imprudenza di rivelare ai familiari di aver assistito a uno scenario di guerra”, così il giudice Rosario Priore in una sua dichiarazione.

12 agosto 1988, in un incidente stradale, provocato da un tossicodipendente, perde la vita il maresciallo Ugo Zammarelli: in servizio presso il SIOS (Servizio segreto dell’aeronautica) di Cagliari, era impegnato nelle indagini su un caccia militare libico Mig in volo sul Tirreno, la sera del disastro di Ustica.

 …..ANCORA:                             

28 agosto 1988, durante un’esibizione delle Frecce Tricolori a Ramstein in Germania entrano in collisione e precipitano sulla folla i colonnelli Mario Naldini e Ivo Nutarelli: pochi giorni dopo sarebbero stati interrogati dal giudice circa le ragioni dell’allarme generale, da loro lanciato mentre a bordo di un caccia F104 in ricognizione pattugliavano il Tirreno centrale la sera dell’incidente di Ustica.

1° febbraio 1991, viene assassinato con tre colpi di pistola il maresciallo Antonio Muzio, in servizio alla torre di controllo di Lamezia Terme quando sulla Sila era precipitato un misterioso Mig libico, ufficialmente in data18 luglio 1980, ma, stando allo stato di decomposizione del cadavere del pilota, caduto, invece, in data sicuramente precedente, anche coincidente a Ustica.

13 novembre 1992, in un incidente stradale muore il maresciallo Antonio Pagliara, in servizio alla base radar di Otranto, la sera della caduta del DC Itavia.

12 gennaio 1993, a Bruxelles viene assassinato il generale Roberto Boemio, la cui testimonianza sarebbe stata di grande utilità per la sciagura di Ustica e la caduta del Mig libico sulla Sila: mai la magistratura belga ha fatto luce sull’omicidio.

21 dicembre 1995, è trovato impiccato il maresciallo Franco Parisi, di turno la mattina del 18 luglio 1980, data ufficiale della caduta del Mig libico sulla Sila, presso il centro radar di Otranto e per questo in attesa di essere ascoltato dal giudice Rosario Priore.

In tutto dieci morti che possono aggiungersi agli 81 del DC9 per un tragico bilancio di ben 91 vittime, immediate e successive, per il fatto di Ustica. Misteri? Solo fatali destini?
Oppure il prezzo della vita di alcuni buoni servitori dello stato alla ragion di stato?

 

 


Foto autore articolo

Franco D’Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell’Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali
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