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Nasce Atlante “We Care”: un sistema per misurare la giustizia sessuale

Il report Atlante “We Care” mostra dati spaventosi. La morte di una donna ogni due minuti lascia sgomenti ma ancor più lo fanno le motivazioni che, nel 2023, appaiono sconvolgenti.

L’Atlante della salute sessuale, riproduttiva, materna, infantile e adolescenziale nel Mondo, presentato dall’organizzazione italiana impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne e bambini in 27 Paesi, compresa l’Italia – serve a valutare se la giustizia sessuale e riproduttiva di donne e bambine venga promossa e garantita nelle Nazioni.

Libertà e diritti
Il concetto di giustizia sessuale e riproduttiva supera quello più ristretto di salute, per aprirsi a tutta una serie di altri diritti e libertà fondamentali. Garantire giustizia sessuale e riproduttiva, dunque, non significa solo assicurare i basilari diritti sul tema, ma anche quello alla vita, alla privacy, all’educazione, all’informazione, alla libertà da ogni forma di violenza. Si tratta, in sostanza, di un veicolo fondamentale per la promozione dei diritti umani e della parità di genere.

Secondo Martina Albini del centro studi di WeWorld commenta come «l’Atlante racconta cosa significa negare alle donne e alle bambine la giustizia sessuale e riproduttiva, intesa anche come il diritto di prendersi cura e di decidere per sé e per il proprio corpo. Dove non c’è spazio sicuro per cambiarsi un assorbente, per ricevere i controlli fondamentali in gravidanza o per decidere liberamente del proprio corpo, donne e bambine non hanno la possibilità di autodeterminarsi. In tutti questi casi, negando la giustizia sessuale e riproduttiva, viene di fatto confutata la parità di genere».

«Sono numerose le categorie sociali che continuano a vedersi ritratto il diritto alla salute e subiscono discriminazioni: le donne, le bambine e i bambini, gli adolescenti, la comunità LGBTQIA+, le persone con disabilità, le popolazioni indigene, le minoranze etniche, i rifugiati. Le persone appartenenti a queste categorie pagano il prezzo più alto, e nelle aree del Mondo come l’Africa Sub-Sahariana, l’Asia Centro-meridionale, il Medio Oriente e l’America Latina, spesso caratterizzate da conflitti e disuguaglianze, la situazione peggiora drasticamente».

Il report
L’Atlante approfondisce le principali discriminazioni e negazioni di diritti che donne, bambini, bambine e adolescenti devono subire ancora oggi e si compone di 6 sezioni:

  • salute natale;
  • politiche del corpo;
  • violenza di genere;
  • wash e diritti sessuali e riproduttivi;
  • salute mestruale;
  • salute e benessere sessuale.

I dati, le analisi, le buone pratiche raccolte sul campo da WeWorld, unite a interviste a destinatarie degli interventi dell’organizzazione, confermano, una volta di più, quanto i diritti sessuali e riproduttivi siano diritti umani e libertà fondamentali e veicoli di promozione di altri diritti umani fondamentali.

Come stabilito dal Summit di Nairobi su popolazione e sviluppo nel 2019, il quadro della giustizia sessuale e riproduttiva, infatti, comprende il più ampio spettro dei diritti sessuali e riproduttivi, che a loro volta fanno riferimento a una serie di garanzie dei diritti umani fondamentali, compresi i diritti alla vita, alla salute, alla privacy, all’educazione, all’informazione, alla libertà di espressione, alla libertà da violenza e discriminazione e alla libertà da torture, trattamenti crudeli, inumani e degradanti.

Salute prenatale e gravidanza
  • Nel Mondo, solo il 66% delle donne riceve i quattro controlli prenatali consigliati dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) per garantire un corretto monitoraggio dello sviluppo del feto e delle condizioni della donna (UNICEF, 2022a)
  • Ogni due minuti una donna muore per cause risolvibili legate alla gravidanza o al parto (WHO, 2023a)
Politiche del corpo
  • 4 donne su 10 impegnate in una relazione non utilizzano alcun metodo contraccettivo (UN, 2022)
  • L’aborto non sicuro è una delle cause principali di morte e morbilità materne: circa il 45% di tutti gli aborti praticati nel Mondo non sono sicuri e il 97% di questi avviene nei Paesi in via di sviluppo (WHO, 2021a)
  • Nel 2022, 91 milioni di donne vivono in uno dei 23 Paesi in cui l’aborto è proibito in qualsiasi circostanza (WALM, 2022).

Pratiche lesive dell’integrità fisica e violenza di genere

  • Si stima che nel Mondo circa 200 milioni di ragazze abbiano subito mutilazioni genitali (UNICEF, 2023b)
  • 12 milioni si sposano prima dei 18 anni: significa 23 ogni minuto (UNICEF, 2023b)
    Salute mestruale
  • In Africa Sub-Sahariana, 1 ragazza su 10 non va a scuola quando ha le mestruazioni (UNESCO, 2014)
Salute e benessere sessuale
  • Nel mondo 1 milione e 700.000 bambini e bambine tra 0-14 anni convivono con l’HIV (WHO, 2022f)

In questo scenario, ricerche e dati suggeriscono che l’offerta di programmi di educazione sessuale a bambini, bambine e giovani a scuola può avere un effetto positivo su questioni sociali più ampie, come la parità di genere, i diritti umani e il benessere e la sicurezza delle nuove generazioni. Ne consegue che dove non vi è una corretta educazione sessuale non si possa parlare di giustizia sessuale e riproduttiva.

Nel 2024 è in programma la prossima Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo (ICPD International Conference on Population and Development). In vista di questo appuntamento, l’Atlante vuole ribadire l’importanza di un’agenda per la giustizia sessuale e riproduttiva come veicolo per mantenere gli impegni presi nel 2019 durante il Summit di Nairobi. Al fine, non solo di garantire i diritti sessuali e riproduttivi in sé, ma combattere tutte quelle violazioni di altri diritti e libertà fondamentali e disparità sociali, politiche, culturali ed economiche.

Giorgia Iacuele

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