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Nel “Mondo del Cinema”, sei domande
per un’intervista a Giuseppe Colombo

Giuseppe Colombo: i suoi incontri con Marcello Mastroianni
e Dario Argento, con Tinto Brass e Roberto Rossellini.

Oggi sono in compagnia di Giuseppe Colombo, un produttore e distributore cinematografico nonché fondatore della compagnia di distribuzione “C.I.C. – Cinema International Communication; nel tempo ha prodotto film con Tinto Brass e Dario Argento ed è membro della giuria del David di Donatello.

INIZIA qui la nostra intervista,  svoltasi presso la redazione della Consul Press:

1)…..Buongiorno dottor Colombo, ho saputo che lei ha lavorato con Marcello Mastroianni: ci dica qualcosa della sua collaborazione con lui –
> La persona migliore che ho conosciuto si chiamava proprio Marcello Mastroianni, una vera e propria star mondiale;  ricordo che a Parigi la gente mi toccava perché ero insieme a lui, era dotato di una grande bontà ed una profonda simpatia nei miei confronti. Infatti quando io produssi il film “Il volo” in molti volevano Gian Maria Volontè come attore principale, a fare il maestro elementare di origine contadina ma – spalleggiato da Tonino Guerra, in qualità di sceneggiatore – ottenni io la partecipazione di Marcello. In seguito rischiai di essere estromesso dalla pellicola ma, sempre grazie all’intervento di Marcello Mastroianni, rimasi al mio posto: per questo e tanti altri suoi interventi dovrei davvero tenere un suo quadro sopra al letto.
Purtroppo, l’ultima volta che lo incontrai, avevo capito che non stava bene dal fatto che, rispetto al solito, beveva dei Whisky piccolissimi ma da buon attore mascherò bene le sue reali condizioni di salute.

2) Come è stato invece la collaborazione con Roberto Rossellini e Tinto Brass: avrebbero avuto lo stesso successo nella nostra era multimediale ?-
> Roberto Rossellini aveva un vero talento nel trovare capitali per girare una pellicola, posso dire che, dopo molte esperienze con lui, si trattasse di un vero e proprio affabulatore, capace di far credere chiunque in un suo progetto cinematografico  ….mentre invece Tinto Brass era un vero e proprio genio nel girare le scene, tanto che da molti critici veniva paragonato al grande Stanley Kubrick. Lo ricordo soprattutto quando girammo “Senso 45”; purtroppo il suo interesse per la sessualità – un erotismo a volte violento – si è rivelato allo stesso modo un pro e un contro nelle sue produzioni.

3) Lei è anche distributore cinematografico, cosa significa in senso pratico il suo ruolo di distributore cinematografico?
> Essere distributore cinematografico, ieri come oggi, significa intuire le potenzialità di una pellicola, rendendosi conto di quello che può piacere oppure no a un determinato pubblico. Nei tempi passati facevamo, ma ancora facciamo, quello che oggi fa Netflix, utilizzando le public company con finanziamenti privati per fare investimenti nel cinema.
Per fare un esempio, vedendo la pellicola “Perfetti sconosciuti” al David di Donatello rilevai subito i potenziali che poteva avere per incassi ed infatti incassò ben 18 milioni di euro, posso ben dire, ad oggi, che essere un distributore, è in un certo qual modo l’anima stessa del cinema.

4) Cosa pensa dottor Colombo dell’intelligenza artificiale nel cinema?-
> Vedere al cinema un Harrison Ford ringiovanito nell’ultimo Indiana Jones, o pensare a Bruce Willis che può recitare anche se dimentica le battute, mi fa ben sperare nell’uso costruttivo dell’intelligenza artificiale, ma è pur vero che il Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden ha dovuto in questo periodo mettere delle regole sul reale utilizzo di questo mezzo, dopo di lui bisognerà vedere cosa ne pensano soprattutto in Cina e in India.

5) Morirà il cinema nelle sale, Colombo?-
> Il cinema rimarrà nelle sale cinematografiche per coloro che vogliono godere degli effetti speciali come nei film di 007 o in quelli di Spielberg, ma la situazione da questo punto di vista in Italia è differente in quanto le società lavorano coi grandi network, come Netflix o Apple. Queste società decidono se un prodotto ha la forza o no di raggiungere i grandi network che in sostanza propongono un progetto: se piace al loro pubblico, poi entrano in partecipazione e c’è un’enorme differenza tra progetti italiani e quelli americani.

6) Ha visto qualche progetto che la ha colpita ultimamente?-
> Ho visto una serie di Netflix chiamata Sex Education molte volte e ne sono rimasto tanto stupito che ho provato a ingaggiarne gli attori, ma purtroppo sono legati a molteplici contratti per i prossimi anni. Sto inoltre progettando una produzione western che sfocia in seguito nell’horror e nel fantasy, un progetto con Enzo Castellani e un contributo senza credito del grande Quentin Tarantino.

CONCLUSA qui la nostra intervista, ringraziato e salutato cordialmente il “Nostro Ospite”, desidero segnalare ai nostri Lettori un precedente articolo –  -riguardante il sempre Dottor Giuseppe Colombo – pubblicato dalla Consul Press a firma di Massimiliano Serriello sulla “7^ Arte”.

©Francesca Marti

Il suddetto articolo risulta pubblicato il 19 gennaio 2020, prima che tutti noi venissimo costretti dal Governo Giuseppe Conte a subire gli arresti domiciliari (… o quasi), per contrastare il c.d. Covid 19. (NdR)

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