Note sul “25 Aprile” da una visuale …..di Monarchia-LiberalDemocratica
25 APRILE 1945: CONSIDERAZIONI IMPOLITICHE
in una analisi di DOMENICO GIGLIO *
con “note a margine” (*1) di Giuliano Marchetti
Il 25 aprile fu la data della insurrezioni di tutte le forze patriottiche e partigiane (*2) deciso dal CLNAI e dal comando militare dello stesso, avendo le forze alleate, delle quali facevano parte anche i Gruppi di Combattimento del Regio Esercito, sferrato l’offensiva definitiva contro le linee germaniche, sfondandole ed avanzando su tutto il fronte, dal Tirreno all’Adriatico, raggiungendo Bologna e puntando verso la pianura lombardo-veneta. In realtà le operazioni belliche terminarono alle ore 14 del 2 maggio, dopo la resa delle truppe tedesche, firmata il 29 aprile nelle Reggia di Caserta.
La data quindi non celebra la fine delle ostilità, come il 4 novembre 1918 (che dovrebbe essere reinserita come Festa Nazionale), ma – diciamo – lo slancio finale, che avrebbe portato alla completa liberazione del territorio italiano, anche se Trieste e l’Istria videro l’arrivo, non certo liberatorio dei comunisti jugoslavi, prima che vi giungessero gli anglo-americani a ristabilire, parzialmente, la situazione. (*3)
Nelle celebrazioni susseguitesi dal 1949, dopo quella iniziale del 25 aprile del 1946, si sono ripetute e si ripetono ancora alcune affermazioni retoriche, per dare lustro alla data, quale ad esempio quella di aver ristabilito la democrazia e di aver dato i natali alla repubblica, affermazioni entrambe false. La prima del ristabilimento delle istituzioni parlamentari con le relative elezioni politiche, risale – non dimentichiamolo – ad un Decreto del Governo Badoglio (RD.L. del 2 agosto 1943-n.175), dove si stabiliva procedere alla elezione della Camera dei Deputati, quattro mesi dopo la fine della guerra, decreto che fu sostituito con altro D.L.L. del 25 giugno 1944 – n.141, dove era precisato che, sempre dopo la liberazione del territorio nazionale, si sarebbe proceduto alla elezione non più della Camera dei Deputati, ma di una Assemblea Costituente. Quindi nulla mutava od aggiungeva a queste decisioni la sollevazione del 25 aprile. Il ristabilimento della democrazia era già scritto e deciso, e nell’Italia Centro Meridionale, dal giugno 1944 (liberazione di Roma), la vita politica ed i partiti avevano ripreso la loro attività, si pubblicavano giornali, si tenevano comizi.
La seconda affermazione, relativa alla repubblica, oltre che falsa era ed è anche offensiva per tutti coloro che parteciparono direttamente od indirettamente alla guerra di liberazione per fedeltà al giuramento prestato per il “bene indissolubile del Re e della Patria” (*4). E questi furono centinaia di migliaia, a cominciare dal ricostituito Regio Esercito, dalla Regia Marina ed Aeronautica, dai Reali Carabinieri, dalle formazioni patriottiche (non partigiane) sorte subito dopo l’8 settembre 1943 (*5), di cui solo a titolo indicativo e non esaustivo ricordiamo le fiamme verdi di Martini Mauri e la “Franchi” di Edgardo Sogno (*6) con i loro caduti, tra i quali furono generali, ammiragli ed altri alti ufficiali, quando non risultano invece esservi nessun esponente dei partiti politici del CLN, nascosti o protetti in chiese e monasteri. Per precisione e correttezza ne ricordiamo l’unico caduto, Bruno Buozzi, sindacalista e già deputato socialista, fucilato dai tedeschi, il 4 giugno 1944, in località “la Storta”, sulla Via Cassia, quando stavano fuggendo da Roma, ma insieme con lui, ribadiamo, furono fucilati il generale Dodi ed altri ufficiali. Con l’occasione credo sia opportuno ricordare che Bruno Buozzi, aveva accettato di collaborare con il Governo Badoglio, dopo il 25 luglio, ricevendo l’incarico commissariale degli ex sindacati fascisti.
Abbiamo detto partecipare anche “indirettamente” alla guerra di liberazione, e mi riferisco alle centinaia di migliaia di soldati, oltre 600.000, presi prigionieri dai tedeschi dopo l’8 settembre e rinchiusi, in condizioni disumane, nei campi di concentramento, veri lager. E quando agli stessi fu proposto da emissari della repubblica sociale di aderire alla stessa e tornare così in Italia, oltre il 90% rifiutò l’offerta per quel famoso giuramento, di cui oggi si parla, a denti stretti, dimenticando sempre e volutamente a chi fosse prestato.
Sempre in merito all’offesa recata ai monarchici che avevano partecipato alla vera Resistenza ricordiamo che nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946 (*7) le provincie di Cuneo, Asti e Bergamo dove vi erano stati importanti nuclei di patrioti, dettero la maggioranza alla Monarchia, come la dette Alba, vilmente chiamata “repubblica di Alba”, le cui vicende furono descritte dal “badogliano” Beppe Fenoglio, in un grande romanzo storico che nessuna importante casa editrice ha più ripubblicato, per quella “congiura del silenzio”, su quanto di positivo abbiano fatto i monarchici e Casa Savoia.
* Presidente del Circolo Rex,
esponente dell’ U.M.I,
dell’ Istituto G.d.O del Pantheon,
nonchè dei Siti e Blog “Monarchici in Rete
NOTE A MARGINE – (1*) Spesso – sia per l’interesse degli argomenti trattati, sia per motivi di reciproca stima personale e di comuni amicizie – sulla Consul Press sono state segnalate sia conferenze organizzate dal Circolo Rex, sia ospitati interventi di Domenico Giglio.
Ma sullo specifico tema qui analizzato dall’autore, ritengo opportuno evidenziare una mia diversa posizione, come già verificatosi anche in un’altra occasione. E al riguardo (intervenendo comunque personalmente come editore e non a nome di tutta la Redazione) desidero ribadire come la così detta “Guerra di Liberazione” dovrebbe invece essere studiata ed esaminata come una drammatica, sanguinaria e tragica “Guerra Civile”, con una unica parte soccombente: “L’ITALIA” !
(*2) Credo che tale “insurrezione di tutte le forze patriottiche e partigiane” del 25 Aprile – su cui sussistono molte perplessità e riserve – dovrebbe essere molto meno enfatizzata e smitizzata.
(*3) E le responsabilità di quanto accaduto a Trieste, in Istria e in altre “Nostre Terre”– prima con l’invasione dei partigiani titini (affiancati anche dai partigiani italiani) e poi con l’okkupazione anglo-americana – a chi dovrebbero essere imputate ?
(*4) IL “bene indissolubile del Re e della Patria” può essere interpretato come un “Atto di Fede” a cui è però opponibile, a mio giudizio, un “altro Credo” vigente in quel periodo storico ed ideologico riguardante la “Fedeltà indissolubile tra l’Italia e il Fascismo”.
(*5) L’8 Settembre ha rappresentato non solo un episodio da condannare sotto ogni profilo, ma un tragico DISASTRO per le conseguenze derivanti dalla ottusità politica e militare sia del Generale Badoglio, sia di quei vertici del Regio Esercito che lo hanno assecondato.
(*6) A mio parere credo che Edgardo Sogno, dopo aver constatato il declinio e il degrado della “Repubblica Italiana, nata dall’Antifascismo, dal C.N.L. e dalla Resistenza”, si sia ampiamente pentito di quella sua scelta giovanile, scendendo successivamente in campo per una “Nuova Repubblica” insieme a Randolfo Pacciardi.
(*7) sul Referendum Istituzionale del 2 giugno, ho già evidenziato la mia posizione ritendolo una vera e propria truffa organizzata dai “nuovi padroni del potere”, come già scritto sia sulla Consul Press, sia altrove ….e questo è uno dei pochi punti di condivisione con gli Amici/Avversari che militano in Campo Monarchico.
# Per concludere – proseguendo sempre a livello personale – alle “3 Date Celebrative” di questa scellerata e sciagurata nostra Repubblica, ovvero: 25 luglio/ 8 settembre/ 25 aprile/, nel Pantheon della mia memoria, mi piace ricordare altre “3 Date Mitiche”, ovvero: XXI Aprile, XXVIII Ottobre, XXI Dicembre !
____________ Giuliano Marchetti