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… Nuovi scenari dopo il 20 gennaio 2017

 E’ arrivato Donald, …..  tornerà Ro-Ber-To?

 Quel giorno, l’11 settembre, quell’alba americana, il primo pomeriggio qui da noi, ci sconvolse.

Uomini che cercavamo scampo gettandosi nel vuoto dai piani alti dei grattacieli, fabbricati che collassavano, una lingua di fumo che oscurava l’orizzonte di New York, il mistero di quell’attacco alla “grande mela”, la visione in diretta televisiva – non una simulazione in un video gioco -, fece si che quel tragico giorno qui, in Europa, quasi tutti, forse anche gli anti /anti yankee, affermarono “siamo tutti americani”.

Seguimmo gli yankee nella loro teoria della “guerra preventiva”, nostri militari partirono da qui per raggiungere prima l’Afghanistan e poi l’Iraq, alcuni di quelli tornarono in Patria avvolti nel vessillo nazionale e negli anni successivi alcune capitali, degli stati da cui quei militi erano partiti, furono colpite da attacchi di kamikaze.

Nel 2008 poi, negli Usa, una grave crisi delle banche a causa di mutui erogati “sulla sabbia” attraversò l’oceano e come un morbo, una nuova “spagnola”, si diffuse nel continente europeo.

Sono passati un po’ di anni da quell’11 settembre, a Bush junior che è stato presidente degli Stati Uniti per ben due mandati è seguito Barak Obama anche lui presidente per ben due mandati; ieri un elicottero, di fabbricazione italiana, lo ha portato via dalla Casa Bianca, il nuovo inquilino ora è Donald Trump. Prima che l’elicottero archiviasse la parentesi Obama, Trump aveva giurato come 45° presidente Usa e poi aveva rivolto il suo discorso d’insediamento non solo agli americani, al suo popolo, ma al mondo, alla popolazione del globo.

Non siamo più “tutti americani” solo gli americani “sono americani” e gli americani non sono più i gendarmi del mondo, non ci sarà più un Donald Trump che a Berlino dirà, come aveva fatto negli anni ’60 J. F. Kennedy “sono berlinese”. Da quegli anni ’60 molte cose sono cambiate, non c’è più la “guerra fredda”, non c’è più il “patto di Varsavia”, ma c’è ancora la “Nato”. L’Urss si è dissolta, al suo posto è risorta la vecchia Russia con uno “Zar” dei nostri tempi, Putin, quelli che erano definiti i paesi satelliti, con la caduta del muro nel 1989, hanno riacquistato la loro piena sovranità, ma alcuni temono di ricadere sotto le grinfie dell’orso sovietico.

L’Europa ha cercato di unificarsi, ha creato un mercato comune, ha eliminato le barriere ai confini, ha dato vita ad una moneta unica ma è in crisi, non riesce ancora a uscire da quella crisi esportata dagli Stati Uniti e giunta nel continente nei primi anni dieci del terzo millennio.

La Gran Bretagna con la Brexit è uscita definitivamente dall’Europa, ma praticamente il Regno Unito aveva sempre remato contro l’Europa, d’altronde fino agli anni ’40 del ‘900 era stata la più grande potenza navale e i sui interessi erano nel mondo, nel suo Commwell. I nostri cugini francesi hanno aderito nel tempo a questa Europa, ma il “gallo” di Francia ha nel suo dna “la grandeur francese” che lo riporta a Luigi XIV, il “Re Sole”. L’Europa gli sta un po’ stretta, a sud c’è l’Italia, a nord-est la Germania, ad ovest la Gran Bretagna.

Con l’Italia c’è un rapporto difficile, di amore-odio, un simbolo di questo stato d’animo possono essere Asterix ed Obelix che, con una invenzione del druido Panoramix, con una pozione magica distruggono l’esercito di Cesare e riescono a mantenere libero, dall’invasione delle legioni romane, il loro territorio.

Con la Germania ci sono vecchie ruggini, per ben due volte, nello scorso secolo, l’aquila tedesca ha aggredito il gallo francese, due guerre mondiali, ora l’aquila tedesca vuole imporre una politica di austerità che il gallo francese non vuole accettare e guarda con interesse la possibilità di una sua Frexit.

Ci sarà una Frexit? Le nuove guerre sono ormai più economiche che militari. L’Europa, quando ha dato vita all’ €URO, ha soppresso la sovranità monetaria degli stati che hanno aderito a questa nuova moneta, la Francia nello scorso secolo, in un momento difficile per la sua economia, creò quello che fu definito il “franco pesante”, oggi si sente in difficoltà strozzata da una moneta che in realtà nasconde la forza del marco tedesco. Se anche la Francia dovesse seguire la Gran Bretagna nella sua scelta di abbandonare l’Unione, la nuova Europa potrebbe sopravvivere soltanto se l’Italia e la Germania unissero le loro forze facendo nel contempo l’Italia il Paese guida per gli stati che si affacciano nel mediterraneo e la Germania il Paese guida per quelli del nord est.

Donald Trump ha fatto capire che, per ridare l’America agli americani e non essere più il gendarme del mondo, lasciata al suo destino l’Europa, con la revisione della Nato ormai obsoleta, lo zar Putin e il presidente, uniti i loro interessi, se ne vanno, per la loro strada che li porta verso l’Asia.

L’Asia sarà il nuovo angolo del globo dove si aprirà una guerra economica. Attualmente, in questa area, un piccolo paese, nato da un armistizio, alla fine di una guerra mai finita, governato da un giovane megalomane in possesso di tecnologia atomica e missilistica, prova a fare la voce grossa proprio con gli Stati Uniti, ma continuerà a farla o capirà che il suo abbaiare può dar fastidio al nuovo inquilino della Casa Bianca?

La Cina cresce economicamente e demograficamente, questo da fastidio sia agli Stati Uniti che alla Russia che uniti cercheranno di ostacolarne la crescita economica anche se, in un’economia globalizzata, potrà avere ripercussioni anche nell’economia di altri continenti. In Asia, recentemente, dopo più di 70 anni,  il presidente Obama si è recato ad Hiroshima ed il primo ministro Shinzo Abe a Pearl Harbor, con questo gesto forse hanno voluto mettere una pietra sul passato e chiudere una ferita reciproca ma, nessuno dei due, ha voluto scusarsi.

Con l’arrivo del nuovo inquilino alla Casa Bianca anche il Giappone si sentirà abbandonato e come l’Unione Europea temerà questa amicizia tra Stati Uniti e Russia, i precedenti storici hanno visto sia l’Europa che il Giappone in conflitto con la Russia degli Zar e con l’Unione Sovietica. Non ci sarà una guerra con bombe e bombardamenti fisici ma ci sarà una guerra economico-finanziaria tra valute e bombardamenti mediatici, da una parte lo Yen e l’Euro, dall’altra il Dollaro Usa, il Rublo, lo Yuan, la Sterlina.

Siamo nella prima metà del XXI° secolo e la situazione sembra ritornare a quella della prima metà del XX° secolo dopo la grande crisi del ’29, è cambiata un po’ la carta politica del globo, ai principali attori di allora, Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Stati Uniti se né aggiunto un nuovo, la Cina.

 Alessandro Ricci

24-giugno-2015-roberto  >  PS …. solo a titolo di pro-memoria  

  Con Ro-Ber-To, che può sembrare il nome proprio di una  persona,  noi   italiani, in quegli anni ’40, volemmo definire  l’unione di una  parte del mondo che combatteva contro l’altra parte ….  Per  contraddistinguere  quell’ unione di  stati,  fu scelta la  prima sillaba di  ogni Capitale:  Roma,  Berlino e Tokio.