Papi ed Imperatori
Venerdì 21 si è avuto a Roma, nella Basilica di S. Maria degli Angeli, un interessante convegno che ha ulteriormente illuminato la figura controversa e magnifica dell’Imperatore di Sacro Romano Impero di Nazione Tedesca (così da Ottone I°) FEDERICO II°. L’evento, organizzato dall’ Ing.CINZIA LONGO per la serie “Incontri in Basilica”, con la partecipazione di Don FRANCO che promuove le iniziative, ancora una volta ha visto l’abilità di ricercatore e la precisione storica dell’Ing.ROBERTO PIAZZINI.
La grande personalità imperiale è stata illustrata nella pienezza del carattere forte ed invitto già dall’età di 10 anni, quando un cortigiano osò rimproverarlo, nella sagacia strategica e trascinatrice che il 1197 lo portò ad essere Re di una Germania compattata, nell’audacia guerriera e diplomatica che gli fece preferire, invece di una Crociata (la sesta) un accordo con il Califfo Kamil, e subire una torbida scomunica che tuttavia non lo fece deviare dalla sua opera pacifica e combattiva, durissima (si veda Pier delle Vigne) e tenera ( la bellissima Bianca Lancia).
Nel volo storico a seguito di questo eccezionale imperatore Roberto Piazzini ha espanso il meglio della sua passione per la conoscenza, che gli ha suggerito un affresco fedele della geografia storica del 1200 dalla Spagna agli stati islamici ed una voce sugli aspetti più particolari di Federico: poeta (era il Sire poeta dei Siciliani ), corrispondente per una ricerca comune sull’arte di addestrare rapaci con Gengiz Khan, autore del “de re coquinaria”, il primo ricettario della storia, fondatore dell’Università di Napoli, e soprattutto indipendente dalla volontà di potere e di ricchezza di Papa Innocenzo III°, per quello che la violenza di questi e del successore poté permettergli. Federico più volte sancì che Papato ed Impero dovevano essere separati, cosa che probabilmente non avrebbe fino all’attuale momento trascinato nella distruzione lo scacchiere europeo.
Una figura che lascia veramente stupiti e felici poiché amò l’Italia più che la Germania, nonostante fosse uno svevo (Hohenstaufen) e normanno di madre (Costanza d’Hauteville), verità che colpisce diretta al cuore se lo si sovrappone alla situazione storica presente: invece di considerare terra di conquista il Paese, deprivandolo senza ritegno, Federico lo arricchì, lo difese, lo fece cantare, fermò invasori, mafiosi e pirati, fino a che l’arsenico dei nemici Papa e Francesi non lo spense si dice a Castelfiorentino, ma alcuni storici propendono per Fondi. Una serata che fa pensare, grazie alla precisione ed alla simpatia del suo relatore ammirato.
Marilù Giannone