Pasta, Leggende e… Fantasia tra Teatri, Osterie e Bordelli
GLI SPAGHETTI ALLA PUTTANESCA NEI BORDELLI,
LA “PASTA ALLA NORMA” A CENA, DOPO IL TEATRO
________ breve excursus gastronomico a cura di Lidia D’Angelo
La pasta non è un semplice piatto, la pasta è tradizione, cultura; è l’icona di un’intera nazione.
Le origini della pasta sono molto antiche, si perdono addirittura nella notte dei tempi, era già conosciuta dalle popolazioni italiche della magna Grecia e dell’Etruria.
Non è assolutamente vero che sia stato Marco Polo a importare la pasta dalla Cina, dopo il suo rientro a Venezia, si tratta di una leggenda metropolitana messa in giro ad arte negli Stati Uniti allo scopo di nobilitare un prodotto affinché fosse considerato internazionale e non legato soltanto agli emigrati italiani.
Ogni regione italiana offre piatti tipici la cui peculiarità è data dalla grande varietà delle materie prime prodotte dal territorio.
Nell’universo “pasta” non è raro imbattersi in piatti sapidi dai nomi alquanto curiosi, per non dire strani, intorno ai quali c’è tutta una storia generalmente sconosciuta ai più.
Alcuni nomi derivano da una frase buttata lì senza neanche pensarci troppo; è il caso degli spaghetti alla puttanesca e della pasta alla Norma. La palma per la vittoria del nome più strano va attribuita agli spaghetti alla puttanesca che occupano il posto più alto del podio; è un piatto tipico della cucina napoletana, condito con un sugo a base di capperi, olive nere di Gaeta e alici; ma perché questo gustoso piatto ha un nome che solletica la nostra curiosità?
Di preciso non si sa, esistendo in proposito almeno due versioni sull’origine del nome che potrebbero essere entrambe attendibili: la prima ci riporta direttamente alle case chiuse di antica memoria, dove gli ospiti venivano rifocillati con un piatto che si preparava velocemente con pochi e semplici ingredienti.
L’altra versione racconta di un architetto che avendo a casa alcuni amici, preparò un piatto con i pochi ingredienti che in cucina in genere non mancano mai; era un piatto rimediato all’ultimo momento su insistenza degli amici che dissero: “Facci anche una puttanata che abbiamo fame”.
Anche la pasta alla Norma, uno dei simboli della cucina siciliana, deve il suo nome a una battuta; si racconta che il commediografo Nino Martoglio fosse ospite dell’attore Angelo Musco con il quale doveva discutere di un lavoro teatrale; i discorsi andarono per le lunghe, a quel punto la padrona di casa preparò un piatto con ciò che aveva: sugo, melanzane fritte, basilico fresco raccolto nel balcone e un’abbondante grattugiata di ricotta salata.
Martoglio dopo il primo assaggio, rivolgendosi alla signora per descrivere il gusto e la sapidità del piatto, pronunciò la seguente frase: “Ma è una Norma” alludendo al capolavoro del musicista Vincenzo Bellini.
Altro piatto famoso sono le penne all’arrabbiata, ma sono veramente così minacciose? Ma no, tranquilli è il condimento che ha un gusto deciso per la presenza del peperoncino piccante che fa diventare il viso rosso, come se le persone fossero colte da un accesso di ira; il nome è tutto meritato.
Questi piatti sono usciti dai contesti regionali e ora rappresentano un pezzo di italianità conosciuto in tutto il mondo.
Altri piatti meno conosciuti ma non per questo meno gustosi, hanno nomi sui generis scaturiti dalla creatività e fantasia popolaresca; basti pensare agli spaghetti allo scarpariello, piatto tipico dei quartieri spagnoli a Napoli.
Lo scarpariello è il calzolaio che dai clienti poveri, si faceva pagare con i prodotti della terra; le mogli dei calzolai poi utilizzavano i prodotti, specialmente le varietà di formaggio, per preparare il sugo con cui condire la pasta.
Avete mai assaggiato gli spaghetti alla cenere? No? Non abbiate timore, ve li consiglio; sono ottimi, conditi come sono con il gorgonzola e un battuto di olive nere che ricordano vagamente la cenere.
Che ne dite di un bel piatto di penne al baffo? Così buono da farvi leccare i baffi (nel caso ce li abbiate).
Per quale ragione le fettuccine Alfredo hanno un nome proprio di persona? Alfredo, Alfredo! Chi era costui? Ma è facile intuirlo! Era il cuoco che inventò la ricetta. Per amore della moglie che era debole a causa del parto e aveva bisogno di rimettersi in forze, che cosa c’era di meglio di un piatto molto nutriente? Allora preparò delle fettuccine all’uovo condite con burro e parmigiano. Il piatto entrò a far parte del menù del ristorante, riscuotendo un grande successo per la sua bontà, tanto da uscire dai confini nazionali e approdare negli Stati Uniti dove è diventato uno dei piatti più popolari.
Qualunque sia il formato, qualunque sia il condimento che la insaporisce, la pasta è parte integrante della vita, della cultura popolare, del patrimonio italiano poiché esprime l’anima di un intero popolo.