Skip to main content

Pesca nel rifugio di Speranza (Hope), Castel S. Elia

Pesca Pesca burning bright in the forest of the day

Mi trovo in campagna in mezzo a un mare d’erba, quasi mi sembra che questo inverno sia troppo verde, vicino a me un bel cinghiale femmina che risponde al nome di Pesca, fitto il suo pelo e docile il suo sguardo, mi chiedo quanto dovesse sembrare terribile il cinghiale di Erimanto ad Ercole quando sconfisse questa mitologica creatura, mi trovo nel rifugio di Speranza (Hope) e mi chiedo quanti sogni e speranze rimangono all’uomo oggi giorno.

Quanto manca alla prossima catastrofe? Quante ecatombi di animali dobbiamo ancora commettere prima che si verifichi finalmente la nostra fine terrena, sudditi o credenti di queste nuove realtà che ci si manifestano: Mauro Biglino che si presenta sulla Rai poco prima del Natale parlando apertamente di divinità spaziali ed altre amenità citando quella che lui dice essere la traduzione letterale della bibbia.

Quando nell’anime Tekkaman giunge sulla terra l’alieno Andro Meuda (biondo e con i capelli afro), profugo di un pianeta distrutto dal male e dalla cattiveria di invasori alieni, ce lo presentano su una spiaggia a guardare il tramonto, a fargli da contraltare una scimmietta giocattolo quasi distrutta che lui schiaccia con un piede mentre dice queste parole: “L’uomo ha distrutto anche questo pianeta” (ed erano ben 50 anni fa! ).

La navicella del mio intelletto fa un passo falso e mi torna la cinghialessa Pesca in mente come la famosa Maria di un testo di Giorgio Gaber: che me ne importa del Vietnam, della Cambogia, delle divinità spaziali, se io voglio parlare solo di Pesca? Per parlare di lei bisogna parlare di chi la protegge, del contesto in cui lei é stata salvata e del modo in cui vive adesso.

La missione del Rifugio Hope è salvare e salvaguardare più animali possibili, indipendentemente dalla loro specie di appartenenza. Tutti hanno cuore, anima e sentimenti e tutti, indistintamente, hanno bisogno di amore, cure ed aiuto. Gli animali sono soggetti e non oggetti nel rifugio e questo mi rincuora.

Il rifugio Hope come tanti altri si basa sull’essere vegetariano o vegano, ma essere cosciente (nel mio piccolo) da carnivoro mi fa chiedere come e dove posso fare meglio.

La criticità che vedo nei forum di questo ed altri rifugi sono sempre le stesse, troppe povere bestie sono modificate geneticamente per crescere velocemente e velocemente morire, i maiali con i loro sei anni di vita massimi sono un chiaro esempio di ciò che ci danno da mangiare nei supermercati chiamandola carne e rifletto su ciò che diceva sempre un mio maestro di cucina molti anni fa: “Io mangio poca carne e la pago tanto”.

E’ passato capodanno, sono sopravvissuto a tutta una serie di pranzi e cene e dopo tutto quello che ho mangiato sinceramente mi sento soprattutto un’ipocrita e non é solo un problema di carne, per contro vivo nel ricordo di un tempo in cui non ci si incontrava solo per mangiare insieme ma per condividere in famiglia e con gli amici stretti valori e passioni.

foto etsy wikipedia                                        ©Francesco Spuntarelli

Lascia un commento