PICASSO durante la Grande Guerra
TRA CUBISMO E CLASSICISMO
Dal 22 Settembre al 21 Gennaio del 2018 alle Scuderie del Quirinale a Roma è in atto una mostra dal titolo “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo: 1915-1925”. La mostra approfondisce un tema preciso, non ripercorre l’intera produzione artistica del Pittore, ma il primo viaggio di Picasso in Italia all’età di 36 anni, già pittore affermato e conosciuto per il cubismo.
Ricorrono i cento anni da questo suo soggiorno a Roma e a Napoli durato due mesi, (le stesse tappe della mostra già svoltasi a Napoli nei mesi scorsi), accompagnato da due illustri artisti, Jean Cocteau e il musicista Igor’ Fedorovic Stravinskij. Il viaggio è occasionato dalla collaborazione di questi artisti con il direttore artistico Sergej Pavlovic Djagilev, fondatore dei “Ballets Russes”, il quale con la sua compagnia si era spostato a Roma per realizzare un grande spettacolo teatrale, un balletto dal titolo “Parade”, a tema circense.
A Roma s0no accolti dal pittore Carlo Socrate e da Fortunato Depero, un futurista che aveva studiato da burattinaio e poteva dare buone indicazioni a Picasso. Lo studio si trovava nella storica Via Margutta, vera fucina per l’arte, in un momento di grande fermento artistico caratterizzato da tendenze molto diverse, quelle avanguardiste, futuristi e dadaisti, che volevano tagliare con il passato, proiettandosi nel futuro, e quelle moderniste, che cercavano l’ispirazione nei grandi maestri del passato e nella classicità.
La battaglia Tradizione-Modernità è molto accesa non solo in Italia, ma in tutta Europa. Picasso e questi suoi collaboratori appartengono alla corrente modernista, il loro viaggio in Italia influenzerà fortemente la loro arte e nel caso di Picasso cambierà anche la sua vita. E’ proprio a Roma che conoscerà la sua amata, la ballerina russa Olga Klokhlova. A Roma Picasso è colpito dall’arte di Raffaello, dal Vaticano e dalla Cappella Sistina, dalla Collezione Borghese e dalle sculture di Bernini, dal Rinascimento e dal Barocco.
A Napoli il fascino dei vicoli, la Commedia dell’arte, gli spettacoli e i teatrini affollati che si svolgevano per le strade, con le loro caratteristiche di improvvisazione e mimo e le maschere di Arlecchino e Pulcinella ispireranno molte opere di Picasso, il quale amava ritrarsi in veste di Arlecchino. Inoltre le opere classiche del Museo Archeologico, il celebre Ercole Farnese e gli affreschi di Pompei ebbero sul Pittore un forte impatto emotivo e artistico e influenzeranno molto le sue opere successive.
Il percorso espositivo inizia con le opere del tardo cubismo, caratterizzate dalla scomposizione dell’immagine e dalle varie tecniche di assemblage, poi si possono ammirare due grandi opere che Picasso realizza durante il suo soggiorno a Roma “Arlecchino e donna con collana” e “L’Italiana”, e altre opere ispirate dai personaggi della Commedia dell’arte, Arlecchino e Pulcinella. Un altro passaggio importante sono le opere degli anni venti, che si ispirano alla mitologia classica con il loro riferimento al monumentale e al gigantismo. Da questi capolavori si passa, in un’altra sezione della mostra, a oggetti che documentano il suo soggiorno a Roma e Napoli, come cartoline, lettere autografe e fotografie, ma soprattutto i molti disegni delle scene e dei costumi per lo spettacolo teatrale “Parade” e “Pulcinella”.
La mostra prosegue e si completa in un altro spazio espositivo, la Sala Pietro da Cortona, all’interno di Palazzo Barberini, dove è possibile ammirare il grande sipario realizzato da Picasso a Roma, dalle enormi dimensioni 16,40×10,50 metri.
L’intento è di far dialogare opere appartenenti a periodi storici diversi evidenziandone le affinità. In questo caso l’effimero, l’illusionismo teatrale, la finzione, la meraviglia, lo stupore sono caratteristiche comuni sia dell’opera di Picasso che della straordinaria Volta affrescata da Pietro da Cortona. Il Barocco ispira l’Avanguardia. Oggi come allora l’obiettivo è stato raggiunto: stupire il visitatore. “E’ del poeta il fin la meraviglia, chi non sa far stupir, vada alla striglia!” (Gian Battista Marino).
ITALIA DOCET. Alcune riflessioni, scaturite dalla visita alla mostra, riguardano due argomenti fondamentali e attuali: il viaggio in Italia e il Centenario della Grande Guerra. La mostra offre l’occasione per ricordare l’importanza della tutela e della conservazione del Nostro Patrimonio Artistico e Culturale, da sempre ammirato e studiato dagli europei e dal mondo intero. “Gran Tour” era chiamato così il viaggio formativo dei giovani colti, che da tutta Europa si spostavano per visitare l’Italia e la Grecia, culla della civiltà greco-romana. Questo viaggio influenzava in modo indelebile la loro vita e la loro arte.
Le citazioni del classico nell’arte moderna e contemporanea sono presenti a volte in modo esplicito, altre volte secondo modalità meno evidenti; fonti importanti perché permettono alla Tradizione di conservarsi e di tramandarsi in una continua opera di modernizzazione. Il dialogo Tradizione e Modernità si stratifica nel tempo e nella memoria con continui rimandi che attualizzano il messaggio. Inoltre la mostra richiama il periodo della Grande Guerra e il ruolo degli intellettuali, (artisti, letterati, musicisti, pittori). Costoro pur partecipando al grande Evento non smettono di pensare e di fare arte, anzi quella situazione limite ispira loro idee, sentimenti, opere.
Portano avanti la loro Battaglia per l’Arte, intesa come elemento di coesione e di unificazione, portatrice di messaggi universali, capace di superare i contrasti e i limiti momentanei, per sollevare le problematiche su un piano superiore, quello del pensiero e della creatività, aprendo a un fronte veramente originale per combattere battaglie ancora più audaci e ardite.
Un invito allo studio: alimentare il “Grand Tour” e impedire il “Tour de force”. Basta con il turismo che trascina masse e folle fuori luogo e fuori posto, impedendo al viaggiatore e allo studioso una fruizione attenta e ragionata dei luoghi d’arte, luoghi di silenzio e di riflessione da contrapporsi e da non confondere con i luoghi dello svago e del divertimento.
Un invito alla ricerca a 360°: in un paese (la P è volutamente minuscola) come l’Italia, dove la ricerca è stata dichiarata “Fuori legge”, si possono studiare infatti solo “alcune cose” e altre si tenta di distruggerle o nel migliore dei casi di rimuoverle, ricordiamo che la Storia è Magistra Vitae.