Post – Convegno presso Raido
Sabato 14 gennaio, presso i locali ove è situata la Libreria Raido in Roma, si è svolto l’incontro-conferenza con le EDIZIONI di Ar, rappresentate per l’occasione da SILVIA VALERIO, MASSIMO PACILIO e CRISTINA COCCIA, nonché dalla stessa presenza – in sala, tra il pubblico – dell’Editore.
Le Edizioni di Ar – con le proprie numerosissime pubblicazioni – da sempre simbolo di una dedizione all’ IDEA e strumento di trasmissione di valori imperituri, hanno avuto il merito di far conoscere a molteplici generazioni testi fondamentali tra cui “Militia” e “Capo di Cuib”, che costituiscono una solida base per ogni cammino militante, nonché una bussola di orientamento tra le paludi del mondo moderno, testi fondamentali per proseguire nel solco della Tradizione.
Dopo una breve introduzione a cura di Raido, incentrata proprio sul riconoscimento dell’opera di milizia svolta nel corso degli anni dalle Edizioni di Ar, ha preso la parola Silvia Valerio, che ha introdotto il tema della serata, riguardante il problema dell’invasione migratoria, nonché delle sue conseguenze, dei suoi presupposti e degli scenari che questa comporta, attraverso l’analisi di un testo, a tratti profetico, quale è “Il campo dei Santi”, romanzo scritto negli anni ‘70 da Raspail. L’autore è stato un anticipatore non soltanto nella descrizione del fenomeno migratorio in senso stretto, ma anche e soprattutto della forma mentis attraverso la quale l’uomo europeo guarda, pensa, analizza e reagisce ad un siffatto evento, pronto com’è ad assecondare supinamente i vezzi, gli usi e i costumi di popoli venuti da lontano, ammainando i propri valori, con la conseguenza reale di dar vita ad una società multirazziale, altro tassello verso l’eliminazione di quelle Unità, tanto invise alle oligarchie internazionali.
Ponendo sempre come orizzonte tematico il libro di Raspail, Massimo Pacilio ha posto l’attenzione sui motivi che hanno portato, come nel libro così nella realtà effettiva dei giorni d’oggi, i popoli europei ad un totale disarmo morale, ad un’inerzia di fronte ad una tenace volontà, ad un assistere passivo di fronte allo scorrere inesorabile del fiume della storia. Fonte originaria di questo stato dell’essere è l’idea cosmopolitica, portata a compimento dall’illuminismo, che ha come corollario il principio dell’uguaglianza, concetto astratto, frutto di elucubrazioni mentali e non appartenente alla natura umana se non attraverso la preventiva degradazione dell’uomo da essere ad atomo…. Degradazione in cui tutte le qualità, e quindi i motivi di differenziazione, sono cancellati, sicché l’umanità si trasformi in una immensa distesa di sabbia.
Il cerchio si chiude con l’intervento di Cristina Coccia, vertente sulla condizione demografica italiana e sull’importanza della conservazione genetica, la quale ha mostrato, con la sua dissertazione, che la rovina morale interna alle popolazioni europee poggia le sue radici anche sulla devianza genetica insita nell’uomo della società multirazziale, il cui patrimonio di sangue risente proprio della mescolanza, tanto sperata dalle élite mondialiste. Dinnanzi all’immobilismo, alla passività di un Europa imborghesita, una chiara esortazione traspare, infine, dalle parole chiare e precise dei relatori: rimanere in piedi tra le rovine, proseguendo in quel cammino di resistenza, che è e sarà, comunque, di Lotta e Vittoria.
IN ALTO I CUORI !