QBquantobasta, il mensile triestino della cultura alimentare in grande ascesa
In un mondo di food e travel blogger improvvisati che fanno finta di occuparsi di arte culinaria legata al nostro territorio, per fare esclusivamente business, qbquantobasta, il mensile di gusto e buongusto dell’euroregione diretto da Fabiana Romanutti, si contraddistingue per autorevolezze, competenza e passione per la materia, non a caso sta diventando uno dei punti di riferimento per la cultura alimentare del territorio.
Nato nel settembre 2009 nella duplice versione on line e cartacea, QB ha debuttato come inserto tabloid quindicinale allegato ai quotidiani regionali, Messaggero Veneto e Il Piccolo; dall’ottobre 2011 il grande salto: diventa un magazine mensile autonomo e indipendente.
Grazie alla qualità dei contenuti e alla professionalità dei collaboratori, all’impegno e alla creatività dei direttori Fabiana Romanutti e Nicola Santini, QB ha conquistato un posto significativo nel mondo della comunicazione specializzata nella regione del Friuli Venezia Giulia e non solo.
Ogni mese il mensile cartaceo offre un punto di vista nuovo e contemporaneo sul mondo del cibo, del vino, degli eventi golosi di gusto e degli appuntamenti di buon gusto.
A differenza di altri blog e riviste enogastronomiche, alla base del progetto QB c’è una visione filosofica-antropologica: il cibo, in quanto elemento culturale primario, si presta perfettamente allo studio delle culture e delle identità, la migliore rappresentazione delle società e il miglior mezzo per interpretarne le caratteristiche. Dal Lévi-Strauss di Il crudo e il cotto a Marvin Harris in Buono da mangiare, buono da pensare, si può notare come lo studio della gastronomia senza una prospettiva antropologica diventa privo del più profondo significato che ha il cibo per l’uomo cadendo nell’errore di non considerare l’alimentazione come un continuum che si evolve, ma piuttosto come una serie di regole fisse che identificano sommariamente le varie culture.
Importante è stato anche il rapporto tra cibo e letteratura. Per Marcel Proust il sapore ed il profumo di una madeleine (dolce a cui è dedicato un contest sul sito di QB) inzuppata nel thè, grazie ad una travolgente sinestesia lo riporta con la memoria alla sua infanzia. Questa sensazione cosi forte darà origine all’intero ciclo di “Alla ricerca del tempo perduto”, in cui le pagine legate al cibo sono numerosissime. Anche l’Ulisse di James Joyce inizia parlando dei gusti del protagonista Leopold Bloom che con poca raffinatezza mangiava le interiora di animali, una minestra di rigaglie e un cuore ripieno di arrosto.
Le identità e gli scambi tra diverse società e culture, in ottica gastronomica, forniscono un ampio bagaglio di dati e di strumenti di analisi utili alla gastronomia, ed è proprio su tale approccio che lavora QB, partendo dal versante antropologico e sociologico che spiega anche del perché alcuni cibi siano preferiti ad altri e ci ricordano alcune leggi fondamentali che l’umanità sembra aver dimenticato. D’altronde, come come sostiene Carlo Petrini in Buono, pulito e giusto. Principi di nuova gastronomia:
“Gli stessi onnivori possono avere delle buone ragioni per non mangiare tutto ciò che pur sarebbero in grado di digerire. Alcuni cibi non valgono lo sforzo di produrli e prepararli; altri possono essere sostituiti con cibi meno costosi e più nutrienti; altri ancora si possono consumare solo a condizione di rinunciare a derrate più vantaggiose. Costi e benefici in termini alimentari entrano in maniera fondamentale nel bilancio: in genere, i cibi preferiti offrono di più in termini energetici, di proteine e di vitamine, di sali minerali che non i cibi evitati. Ma ci sono altri costi e benefici che possono obliterare il valore strettamente nutritivo dei cibi e determinare essi stessi se questi siano buoni o cattivi da mangiare. Alcuni cibi di elevato valore nutritivo sono evitati perché richiedono tempo e sforzi eccessivi per la loro produzione, oppure perché finiscono per danneggiare la terra o hanno effetti negativi ‘sulla vita degli animali, sulle piante, su altri elementi ambientali”.
Insomma QB si propone come un progetto ambizioso e completo sulla cultura dell’alimentazione, esplorando prodotti, piatti, luoghi, ristoranti, iniziative locali, dando spazio a consigli di esperti, compresi nutrizionisti che si esprimono sulla sicurezza degli alimenti che mangiamo e rievocando passaggi letterari e citazioni filosofiche per offrire agli appassionati e ai cultori del cibo, un’esperienza unica che lo condurrà alle proprie radici e alla scoperta del proprio gusto.
Tra le iniziative del magazine si segnala il libro scritto da Fabiana Romanutti e Nicola Santini We love Sardoni, uno scrigno di ricette e curiosità corredato di foto a colori, che va oltre il ricettario. Un libro su Trieste, patria dei sardoni, sul suo mare e su una delle sue passioni: quel piccolo pesce azzurro, un’alice, che può anche diventare acciuga. Il sardone, con la bora e con le osmize fa parte dell’identità della città.
________________Annalina Grasso
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