Reddito di Cittadinanza o “Micro Credito” a tasso/zero?
MICRO CREDITO: UNA SOLUZIONE
PER AGEVOLARE UN’ATTIVITA’ O UN LAVORO SICURO
di Alessandro P.Benini
Per anni, quando il Movimento Cinque Stelle era ancora in fasce e le forze politiche presenti in Parlamento divise in due coalizioni si alternavano al governo, chi rimaneva all’opposizione criticava aspramente le misure adottate, più o meno ragionate, per risolvere, più o meno, le problematiche del momento.
Iniziative e regalie buttate giù a “pioggia”, ultimo caso i famosi ottanta Euro di Renzi, che, nelle aspettative dell’allora premier, avrebbero dovuto colmare il carrello semivuoto della spesa degli italiani. Niente affatto, quei soldi sottratti alla voracità del fisco, scomparvero, alla fine, nel calderone dell’aumento del costo della vita, che alla faccia della deflazione al tempo incombente, saliva comprimendo la propensione a spendere. Oggi, tra un Consiglio dei Ministri e l’altro, tra uno scambio di battute con i nemici europei e qualche rassicurazione nostrana senza effetti se non i minacciosi propositi dei burocrati faziosi e spocchiosi di Bruxelles, siamo arrivati al nodo del “reddito di cittadinanza”, che dovrebbe sollevare dalla povertà circa cinque milioni di cittadini, non solo italiani.
Un’operazione in deficit, che, nell’intenzione di mitigare le enormi disuguaglianze che privatizzazioni e neoliberismo hanno prodotto nel nostro Paese e non solo al Sud, sembra destinata ad avere un effetto transitorio per il meccanismo di individuazione del disagio, nonché per il proposito di offrire due possibilità di impiego, prima di sospendere l’erogazione del contributo, che fornirebbe una nuova possibilità a furbi e cialtroni d’ogni risma di lucrare per un periodo non breve un reddito non dovuto.
Più efficace poteva essere un sistema di elargizione destinato esclusivamente nei casi, accertati, di maggior disagio, utilizzando, poi, gran parte dei dieci miliardi previsti per il reddito di cittadinanza per l’avvio di attività artigianali coadiuvate da un sistema di microcredito a zero interessi, che permettesse alla enorme platea della disoccupazione giovanile di intraprendere una serie di attività oggi in disuso, ma non per questo meno redditizie.
L’assistenzialismo, dunque, è doveroso in quelle circostanze dove non esiste alternativa di un lavoro, altrimenti un provvedimento di questo genere potrebbe essere un incentivo alla più totale inerzia.