Riflessioni sul risultato delle Elezioni Regionali 2020
I VERI PROFESSIONISTI della pOLITICA (*1)
un’ approfondita analisi di DOMENICO GIGLIO
ed alcune “note” a cura di Giuliano Marchetti
Se avevamo definito i “Cinque Stelle” dilettanti allo sbaraglio dobbiamo dare atto che l’attuale segretario del PD, nonché Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, da vero professionista della politica, ha saputo trasformare in vittoria quella che in realtà è stata una mezza sconfitta. Per oltre un quarto d’ora, domenica sera, ai primi risultati delle elezioni regionali, a reti televisive unificate (Porta a Porta, TG7, Sky, RaiNews, TG5), nemmeno fosse il messaggio di Capodanno del Capo dello Stato (*2), ha imperversato senza interruzione sul significato storico della vittoria in Emilia Romagna.
A prescindere che poi non è stato così in tutte le province, ma solo il mantenimento di quanto la sinistra già aveva fin dalla nascita, mai troppo deprecata, dell’Ente Regione (*3), snobbando (speriamo non si offendano i calabresi) la disfatta storica del centrosinistra in Calabria, passata trionfalmente al centrodestra, (55,71% contro 30,26, cioè più del 25% !) dove il PD aveva fatto ricorso ad un industriale indipendente, non avendo nemmeno la faccia di presentare un candidato presidente iscritto al Partito.
Questo atteggiamento del segretario ieri ex comunista, oggi “democratico” – riprendendo una tradizione comunista di trasformare in ”democratiche” tutte le associazioni fiancheggiatrici – è la prova di una scuola per preparare funzionari e dirigenti del vecchio partito, insegnando come utilizzare slogan di facile effetto, come è stato in tutta la campagna elettorale parlare degli avversari, come fomentatori d’odio.
Ma è possibile che noi italiani abbiamo la memoria così corta? (*4)
Dal 1945 in poi se vi sono stati dei seminatori d’odio istituzionale, politico, sociale questi non sono stati certo gli esponenti del centrodestra di allora, ma gli esponenti delle varie sinistre, sempre di matrice comunista.
Tornando ai “sovrumani silenzi”, zingarettiani e non leopardiani, non solo sui risultati della Calabria, anche per quanto riguarda l’Emilia è opportuno sottolineare che ben 4 province, non certo secondarie, hanno dato la maggioranza netta dei voti alla non brillante candidata del centro destra, Piacenza con il 59,60% contro il 36,8 % ( più 22,8), Ferrara con 54,80 contro 40,70 (più 14,1), Parma con 49,6 contro 45,6 (più 4,00 – ritorna il Ducato di Parma e Piacenza ?!) ed infine anche Rimini (forse in omaggio a Fellini ?) con un ridotto 47,50 contro 46,40. Dei grillini e dei loro candidati non parliamo perché non siamo dei Maramaldi. (*5)
DOMENICO GIGLIO
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NOTE A MARGINE
(*1) non trattasi di un errore grafico, ma la “P” di professionisti risulta opportunamente con un’iniziale maiuscola, mentre la “p” di politica con un’iniziale minuscola, tanto per evidenziare la diversità esistente tra l’astuzia dei “professionisti” e i veri ideali della “politica”.
(*2) personalmente, come Cattolico/Ghibellino, avrei molte perplessità sull’utilità di ascoltare i soporiferi ed inutili sermoni ecumenici del Presidente della Repubblica, così come qualche volta i messaggi politici scanditi da una finestra su Piazza San Pietro.
(*3) sulla perversa istituzione dell’Ente Regione, nonché del deleterio successivo mantenimento, più volte la Consul Press ha manifestato il proprio dissenso duro e puro. Infatti le Regioni – a prescindere dalle loro specifiche identità e tradizioni, dalle loro storie e culture – sono state concepite ed istitutite con l’avvento del centro-sinistra come “Enti” autonomi amministrativi, trasformandosi poi autentici centri di potere politico/economico e di corruzione lobbystica/affaristica, con enormi costi per la Nazione rispetto ai ben modesti risultati e benefici per le comunità territoriali.
(*4) ecco perché (ben condividendo una posizione politicamente scorretta) si potrebbe ben giustamente criticare e disapprovare i falsi miti proposti – e molto spessi imposti – dai “Regimi Democratici”, consigliando a tal proposito qualche opportuna lettura, come ad esempio il saggio di Nicola Cospito: “Perché non sono democratico”.
(*5) …. ebbene no ! anche i grillini si meritano la restituzione di una valanga di “Vaffa Day”
Giuliano Marchetti