RS-33 Riservato Segreto, Guglielmo Marconi
La scienza alternativa del gruppo italiano RS-33 ‘Guglielmo Marconi’
Raffaele Panico
Le ricerche scientifiche del ristretto riservato e segreto gruppo di studiosi italiani “RS – 33 Gruppo Guglielmo Marconi”, voluto dal regime nel 1933 in sigla RS-33, è avvolto ancora in un velo di leggende.
Era uno dei gruppi di studiosi che focalizzavano le ricerche sulla natura e sugli atomi della materia di tipo implosivo con particolare attenzione alle energie alternative che culminano, oltre che sull’atomica, dalle ‘cronache della guerra’ nel finale più tragico, anche con un programma di aereo discoidale e di orbita geostazionaria spaziale.
Oltre a Guglielmo Marconi che darà nome al gruppo, voluto in effetti da Mussolini nel 1933, altri italiani sono coinvolti in questa scienza “implosiva” quali Pierluigi Ighina, questi per altri aspetti, Narciso Genovese e l’ingegnere Giuseppe Belluzzo, ed altri ancora, nel programma V1 e V2 fino al V7 appunto per i succitati voli spaziali.
Il maestro fu Marconi, anche se sembra si sia tenuto defilato; le ricerche – la maggior parte ancora sconosciute puntavano su un approccio completamente diverso sull’utilizzo dell’atomo e la possibilità di convertire l’energia solare in forza propulsiva: tecnologie ed energie non convenzionali e assolutamente alternative. Il primato italiano detenuto almeno fino al 1936/37, per i noti errori e decadimenti personali di Benito Mussolini, finito come è finito, venne passato o meglio trapassato ai nazisti della SS Ahnenerbe che andavano a cercare l’uomo di Atlantide, in Tibet e il XIII teschio di Cristallo, la lancia di Longino eccetera.
Per dare una sistemazione giornalistica a questa ricerca, partiamo dalla fine del Terzo Reich. Non solo, per una cronologia di faglie storiche tra la fine della metà del XX secolo, 1942-48, fino all’inizio della nuova fase storica – durata fino al 1989-91, quando il Secolo Breve chiude l’altro regime ideologico vincente, comunista e sovietico, ma che aveva avuto come bottino di guerra l’uso delle stesse tecnologie convenzionali dei vincitori del secondo conflitto mondiale: gli Stati Uniti e i loro Alleati.
È consuetudine delle cose umane che le importanti e vitali ricerche scientifiche e tecniche inizino sempre dai fatti bellici e da fini militari per poi entrare nell’uso comune, quotidiano e pacifico. Appaiono prima di tutto due giganti nella prima parte del XX secolo, Guglielmo Marconi e l’ungherese, Nikola Tesla, e un loro predecessore, l’inglese Grindell Matthews. Un filo lega le loro ricerche e da italiani sembra confortarci il fatto che anche gli inglesi, prima di noi, non capirono o vollero capire la portata di questa scienza e tecnica alternativa a quella ancora attuale convenzionale che mette a rischio il Pianeta con l’inquinamento. Marconi è stato un grande intuitivo che oltre alla radio, che cambiò la vita del genere umano, aveva fiducia nell’avvenire, nel futuro: ad esempio, aveva intuito il mezzo della televisione, la forza dell’antigravità, della cura di alcune malattie con le onde radio eccetera.
Torniamo al crepuscolo del Terzo Reich. Ai primi di marzo, i servizi segreti Alleati erano in fibrillazione per informazioni terrificanti circa i progressi scientifico-militari delle SS che stavano preparando un colpo capace di ribaltare l’esito della guerra: il bombardamento di Londra e New York con nuove bombe: le atomiche. Gli italiani, per primo Benito Mussolini, erano informati, come tempo fa confermato da Luigi Romersa, nel suo libro (Le armi segrete di Hitler) ed anche in interviste televisive sulle reti televisive italiane. Le bombe erano state sperimentate dapprima – ottobre 1944, presso l’isola di Rügen, nel Baltico, successivamente il 4 marzo 1945 nel sud della Germania presso il villaggio di Ohrdruf in Turingia.
Nell’aprile 1945, sul fronte dell’Est, secondo gli ordini di Hitler, le città di Praga e Breslavia resistono contro le forze sovietiche, lasciando sul campo un elevatissimo numero di giovani tedeschi delle Hitlerjugend, i ragazzi combattenti.
Sul fronte Occidentale invece dall’11 aprile 1945 (siamo a 4 giorni dalla morte del presidente Franklin Delano Roosevelt) gli Alleati, già diretti verso Berlino, avanzano ora verso sud–est, verso la Turingia, non senza considerevoli perdite di vite umane, a cui non badano, perché? Si trattava, infatti, di non perdere tempo, se la Germania avesse resistito pochi giorni, o settimane, Hilter avrebbe potuto cambiare le sorti della guerra. Paradossale, visto che Hitler sarebbe uscito dal suo bunker a Berlino, in una Germania bombardata a tappeto ma da vincitore e con un armistizio da proporre sia agli Alleati che ai Sovietici.
In quei giorni, mentre Heinrich Himmler tentava di concludere di persona trattative con gli Alleati all’oscuro di Hitler e a Sud delle Alpi, in Italia, era andato in porto l’accordo del generale delle SS Karl Wolff con gli americani che disimpegnava il Fronte sud italiano, a nord del Baltico, in Norvegia, nelle basi aeree tedesche vi erano ancora una sessantina di bombardieri capaci di volare da un lato, fin sulla costa atlantica degli Stati Uniti e, per la via polare, fino alla Manciuria, sotto il controllo giapponese. Il 20 aprile 1945, Hitler compie 56 anni, è nel suo Bunker di Berlino, in ‘omaggio’ al Führer, la bellissima cittadina medievale tedesca di Hildescheim viene cancellata con tutti i suoi abitanti come Dresda, grazie a un bombardamento al fosforo degli Alleati. Lo stesso giorno decolla da Praga un Junkers JU 390, un gigantesco esamotore, verso la Norvegia, è uno dei primi al mondo in grado di potersi riforniti in volo.
Questa invenzione tedesca della seconda guerra mondiale è solo uno tra i 50.000 brevetti che alla fine saranno bottino di guerra per gli Stati Uniti. Sommergibili, razzi, vettori, ‘ali volanti’, i primi aereo-discoidali detti “trottole volanti”, prodotti chimici, produzione della benzina sintetica ecc. ecc. Non solo brevetti, ma la fonte stessa della conoscenza e della ricerca, l’intelligenza che, per ulteriori 50 anni, come von Braun per il programma spaziale americano, e altre centinaia di scienziati tedeschi sono stati riciclati nell’“Operazione Paperclip”, detta anche Graffetta per l’apposizione delle ‘veline’ sui curricula dei nazionalsocialisti, ‘levigati’ apposta, mitigati per decantare il loro passato troppo compromesso col Terzo Reich. Tutto l’enorme apparato riciclato da russi e americani a fine guerra, cui altri paesi spettarono briciole del tutto… Se si può parlare di scienza alternativa o “altra scienza” che trascende in Europa e in pieno XX secolo la realtà e sconfina anche in aspetti esoterici è proprio per il gruppo che in principio fu italiano denominato RS-33 o Gruppo Marconi e, poi, italo-tedesco o meglio soffiato ai tedeschi, impossessato agli oscuri disegni del Terzo Reich.
Questo tratto storico-scientifico della II Guerra Mondiale è ancora in gran parte sottoposto ad archiviazione, ma dopo oltre 70 anni, alcuni archivi si possono aprire alle ricerche. Ogni Stato preserva il suo status istituzionale politico-giuridico per evitare che il circuito mediatico delle informazioni possa influire con la propaganda e contro propaganda sulla catena degli eventi storici, sulla mentalità ideologica e politica, sugli aspetti e certezze dell’avvenire, sul futuro e la quotidiana fatica, o svago, del vivere quotidiano dei cittadini.
Per gli italiani è sempre la solita storia “corsi e ricorsi” storici “ricorrenti e ritornanti”: il Primato, ossia il Rinascimento e il Futurismo o, la Decadenza del ‘600 col barocco e la servitù allo straniero.