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Roma. questa sera la mostra di disegni “Sfratto” dell’artista Laura Partin

L’Accademia di Romania in Roma, con l’appoggio dell’Istituto Culturale Romeno, inaugurerà mercoledì, 19 febbraio, alle ore 18:00, la mostra di disegni “Sfratto”, dell’artista Laura Partin

Questa serie di disegni affronta il problema dei rom sfrattati dalle loro case in affitto in Romania dal 2010 e finora. Il progetto di Laura Partin prende spunto dalle fotografie di fotoreporter, da articoli e video reportages interessati a questi casi e documenta in modo empatico quello che l’artista considera la situazione di esclusione sociale e di vulnerabilità delle persone che sono finite in strada o in alloggi precari, soprattutto in seguito alla chiusura delle aziende industriali in cui lavoravano.

Il portfolio di opere dell’artista, che includerà 60 disegni, mira, secondo le dichiarazioni dell’artista, a minare alcuni stereotipi e a sensibilizzare l’opinione pubblica, attirando l’attenzione sulla condizione di vittime in cui si trovano alcuni dei rom negli attuali contesti sociali, in Romania e altrove. Le opere saranno esposte nella Galleria dell’Accademia di Romania in Roma dal 19 febbraio al 28 febbraio e la mostra potrà essere visitata secondo il programma segnato sulla pagina dell’evento.

SFRATTO   Mostra di disegni Laura Partin Inaugurazione – Mercoledì, 19 febbraio, ore 18:00

Galleria dell’Accademia di Romania in Roma    Viale delle Belle Arti, 110 19.02.2020 – 29.02.2020

Questa serie di disegni è frutto di un progetto artistico e di ricerca, uno dei due casi documentati dall’artista Laura Partin e forse non abbastanza mediatizzati. Il primo su cui si sofferma è quello delle 76 famiglie (circa 300 persone) che vivevano vicino alla discarica di rifiuti di Pata Rât a Cluj, nel periodo tra 2010 e 2016, dopo essere già stati sfollati anteriormente. Il municipio di Cluj aveva costruito edifici modulari a Pata Rât per le famiglie sfollate, costrette dalle circostanze a vivere in un ambiente malsano, in stanze troppo piccole per famiglie eccedenti. Nel 2017, grazie a dei finanziamenti privati ed esterni, un’associazione ha offerto alle 35 famiglie di Pata Rât la possibilità di trasferirsi in appartamenti in città.

Il secondo caso illustrato dall’artista riguarda le famiglie sfrattate nel 2014 dalla via Vulturii, a Bucarest, che sono vissute per alcuni mesi, anche durante l’inverno, in un accampamento precario davanti alle loro case di prima: una forma di protesta contro quello che consideravano come mancanza di protezione dalle autorità che non avevano considerato le loro richieste di alloggi sociali. Le famiglie dei rom affittuari reputavano di avere diritto ad un alloggio sociale, considerando i redditi molto bassi e lo status di sfrattati, dal momento che le 25 case in cui avevano alloggiato le 100 persone erano edifici retrocessi in maniera irrevocabile ai loro proprietari di diritto.

Laura Partin è nata nel 1986 a Iasi, è laureata in arti grafiche e ha conseguito la laurea magistrale in teoria dell’arte, con una ricerca interdisciplinare. Secondo le proprie dichiarazioni, la sua pratica artistica è focalizzata sul disegno e la performance. Gli argomenti trattati nelle sue opere sono per lo più attinenti alla sfera sociale o all’area della poetica esistenzialistica. Finiti gli studi universitari, ha vinto una borsa di studio “Nicolae Iorga” presso l’Istituto Romeno di Ricerca e Cultura Umanistica a Venezia, per un periodo di due anni di ricerca e creazione. In questo periodo ha continuato la sua analisi sull’arte partecipativa e sulle similitudini nell’approccio alla realtà degli artisti contemporanei e degli psicologi sociali. La sua ricerca si intitola “L’estetica della disillusione” e studia le pratiche artistiche che hanno al centro la costruzione di una situazione simile a una farsa teatrale, con l’intento di tracciare anche una genealogia di questo fenomeno nelle avanguardie del Novecento, dal dadaismo, surrealismo e futurismo al lettrismo e le arti concettuali. Durante questo periodo espone nella galleria dell’Istituto tre progetti artistici personali e partecipa a un festival internazionale di arte contemporanea: Morphos – Pixel di identità. Dal 2016 ha iniziato una tesi di dottorato all’Università di Parigi 8, con lo stesso argomento di studio. Di recente ha esposto alcuni suoi lavori al salone DDessin. Dal 2018 lavora al Musée des Avelines di Saint-Cloud come mediatore culturale.

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