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Roma, vecchi problemi, nuove soluzioni:
la Consul Press intervista Simonetta Matone

ASCOLTIAMO SIMONETTA MATONE,
candidata a Prosindaco per il Centrodestra  

UNA CONVERSAZIONE CON FABRIZIO FEDERICI 

Romana, classe 1953, laureata in Giurisprudenza, Simonetta Matone è, dal 1983 al 1986, “Magistrato di Sorveglianza” a Roma, portando in Camera di Consiglio molti processi civili pendenti da anni.
Nel 1987 è nominata capo della Segreteria del Ministro della Giustizia Giuliano Vassalli ed in seguito chiede di essere trasferita alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Roma, diventando Sostituto Procuratore. Dal 1991 al 2008 si occupa costantemente di casi giudiziari riguardanti minorenni, battendosi per i loro diritti e per un’effettiva rieducazione dei devianti. 
Negli anni seguenti a Tangentopoli e a “Mani Pulite”, ricopre vari incarichi di Governo. Quest’anno, infine, la designazione a candidata del Centrodestra (con l’ampio sostegno della Lega) per la carica di Prosindaco di Roma, accanto ad Enrico Michetti come possibile Sindaco.

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1.) – D./ Dottoressa Matone, le criticità di Roma sono vecchie di decenni, e aggravatesi negli ultimi anni. Cominciamo dalla nettezza urbana: quale candidata a Prosindaco dell’Urbe, come ritiene che vada affrontato il problema?
R./ Diciamo subito che il problema rifiuti, il più sentito dai romani, si è aggravato negli ultimi anni anzitutto perché il “Piano straordinario” – dalla  Giunta Raggi più volte promesso – non è stato mai varato. Han pesato fortemente, nelle scelte di questa Giunta, anche un approccio al problema in chiave troppo ambientalistica–ideologica, con alcuni “no” a priori, anzitutto ai termovalorizzatori (che, invece, avrebbero migliorato molto la situazione). A ciò aggiungasi, in ultimo, i frequenti palleggi di responsabilità tra Comune e Regione (non a caso, recentemente criticati anche dal Consiglio di Stato) …per non parlare del “flop” della raccolta differenziata, oggi praticamente ferma più o meno agli stessi livelli del 2016.

2.) – D./ Altro tema a cui viene immediatamente da pensare è quello delle periferie dell’Urbe che, ovviamente pur non essendo più le borgate degli anni ’60–’70, sono comunque, in varia misura, aree tuttora svantaggiate per la carenza di servizi pubblici e sociali in genere, per i trasporti spesso insufficienti e per il degrado ambientale……
R./ Le periferie romane costituiscono una realtà complessa, che richiede una politica specifica. Nel definirla, però. non dobbiamo commettere l’errore di considerarle tutte uguali, perché ognuna di esse, tolte alcune generali caratteristiche, ha i suoi specifici problemi che, in alcuni casi, derivano da un vero e completo abbandono.
Secondo me, però, l’attuale “Sindaco” Virginia Raggi (*1), a parte qualche sporadico provvedimento, non vuole intervenire organicamente in queste aree di Roma perché preferisce giocare sul consenso soprattutto elettorale “riscosso” col reddito di cittadinanza, provvedimento fortemente voluto dal suo partito ed ora, come sappiamo, in attesa di riforma (*2).

3.) – D./ Altra forte criticità di Roma, da decenni, sono i trasporti pubblici, con un’ATAC sempre sull’orlo del fallimento. Se sarete eletti, cosa pensate di fare, subito, per questo “nodo gordiano” dei trasporti? 
R./ E’ urgentissimo un piano straordinario per i trasporti, che l’attuale Giunta non ha nemmeno abbozzato; neanche ora che i ragazzi sono tornati a scuola, dopo tutti i disagi causati – anche in questo campo – dalla pandemia. Ma trattasi solo di un riflesso del fatto, più generale, che questa Giunta non ha nemmeno una vaga idea d’un progetto complessivo per Roma, di cosa significa governare una città come l’Urbe, né quali obbiettivi perseguire.

4.) – D./  Ecco: qual è il sentimento che ha trovato prevalente nei cittadini, dopo 5 anni di Giunta Raggi? 
R./ Tutti dicono che Roma sembra praticamente morta e quei pochi che vorrebbero investire, progettando qualcosa di nuovo per la città, aspettano solo che se ne vada questa Giunta, il cui operato -permettetemi di definirlo- non solo negativo, ma decisamente “inclassificabile”. Ha ragione Michetti nel sottolineare che la prima cosa che i romani devono riscoprire, con una Giunta davvero all’altezza dei suoi compiti, è l’orgoglio di essere cittadini di Roma, l’antica “Caput Mundi”.

5.) – D./ E veniamo al tema fondamentale del decentramento amministrativo: decentramento partito fortemente negli anni ’70, poi arenatosi nel grigiore burocratico quotidiano, rilanciato ai primi del 2000 dalla Giunta Rutelli 2 ed ora in nuova fase di ripensamento. Cosa bisogna fare, per rendere l’amministrazione capitolina e dei Municipi più efficiente e vicina ai cittadini?
R./ Credo fortemente nel decentramento, che dev’essere imperniato soprattutto sui Municipi, in quanto realtà amministrative più a contatto col territorio, nonché più informate delle sue esigenze, dalla nettezza urbana al commercio e sino ai trasporti.
Ma in tutta l’amministrazione di Roma, centrale e locale, un’esigenza da soddisfare quanto prima è ovviamente la digitalizzazione degli uffici. Un progetto per il quale, ora, i fondi finalmente ci sono (attraverso il PNRR, i contributi dell’Unione Europea, ecc..), ma servono piani d’attuazione credibili, da essere definiti al più presto.

6.) D./ Tutto questo non può che rimandare, poi, alla questione essenziale di nuovi poteri per Roma… 
R./ Esatto e, senza i quali, ogni possibile riforma della macchina amministrativa dell’Urbe sarebbe quantomeno monca. Roma, per le sue specifiche dimensioni, per la sua fisionomia quasi di “Stato nello Stato”, deve avere dei poteri speciali. Ma per raggiungerli, non penso si debba per forza attendere una legge di riforma della Costituzione: probabilmente basterebbe una legge ordinaria.
Ma voglio sottolineare che in una certa misura, almeno, un miglior funzionamento della macchina amministrativa – sia Romana che Nazionale dipende anche da un diverso atteggiamento di molti suoi dirigenti; atteggiamento che, a sua volta, deriva anche dal clima politico regnante. Voglio evidenziare che troppo spesso, negli ultimi trent’anni, in vari pubblici uffici si è preferito rimandare qualsiasi innovazione, a volte anche semplicemente opportuna o necessaria; ciò sia un po’ per osservanza alla nota “filosofia del non fare” (*3) e un po’, in verità, per la paura di essere inquisiti anche per questioni minime.
E’ chiaro che non si poteva andare avanti così !

7.) – D./ In ultimo: la cultura a Roma… 
R./ I punti da toccare sarebbero tanti. Qui, come progetto innovativo di particolare importanza, voglio ricordare solo che il Centrodestra ha proposto ufficialmente (parlandone, tra l’altro, pochi giorni fa in un apposito convegno allo Stadio di Domiziano a Piazza Navona) che Roma, per la sua millenaria tradizione di centro della cultura nazionale e, in buona parte, europea, diventi sede ufficiale dell’Agenzia Esecutiva Europea per l’Istruzione e la Cultura. Agenzia già esistente, ma non ancora operativa e che gestirà ingenti fondi, riguardanti appunto cultura, spettacoli, audiovisivi, ma anche sport, integrazione e volontariato. E ciò farà da volano propulsore  delle politiche culturali europee dei prossimi decenni.  

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NOTE A MARGINE  in piena sintonia con alcune dichiarazioni di Simonetta Martone – ProSindaco in pectore
(*1) Per riguarda il “Sindaco” Virginia Raggi magistralmente definita da Vittorio Sgarbi la Sindachessa” – la Consul Press ha sempre avuto una posizione molto critica nei confronti della medesima, come si può constatare dai numerosi interventi pubblicati durante la sua permanenza in Campidoglio. ……  > Clicca Qui
(*2)
Analogamente le sopra citate critiche riguardano anche il Movimento 5 Stelle, sia per la quasi totale impreparazione, incapacità ed incultura di molti suoi componenti, sia per l’invenzione del “Reddito di Cittadinanza” (su cui a mio giudizio sarebbe opportuno aprire un serio dibattito), sia per la presunzione di “abolire la povertà” tramite decreti legge, anziché creare concrete opportunità di lavoro produttivo. 
E su tali tematiche, la Consul Press ha sempre ritenuto, coerentemente con la propria linea editoriale, che in ogni attività produttiva o intellettuale debba essere considerata sempre centrale la “Persona che lavora” e che l’Impresa debba svolgere sempre anche un ruolo sociale.  …… > Clicca Qui

(*3) Questa “filosofia del non fare”, a mio parere, ha raggiunto il suo apice rinunciando a candidare Roma per le Olimpiadi del 2020, una scelta deleteria e sbagliata effettuata a suo tempo dall’ex Premier Mario Monti (già ex Rettore della Bocconi), unitamente ai grillini e a buona parte del P.D.   

> E  mi piace concludere queste note postando una foto di Donatella Matone – ProSindaco in pectore, mentre sta sottoscrivendo la propria adesione ai Referendum per la riforma della Giustizia. _____Giuliano Marchetti 

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