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Conferenza Il Canto degli Italiani

Goffredo Mameli. L’Unità d’Italia

In occasione del 150° Anniversario dell’Annessione di Roma al Regno d’Italia
Le Frecce Edizioni ha pubblicato un libro dal titolo
Roma o Morte. Discorsi degli Eroi Risorgimentali
Promuove un Ciclo di Conferenze 
“L’Unità d’Italia e i suoi protagonisti”

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“Il Principe” secondo Bettino Craxi

Prefazione dello Statista all’opera di Niccolò Machiavelli

Raffaele Panico

Nel 1988, l’“Edizione speciale fuori commercio per i lettori di Epoca, distribuisce allegato al settimanale numero 1981, del 18 settembre 1988, un’edizione tascabile dell’opera Il Principe. È una ristampa della Arnaldo Mondadori – Edizioni Oscar classici per Epoca – I libri del punto esclamativo.  Il già presidente del Consiglio Bettino nelle pagine di presentazione scrive: “Sul Principe di Machiavelli esiste una bibliografia sterminata. Tra le grandissime opere della letteratura mondiale è una delle più tradotte, delle più discusse, delle più commentate. Nei secoli e nella storia l’ideale figura del Principe ha assunto vesti e sembianze diverse. L’opinione volgare lo vestì con gli abiti del duca Valentino, l’ambizioso Borgia che per un momento sembrò incarnare la figura del condottiero, del suscitatore di una nuova volontà popolare, capace di dare ordine e unità a quella terra italica devastata dalle guerre di tutti contro tutti”. Italia devastata dalla guerra di tutti contro tutti! E continua Craxi: “Hegel idealizzò il Principe nello Stato, vertice e centro del suo nazionalismo filosofico, Gramsci vide nel Principe il partito moderno, non una persona, un capo, un eroe, ma un organismo nazionalmente e storicamente fondato per la costruzione di uno Stato del tutto nuovo”.

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Il Festival internazionale propatria-giovani talenti romeni è giunto alla decima edizione

Il Festival Internazionale Propatria – Giovani Talenti Romeni, 21 novembre- 1° dicembre 2020, venne avviato nel 2011 per identificare, valorizzare e sostenere l’eccellenza dei romeni residenti in Italia e in generale all’estero. Per le prime nove edizioni, l’accento cadeva sull’idea di diffondere la cultura romena in Italia, con enfasi sul contributo di questa al rafforzamento delle relazioni tra la comunità romena e quella italiana, che gli organizzatori ritenevano essenziale per preservare l’identità nazionale o la sua formazione nella coscienza dei giovani, future personalità della cultura, dello sport e della scienza.

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Università Federiciana Popolare: la legalità come terapia per il recupero della “Dignità Nazionale”

PER IL RECUPERO della “DIGNITA’ NAZIONALE” 

La Federiciana Università Popolare è un’Istituzione Sociale, nonchè importante luogo di confronto, dotata di grande capacità organizzativa e memoria storica, in cui gli aspetti simbolici hanno un valore molto elevato. L’ateneo opera nel rispetto della sua antica vocazione e della propria identità, l’organizzazione e la legittimazione sono storicamente definite.

In Italia le prime Università Popolari furono organizzate nei primi anni dello scorso secolo ed iniziarono ad impegnarsi istruendo un numero sempre crescente di cittadini di ogni età e condizione sociale, coinvolgendo professionisti ed illustri uomini di cultura che desideravano offrire parte del loro tempo e delle loro competenze in questa impresa che appariva loro come una sfida affascinante e, per l’epoca, “anticonformista”.

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Presentazione Libro Roma o Morte

La Presa di Roma e l’Epopea Risorgimentale

In occasione del 150° Anniversario della Breccia di Porta Pia 
la Casa Editrice Le Frecce ha pubblicato un libro
dove sono proposti una serie di Discorsi d’epoca
scritti dagli artefici del Risorgimento Italiano
che parteciparono attivamente alla Presa di Roma.

Presentazione del Libro 

ROMA O MORTE 
DISCORSI DEGLI EROI RISORGIMENTALI
G. Mameli, C. Pisacane, G. Garibaldi, G. Mazzini, R. Cadorna

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Marx-Proudhon: la vecchia polemica, ritornata in auge nel 1978, tra Craxi e Berlinguer oggi è solo “archeologia politica”

Il MANIFESTO E I MANIFESTI ! Cosa è rimasto in Europa della tradizione tanto marxista e socialista delle lotte operaie, quanto dei manifesti delle Avanguardie: una fra tutte?

“I FUTURISTI ITALIANI” !

Una via italiana al socialismo non marxista in Europa non ha avuto mai fortuna; dallo scritto del 1978 uscito sull’Espresso di Bettino Craxi che polemizzava in risposta a Berlinguer sul leninismo; il paradigma era presente già inizio secolo in una rivista di Giovanni Papini degli anni Dieci del ‘900, dove presentava un lungo articolo sul tema del socialismo in chiave non marxista ma di origine decisamente europea occidentale. In copertina la foto di un articolo uscito pochi giorni prima delle elezioni del 18 aprile 1948, parte di un Archivio ancora tutto da sistematizzare

  Raffaele Panico

Nel 1848 Carlo Marx pubblicava il Manifesto dei comunisti, il famoso documento a cui dovevano ispirarsi, per quasi centoquaranta anni, almeno fino al 1989, intellettuali, attivisti, circoli politici, letterari, artisti e formazioni politiche e corpi sociali. In principio una vasta schiera di adepti si dichiaravano anche “discepoli” per riconoscersi tra loro e confondersi nella moltitudine: la famigerata polizia zarista li avrebbe ristretti nelle patrie galere prima della rivoluzione d’Ottobre in Russia.

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