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MIO-Italia, il gioco dell’arbitro e i cartellini rossi che distruggono un intero comparto

MIO Italia – Movimento Imprese Ospitalità
contro le limitazioni Covid imposte all’ultimo minuto 
 Bianchini:”urge risarcimento danni
per il comparto dell’ospitalità a tavola”   

Roma, 19 febbraio 2021 «Finiamola con i colori delle Regioni decisi irresponsabilmente all’ultimo istante. Ristoranti, bar, pub, pizzerie: tutto il comparto dell’ospitalità a tavola (Horeca) deve rimanere aperto sempre, all’ora di pranzo come a cena.

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Cosa avviene al Brennero per limitazioni imposte dalla Germania a causa emergenza covid-19 ?

Brennero a causa delle misure limitative imposte dalla Germania, per il Covid-19 si è ridotto anche il trasporto combinato ferroviario per mancanza di macchinisti, oltre a quello su mezzi pesanti autotrasportati già segnalato.  Questa è la nota stampa di ANITA, l’Associazione di Confindustria che dal 1944 rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica che operano in Italia e in Europa, a  seguire ad una precedentemente pubblicata. È una delle organizzazioni costituenti la Federtrasporto che raggruppa le associazioni di operatori e gestori di infrastrutture del settore trasporti e logistica di Confindustria. La sede nazionale di Roma con lettera comunicato del 19 febbraio 2021 segnala.

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“Cinque Obiettivi Etici” da condividere :
un Documento di Associazioni Cattoliche

 
 CINQUE OBIETTIVI
PER UNA  AGENDA POLITICA PIENA DI VITA!
 
In Italia questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine
___________ Papa Francesco, 7 febbraio 2021
 
Attraverso una semplice chat, in questi mesi decine di associazioni si sono reciprocamente confrontate nel giudicare i principali fatti della legislazione e della giurisprudenza, avendo a cuore la grandezza della dignità di ogni persona perché segnata da un insopprimibile desiderio di senso e di pienezza, e con ciò:
la vita come dono sempre straordinario e intangibile, la famiglia come privilegiata scuola di gratuità, la piena libertà di educazione, nonché la sussidiarietà come indispensabile ed affascinante leva di riforme di crescita e di libertà.
Provocati dalla condivisa sofferenza del popolo italiano nella pandemia in corso e grati per la disponibilità di molti ad assumersi responsabilità eccezionali in circostanze eccezionali, chiediamo che le scelte dei prossimi mesi siano innanzitutto per la centralità e la promozione della vita, valorizzando nei fatti ciascuna persona, in qualunque condizione sia.
 

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Lavoratori dei servizi ospedalieri siglato l’accordo per migliorare le condizioni lavorative

Latina. A partire dal prossimo 1° marzo i lavoratori addetti ai servizi presso le strutture ospedaliere della ASL di Latina, figure come ausiliari e portantini, si vedranno riconoscere dall’azienda appaltatrice un’ora e mezza di prestazione lavorativa in più a settimana. È stato migliorato, di fatto, il precedente accordo sindacale del novembre 2016.

Lo annuncia il Segretario Generale del Sindacato CLAS, Davide Favero, che afferma: “Possiamo ritenerci soddisfatti per il raggiungimento di questa intesa.

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Reati contro la Pubblica Amministrazione nel settore della Sanità

Roma, 15 febbraio 2021 Nella mattinata odierna, i militari del Nas Carabinieri di Roma – coadiuvati da quelli del locale Comando Provinciale – hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura interdittiva della Sospensione dal Pubblico Servizio, per la durata di mesi 6, nei confronti di 2 persone e a nr. 33 decreti di perquisizione personale, locale e sequestro disposti dall’Autorità Giudiziaria di Roma. I provvedimenti scaturiscono da un’attività info-investigativa condotta dal Nas di Roma nell’ambito del contrasto dei reati contro la Pubblica Amministrazione nel settore della Sanità. L’indagine ha consentito di individuare variegate condotte delittuose (corruttive, falsità ideologiche e materiali, truffa aggravata ai danni dello Stato) da parte di funzionari e dipendenti operanti all’interno di un Dipartimento di Medicina Legale della ASL romana.

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Il sindaco di Roccagorga, Nancy Piccaro, interviene in merito all’aumento di contagi Covid

La comunità di Roccagorga, un Municipio sui monti Lepini in provincia di Latina, sta attraversando un periodo molto delicato. Il sindaco di Roccagorga, Nancy Piccaro, interviene alla cittadinanza con il presente comunicato 

“In questi ultimi giorni si è verificato un aumento esponenziale del numero dei contagi da Covid-19. Il campanello d’allarme sono stati i primi contagi della scuola dell’infanzia, che prontamente è stata messa in sicurezza, le attività sospese e i bambini della classe sotto osservazione sono stati testati. Purtroppo alcuni sono risultati positivi. 

La cosa particolare è che nei familiari di alcuni bambini negativi si stanno sviluppando positività, ma non si è capito se ciò derivi da contatti esterni o se i bambini potrebbero essere stati positivi asintomatici ed ora sono ormai negativizzati. 

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Dalla tomba alla culla di Dante Alighieri

Per la Storia Culturale degli Italiani a 700 anni
dalla dipartita a Ravenna 14 settembre 1321

Raffaele Panico

Preludio. Settecento anni fa, la presenza diffusa della malaria in precise aree d’Italia, sembra certo, portò alla morte di Dante Alighieri. Morte sopraggiunta il 14 settembre 1321 a Ravenna dopo giorni di febbri malariche. Dante Alighieri era nato si presume, il 22 maggio 1265 la data più credibile. Questa è dovuta ad alcune allusioni autobiografiche da lui portate nella “Vita Nova” e in un canto dell’Inferno. In alcuni versi del “Paradiso” appare che certo è nato sotto il segno zodiacale dei Gemelli.

D’altra parte se certa è la data della dipartita, incerta come una volta era la paternità, è la data della nascita quando non vi erano registrazioni presso l’anagrafe comunale e soltanto lo “stato delle anime” stilato quando avveniva con pennino ed inchiostro dal prete della parrocchia. Questa morte per epidemia malarica è più che probabile, storicamente è verosimile, anche se allora non vi era il referto del medico legale, e sia giunto a noi oggi un atto notarile.

Sul tema specifico, il rapporto di Dante con il futuro che appartiene a Dio, citando i versi del Paradiso, canto XXXIII:  

“Oh abbondante grazia ond’io presunsi/

ficcar lo viso per la luce etterna,/

tanto che la veduta vi consunsi!/

  Nel suo profondo vidi che s’interna,/

legato con amore in un volume,/

ciò che per l’universo si squaderna:/

  sustanze e accidenti e lor costume/

quasi conflati insieme, per tal modo/

che ciò ch’i’ dico è un semplice lume./

…voglio ricordare, che era un giorno d’autunno del 2002, a Roma, in via Savoia presso l’abitazione conversando con un mio eccellente illustre professore, chiesi sulle rime sopra a Lui, ed egli, guardandomi fisso dopo un silenzio, disse: “vedi, solo su questo tema, per tutto quanto è stato scritto, potremmo riempire di libri, opuscoli, taccuini, eccetera eccetera tutto questo stabile nel suo volume intero svuotato del tutto e riempito sul tema che mi rappresenti, dalle fondamenta al soffitto.

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#NoMoreMatildas – “Effetto Matilda” poniamo fine alla discriminazione femminile in ambito scientifico

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Giornata internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza

Oggi, 11 febbraio, è la Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza. L’evento, stato promosso per la prima volta  dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 22 dicembre 2015, vuole essere un’occasione per ricordare e far riconoscere il ruolo fondamentale che tante donne hanno nelle discipline scientifiche.

Purtroppo fin da piccole le ragazze non sono mai state incoraggiate a intraprendere carriere che riguardano i campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM) e questa giornata ha l’obiettivo di promuovere una maggiore partecipazione delle ragazze alla formazione e alle professioni scientifiche, eliminando i pregiudizi e gli stereotipi che rendono le carriere femminili un percorso a ostacoli.

Fortunatamente adesso sempre più giovani donne intraprendono studi e carriere considerati fino a poco tempo fa prettamente maschili.

A riguardo la nostra redazione riporta un’intervista fatta da Elena Dusi per D – La Repubblica delle Donne a CHIARA CAPPELLI, prorettrice della Normale di Pisa e professoressa di chimica-fisica, vincitrice di un bando europeo da 1,6 milioni di euro sull’interazione fra luce e materia in materiali nano strutturati. La curiosità è che ovunque vada viene scambiata per la segretaria, in pratica, di sé stessa,  “È capitato a volte. Se sono insieme a un collega uomo, lui è il professore e io la segretaria”.

Che effetto le fa?

“L’imbarazzo maggiore è dell’interlocutore, quando se ne rende conto. Per evitarlo in genere prima dei meeting mando una mail in cui chiarisco chi saranno gli interlocutori. Fa sempre dispiacere, quando accade una cosa del genere”.

A lei non fa rabbia?

“Lo noto ovviamente, ma ci sono abituata. Come quando nelle riunioni io sono dottoressa e gli uomini professori. O qualcuno, in modo affettuoso e bonario per carità, mi dice ciao bella o ciao cara. A una collega venuta dall’estero farebbe un grande effetto, ne sono sicura. Io percepisco più che altro il segnale di una mentalità all’antica”.

La Normale con 227 ragazzi e 72 ragazze nel corso ordinario è uno degli ambienti più squilibrati dal punto di vista dei sessi. Va un po’ meglio fra i dottorandi: 193 a 114. Perché tanta disparità?

“Il problema è a monte. Lo squilibrio è già fra i ragazzi che si presentano al concorso. Noi valutiamo i compiti in modo totalmente anonimo. Non sappiamo il nome o la provenienza del candidato che ha fatto quello scritto. L’ambiente da noi è effettivamente molto maschile, ma non maschilista. Mai e poi mai sono poi gli studenti a fare discriminazioni fra professori e professoresse”.

Quante studentesse ha in classe?

“Le nostre sono classi molto piccole. Sono capitati gruppi di tre ragazzi su tre o, eccezionalmente, di tre ragazze su sei. La prevalenza comunque è nettamente maschile”.

Ci sono differenze fra maschi e femmine?

“Le studentesse, pur essendo poche, sono bravissime. Ma pensano di valere meno dei loro colleghi maschi. Questo si percepisce nettamente. Vanno in crisi più facilmente, di fronte all’impegno richiesto alla Normale. Da noi un 18enne fresco di liceo si trova di fronte a una mole di lavoro veramente spiazzante. Maschi e femmine vengono spiazzati allo stesso modo, ma le ragazze fanno più fatica a reagire, si deprimono più facilmente, pensano di aver fatto una scelta al di sopra delle loro capacità. Cosa che spesso non è vera”.

Lei pensa che il problema sia a monte e che voi vediate solo gli effetti di uno squilibrio fra i sessi che nasce da più lontano. Ci spiega meglio?

“E’ un problema culturale che parta dalla storia dell’Italia. Le nostre scuole sono pensate per mamme degli anni ’50, che fanno trovare il pranzo pronto ai figli e li accudiscono il pomeriggio. Le bambine, crescendo in questo ambiente, respirano quello che dovrà essere il loro ruolo nella vita. Né la scuola le incoraggia a osare. La mia storia è stata molto diversa. Nella mia famiglia mio padre cucinava spesso e mia madre aveva gli orari di lavoro più lunghi. Quando ho scelto di fare chimica all’università, pur venendo da studi classici, non mi è mai passata per la testa l’idea che la scienza potesse essere una materia poco adatta per una ragazza”.

Come mai ha scelto chimica?

“Così, senza conoscerla. Pensavo che potesse piacermi. E mi è piaciuta così tanto che ho scelto di occuparmi dei suoi aspetti più teorici, che si avvicinano alla fisica e alla meccanica quantistica”.

Come si organizza per lavorare?

“Ho due figlie, una al liceo e una alle elementari. Prima della pandemia, quando partecipavo ai congressi, potevo allontanarmi grazie a mio marito e ai nonni, che per fortuna sono a Pisa. Adesso lavorando da casa le cose sono ancora più complicate. Mia figlia l’anno scorso era in prima elementare. Non dico che sono stata io a insegnarle a leggere e scrivere, ma poco ci manca. Il lockdown è stata forse la sfida più grande per le donne, e non solo scienziate”.

Con le sue studentesse riesce a farsi un’idea di quali difficoltà hanno superato per arrivare dove sono?

“Molto spesso dietro la loro scelta c’è una spinta forte di un professore delle superiori, a dimostrazione che forse il problema sta proprio nell’autostima, nella capacità di autopromuoversi, credere in sé stesse e osare. Anch’io rispetto ai miei colleghi credo di essere più propensa a chiedermi: ma sarò all’altezza, non starò facendo il passo più lungo della gamba?. La decisione di provare il concorso per l’Erc è stata preceduta da un lungo periodo di riflessione, in cui ho ripercorso in modo critico tutta la mia carriera”.

Cosa consiglia alle sue studentesse quando le vede in crisi?

“Di buttarsi. Per riuscire nei propri progetti bisogna imparare a uscire dalla propria zona di comfort. Di allontanarsi fortemente dalla propria zona di comfort”.

 
 
 
 

Rifiuti? Il problema così è risolto: i Cittadini segnalano e il municipio di Roccagorga subito interviene

Roccagorga, in provincia di Latina. I cittadini segnalano tramite internet e il Comune provvede subito ad intervenire. È così che Roccagorga è diventata ancora più pulita, e il merito è della sinergia tra i Cittadini e l’azienda “Vola”. Terminata la fase sperimentale ora il servizio diventa stabile. 

“Negli ultimi tempi l’azienda “Vola” – dichiara Mario Romanzi, vicesindaco con delega ai rapporti con l’azienda Vola e all’ambiente – è stata portata alla ribalta unicamente per polemiche, troppo spesso strumentali come si è avuto modo di dimostrare di volta in volta, facendo passare in secondo piano l’importante lavoro di ricostruzione e di stabilità che si sta facendo per garantire la qualità dei servizi nonostante il contesto finanziario aziendale non proprio roseo

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Le aziende alberghiere sono al collasso: firma subito la petizione

È una catastrofe il settore alberghiero molte aziende non riapriranno

Raffaele Panico

Roberto Necci, imprenditore alberghiero e Presidente del “Centro Studi della Federalberghi Roma”, lancia l’allarme e il monito ad interventi straordinari per salvare il settore, l’indotto e le stesse città d’arte italiane. Molte aziende non potranno riaprire e paventa il rischio che i Nostri centri storici delle città d’arte e a vocazione turistica, per molto tempo ancora, vedranno gli hotels abbandonati o persino utilizzati per chissà quali altri usi. Ne vale la continuità del nostro Patrimonio storico culturale e paesistico dalle città fino ai borghi d’Italia. E con sue parole continua: “del resto dopo un anno di mancati incassi, un altro anno all’orizzonte simile a quello precedente, nessun settore economico riuscirebbe a rimanere in piedi, abbiamo denunciato questa situazione, dall’indomani dello scoppio della pandemia, il nostro settore non può essere considerato alla stregua degli altri che seppur limitatamente possono riprendere le attività, noi per funzionare abbiamo bisogno dei mercati internazionali”.

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Perché no in un solo giorno la Memoria con il Ricordo?

AD RECORDATIONEM ….ATQUE MEMORIAM 

Dal 10 febbraio 2005, quindi sono già sedici anni, celebriamo il “Giorno del Ricordo” per rinnovare una duplice memoria: innanzitutto, la memoria di quanti, italiani e non, circa 5.000, tra il 1° maggio e il 12 giugno 1945 caddero vittime delle foibe carsiche ad opera delle truppe jugoslave di Tito, liberatrici di Trieste e del Friuli Venezia Giulia dal nazifascismo; poi, la memoria degli oltre 300.000 profughi giuliano-dalmati che, dopo la ridefinizione dei confini orientali con il trattato di pace del 10 febbraio 1947 e sino al 1956, furono protagonisti di un grande esodo verso l’Italia, spesso accolti con ostilità, pregiudizio di filofascismo e sino al 1960 confinati in 109 luridi, fatiscenti campi di raccolta.

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La ricostruzione della “Scuola di Reino”, nel territorio del Sannio

UN CASUS BELLI, all’ombra della Provincia di Benevento  

La Consul Press ha avuto occasione di conoscere alcuni episodi e notizie riguardanti il Comune di Reino, in Provincia di Benevento, a seguito denuncia da parte di alcuni Consiglieri di minoranza con una lettera aperta del 31.07.2020.
Pertanto, cerchiamo di riepilogare sinteticamente quanto è stato esposto alla nostra Redazione.

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Gli esseri più longevi del mondo

L’essere umano non è l’essere più longevo del mondo. Tra animali centenari e millenari spunta persino la Turritopsis nutricola, la medusa immortale.

 

L’essere umano ha ridotto notevolmente i propri confini. Sulla terra emersa, nell’acqua, sott’acqua e nell’aria … nel proprio circondario da centinaia di anni non ha limiti, li ha superati tutti. Timidamente anche nello spazio sta iniziando a muovere alcuni passi. Può considerarsi l’unico padrone del proprio pianeta, ha condotto risultati impossibili per altre specie, superando di gran lunga il suo stato primordiale originario ormai dimenticato.

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VIRKILL – il tessuto che uccide il covid

Divise per chef e camerieri, copriguanciali e tovaglie per gli hotel

Svelata all’Hyatt Centric di Milano la prima collezione per hotellerie realizzata col tessuto innovativo che elimina il Coronavirus grazie alle nanoparticelle di rame. Il presidente di Italtex, Alessandro Pedretti: “E’ anche un tessuto antibatterico, dermatologicamente testato per pelli sensibili, ipoallergenico e certificato oltre i cento lavaggi”. Sinergia tra un gruppo di aziende del made in Italy.

Hotel, centri benessere e ristoranti sono le attività economiche più tartassate dal Covid. Ora la battaglia per convivere con la pandemia passa per il miglioramento degli standard di sicurezza e per questo Italtex, azienda del Comasco che ha ideato e realizzato Virkill, il tessuto made in Italy anti-coronavirus, ha deciso di proporre sul mercato una serie di prodotti utili a chi lavora nel mondo dell’hotellerie, della ristorazione e del wellness grazie alla collaborazione con alcuni partner specializzati. Alla base di tutte le realizzazioni c’è il tessuto reso rivoluzionario da un elemento nascosto al suo interno, le nano-particelle di rame “fuse” nel filo, caratteristica che distingue il tessuto da un semplice trattamento antivirale superficiale che si può deteriorare con i lavaggi. Elementi invisibili all’occhio umano, ma che hanno la capacità di uccidere il Covid-19 grazie a caratteristiche naturali che sono state testate negli ultimi mesi da laboratori indipendenti italiani e inglesi.

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Bullismo e Cyberbullismo piaga sociale preoccupante e in aumento nonostante la didattica a distanza

Il fenomeno del Bullismo e Cyberbullismo è ormai una piaga sociale preoccupante. Nonostante la didattica a distanza i casi sono aumentati come l’autoisolamento

Il 7 febbraio è la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, tutta la comunità, i genitori e i figli, gli operatori e gli  insegnanti, i decisori politici, la società civile nel suo insieme dovrebbe riflettere per l’occasione su cosa proprio non va, il perché di tanto malessere? I dati sono assai preoccupanti davvero allarmanti, un adolescente su otto dichiara di esser stato vittima di cyberbullismo. I casi aumentano e si verificano anche mentre si sta facendo la DAD, la didattica a distanza, tanto che in questo periodo uno studente su otto è stato preso in giro durante le lezioni on-line.

Raffaele Panico 

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Sarah Thoman la prima donna ad arbitrare il Super Bowl

Per questa 55° edizione sono previsti circa 180 milioni di spettatori e, secondo El País, tutti vedranno alla televisione come anche nello sport “il soffitto di cristallo si è rotto”, non appena Thomas inizierà ad arbitrare la partita più importante del campionato di football americano, entrando a far parte per la prima volta della sua squadra di arbitri, insieme a sei uomini che hanno già esperienze precedenti nella finale.

E senza dubbio il contesto in cui ciò sta per avvenire non potrebbe essere più propizio e mediatico. Indipendentemente dal fatto che lo sport ci piaccia o meno, che si segua il football americano oppure non si sia mai vista una partita – il che è molto possibile, dato che questa disciplina sportiva è piuttosto estranea a noi europei – nel concreto il Super Bowl è già diventato un evento universale: una data memorabile che è entrata a far parte della cultura popolare, come la notte degli Oscar o le Olimpiadi. Gruppi di amici e famiglie si riuniscono ogni anno davanti agli schermi casalinghi, in attesa delle esibizioni di star musicali che faranno la storia. Nonostante il passare degli anni, ricordiamo ancora i contributi memorabili di Whitney Houston, Gloria Estefan, Michael Jackson, Diana Ross o Steve Meraviglia negli anni ‘90, o l’indimenticabile halftime show con gli Aerosmith, ‘N Sync, Britney Spears, Nelly e Mary J. Blige nel 2001, che ancora oggi ci fa rizzare i capelli.

L’edizione passata, Shakira e Jennifer Lopez sono state le prime artiste latine a salire sul palco di questo grande evento sportivo, dando un’ulteriore prova dell’integrazione femminile ed etnica in questo irreversibile cambio epocale. Quest’anno, avendo in campo una professionista come Thomas, si andrà molto oltre il semplice primato, anzi, sarà un evento che ricorderemo a lungo, perché il suo arbitraggio di oggi costituirà un precedente concreto, e quindi un vero passo in avanti verso il raggiungimento definitivo dell’uguaglianza di genere nello sport.

Ma non è la prima volta che Thomas rompe gli schemi nell’universo sportivo. Ha arbitrato ininterrottamente dal 1996, per poi diventare, nel 2015, la prima donna a ottenere un contratto con la NFL. Da allora, come si leggesul Washington Post, ha partecipato a più di 80 incontri. Nel 2019 ha raggiunto un altro traguardo: è stata la prima donna ad arbitrare una partita di play-off, abbattendo così un’altra “barriera di genere” – che fino a quel momento era sembrata inamovibile. Come ha recentemente affermato Troy Vincent, vicepresidente delle operazioni alla NFL, la presenza di Thomas al Super Bowl di oggi renderà la finale una partita storica. E in effetti, è da oltre un altro anno che siamo ansiosi di vederla, e non siamo mai stati così motivati.

Le sue prestazioni d’élite e l’impegno per l’eccellenza le sono valse il diritto di arbitrare il Super Bowl. Congratulazioni a Sarah per questo meritato onore.

 

Unione Europea, “Introduce cancel culture persino nel cibo”

La nota politica, 4 febbraio – “Le decisioni della Commissione europea in campo alimentare sono sempre più guidate da posizioni ideologiche. L’ultimo esempio è l’anatema sulle carni rosse e quelle lavorate contenuto nel piano europeo per la lotta al cancro. Una posizione ideologica che demonizza un alimento fondamentale per l’umanità fin dalla notte dei tempi. Ormai la cosiddetta “cancel culture” è arrivata persino sulla nostra tavola, con l’obiettivo di promuovere una dieta vegetale che sarà anche di moda, ma la cui validità nutrizionale è tutta da dimostrare”.

È quanto affermano il capo delegazione di FDI-ECR al Parlamento europeo, Carlo Fidanza e l’europarlamentare di FDI-ECR Nicola Procaccini, componente della commissione agricoltura, criticando i contenuti dello ‘Europe’s beating cancer plan’ della Unione Europea.

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Carnevale in Campania dove i cibi tipi sono un’altra cosa

I napoletani, ma i campani tutti in generale, sono ossessionati dal carnem levare: il Carnevale, l’ultima festività che precede il periodo di Quaresima, prevede una ricchezza di piatti ed abbondanze quasi fuori misura. Ogni zona della Campania ha i suoi cibi tipici legati al Carnevale, dunque non fate i campanilisti, cari amici campani, se le tradizioni gastronomiche del vostro paesello non sono tra quelle che citeremo. Sono davvero troppe!

Brevissima storia del Carnevale in Campania

Salteremo a pie’ pari tutte le tradizioni pressappoco “ciarnavalesche” del mondo magnogreco e dell’Impero Romano: tanti erano i riti, principalmente di stampo dionisiaco e di altre ritualità pagane per andare direttamente in epoca moderna, dove ritroviamo molte testimonianze di prima mano.

Avete mai sentito dire di una festa di addio al celibato concomitante col Martedì Grasso? Bene, a Napoli abbiamo un illustre esempio di ciò.

Largo di Palazzo, attuale Piazza del Plebiscito: 1737 circa. Carlo di Borbone, capostipite della dinastia omonima arrivato scapolo al trono, intersecò i festeggiamenti del Carnevale con quelli del suo “addio al celibato”. La città di Napoli, ben avvezza ai festeggiamenti, mise da parte le differenze di caste e si riversò in strada per danzare, fare baldoria, mangiare fuori misura. Si dice che Carlo stesso si prestò fieramente ai festeggiamenti, indossando sontuose vesti da indiano ed elargendo cibi, lastricando praticamente la piazza di provoloni, soppressate ed altre cibarie.

Da qui nacquero le “cuccagne“: prima della Quaresima, ce n’erano fino a cinque nella città partenopea e non c’era molto da ridere. Il palo della cuccagna o “palo di sapone” carnevalesco colpì anche il Marquis Donatien Alphonse-François De Sade, in viaggio a Napoli. Il Divin Marchese descrisse con parole di sommo stupore il popolino napoletano che si graffiava, picchiava fino a stramazzare sul suolo pur di afferrare le mercanzie messe a disposizione dalla dinastia borbonica. Il Carnevale, a Napoli, si tingeva di sangue: non era infrequente che ci scappasse il morto, pur di portare le vivande a casa.

Se queste erano le tradizioni cittadini, quelle “di provincia” erano più parche: tradizionalmente agresti, si soleva festeggiare con gli insaccati e le ultime parti del maiale macellato poco tempo prima. Per questo motivo, nella nostra lista di cibi e tradizioni del Carnevale in Campania; troverete anche preparazioni tipiche di un solo comune, fuori dal perimetro napoletano, magari anche di altre province.

 

Lasagna

lasagne

Bboni, state bboni: lo sappiamo fin troppo bene che le lasagne hanno origini e dibattute, ma è innegabile l’importanza che esse hanno avuto ed hanno sulle tavole napoletane e di tutta la Campania. Dopotutto, abbiamo avuto anche un Re Lasagna: parlo di Ferdinando II di Borbone, così soprannominato perché ghiotto di questa preparazione.

Le lagane, cioè sfoglie di pasta sia fresca che secca, erano diffuse sin dall’antichità: la fama dei napoletani come “maccheronari”, poi, ha contribuito alla diffusione. Di lasagne borboniche abbiamo traccia finanche nei primi trattati di cucina meridionale: in quelli della corte angioina datati tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, troviamo la ricetta De lasanis , una sorta di pasticcio di pasta antenata della nostra.

La lasagna napoletana solitamente non prevede l’utilizzo della pasta all’uovo; è composta da un ragù molto ricco al quale viene aggiunto abbondante formaggio, a volte uova, qualcuno osa anche con i salumi. La lasagna napoletana prevede anche l’inserimento, ad ogni strato, di una quantità variabile di polpettine (vedi sotto per le specifiche), che rendono la nostra “riggiola” di pasta ripiena molto golosa e calorica: l’ideale prima di iniziare la Quaresima.

 

Migliaccio dolce (ma anche salato)

migliaccio-napoletano-taglio

Il migliaccio, dal latino miliaccium, è un piatto radicato nella più profonda tradizione contadina campana: si narra che in origine gli ingredienti fossero il miglio (diffuso nella civiltà contadina) insieme al sangue di maiale. Attualmente – bandito il sangue di maiale – , usata è la semola rimacinata abbondante ricotta, zucchero, latte, uova, una quantità variabile di essenza di fiori d’arancio, cannella. Se vi ricorda l’interno di una sfogliatella napoletana, beh, non andate molto lontani dalla realtà.  Preparato e riposto in un tegame di rame, dopo una cottura in forno di circa sessanta minuti, il nostro migliaccio avrà una crosta morbida, umida e dal colore dorato.

Esiste anche la versione salata del migliaccio, che ugualmente viene preparata nel periodo di Carnevale: si tratta di uno sformato di farina fioretto, lavorato con strutto ed arricchito di formaggi e salumi vari.

Polpette

Polpette napoletane

‘nnoja

'nnoja

Carnuluvaro mio chino re ‘nnoglie, oj maccaruni e rimani foglie.”. Facilmente tradotto: Carnuluvaro (personaggio di fantasia, uno straccione dedito ai vizi) pieno di noglie, oggi pasta e domani foglie. Ancor più tradotto: oggi si mangia grasso, domani ci saranno solo le foglie. Così si dice in quella parte di Campania chiamata Cilento.  Sì, ma che cos’è la ‘nnoja? La noglia era considerata la salsiccia dei poveri, ottenuta da parti di stomaco del maiale ed altri tagli meno nobili, aromatizzati per “stordirne” il sapore forte con finocchio selvatico, peperoncino e tavolta vino, poi insaccati in budello. Questa salsiccia è diffusa in Cilento così come in Irpinia, non soltanto a Carnevale: ad esempio, proprio in Irpinia, la noglia è usata per insaporire la minestra maritata di Natale. Essendo il Carnevale l’ultimo periodo utile per festeggiare l’uccisione del maiale prima della Quaresima, ne vediamo un grande consumo proprio in occasione di questa festività.

 

Scartellate

Cartellate

Ci troviamo qui a Baselice, comune del Sannio. L’alto Sannio è crocevia di diversi confini, tra i quali quello col vicino Molise e l’immediata Puglia: più che normale quindi che le tradizioni si fondano e sia pressoché impossibile stabilire dove sia l’origine di questa o quella cosa. Un esempio indicativo è quello delle scartellate, le “cartellate” pugliesi, che qui sono iconiche di Baselice. Si tratta nella fattispecie di striscioline di pasta dolce lievitata, successivamente cosparse di miele oppure zucchero.

Pastiere

Pastiera "capellini d'angelo" (con la pasta)

Al maschile a questo giro, troviamo IL pastiere, protagonista delle tavole in Irpinia e che può essere sia dolce, sia salato: a dimostrazione di quanto storicamente ci viene tramandato, cioè che la pasta veniva incondizionatamente condita sia con ingredienti dolci, che con ingredienti salati. Una cosa molto diversa dalla pastiera napoletana, fatta di ricotta, grano, semolino, canditi, fiori d’arancio e pettola di pastafrolla, anche se ci sono alcune cose in comune.

Il pastiere dolce è una specie di torta di spaghetti arricchita di zucchero, ricotta, uova, canditi ed eventualmente uva locale. La versione salata, invece, prevede che il pastiere sia condito con salsiccia fresca, formaggi vari e pepe. Viene preparato a Carnevale ma, passato il periodo di Quaresima, spesso viene riproposto anche per la Pasqua. Se una simile variante sul vi confonde, vi consigliamo un’approfondita lettura sul tema pastierE.

Vermicelli pertosani

Una ricetta davvero singolare quella dei vermicelli pertosani, tipici del comune di Pertosa (Salerno), famoso per le sue suggestive grotte carsiche; questa preparazione è così sentita che solitamente si tiene anche una sagra, la cui serata culmina proprio il Martedì Grasso. Andando più nel dettaglio, parliamo di pasta lunga tirata a mano, condita con tagli secondari del maiale come piede, orecchie, cotica a cui vanno aggiunti poi uova e formaggio (solitamente di pecora o similari). La presenza dell’uovo – qui ben cotto, tanto da formare una sorta di “frittatina” e altri ritagli di maiale potrebbe ricordare vagamente ben altra ricetta… lascio a voi le interpretazioni.

Scarpella di Castelvenere

Scarpella di Castelvenere

Parliamo qui di un particolare tipo di primo piatto, diffuso nel comune di Castelvenere, altra cittadina del Sannio. Questo piatto è tradizionalmente associato al Carnevale, ma viene anche abbinato al santo patrono locale, San Barbato, che cade il 19 febbraio. Potrebbe sembrare l’ennesima frittata di maccheroni, ma così non è: ci troviamo di fronte ad un esempio di lasagna bianca: il timballo viene unito a salumi, formaggio primo sale ed uova.

 

 

Zeppole dolci di Carnevale

Zeppole dolci di Carnevale

Come abbiamo già ampiamente detto nel nostro trattato sulla zeppola, la venerata tsippola può essere sia dolce che salata, proposta in diverse varianti, con crema o senza, cambiando di volta in volta foggia, nome e festività. In questo caso la zeppola è la graffa (dall’austroungarico krapfen, bomba fritta ripiena solitamente di crema), impastata insieme a patate e cannella, fritta in abbondante olio e cosparsa poi di granelli di zucchero. Sì, certo: obietterete che ormai la si trova tutto l’anno e che non è diffusa soltanto a Napoli… ma a Carnevale si frigge: volete forse perdervi un’occasione in più?

 

La settimana enigmistica, sì ! ma non troppo Il Kaos Politico in Italia .

Non è fabula di un poeta antico e non è l’arena del Colosseo, seppur  
Superior stabat lupus, longeque inferior agnus…” alcuna pietas

Torquato Cardilli

Pressappoco due mila anni fa, all’epoca di Augusto, viveva a Roma, dove era stato educato fin da bambino, un ex schiavo macedone, tale Gaio Giulio Fedro, che occupò un posto di un certo rilievo nel genere letterario favolistico, con i suoi scritti a carattere pedagogico pieni di saggezza e dalla morale comprensibile da tutti.

Una delle sue favole più celebri “il lupo e l’agnello” condanna chi, forte dei propri mezzi, ma privo di una ragione plausibile che non sia solo la smisurata sete di potere, accampa una qualunque scusa per opprimere e sopprimere con falsi pretesti ogni essere che abbia la sventura di incrociare la sua strada. Vale la pena di rinfrescare la memoria su questa favola “Superior stabat lupus, longeque inferior agnus…”

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