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Mediterraneo e Medio Oriente
tra crisi diplomatiche e scontri di guerra

Una “Tragedia” in corso, ancora senza Atto Finale

………… CUI  PRODEST  ?

una analisi dell’ Ambasciatore TORQUATO CARDILLI*

E’ un’espressione latina, utilizzata retoricamente quando si è alla ricerca investigativa del movente che spinge qualcuno ad una certa azione, risalente a Lucio Cassio e a Cicerone, ripresa poi da Seneca che la mette in bocca a Medea cui prodest scelus, is fecit”, cioè “chi trae vantaggio dal crimine ne è l’autore (o il mandante). 
Lasciandoci guidare da questa massima non possiamo comprendere le ragioni di quanto accade da molti anni nel Medio Oriente, senza risalire alle origini storiche del colonialismo, il cui albero, di salde radici e vari innesti, produce ancora frutti amari.

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Australia il soccorso di Madre natura

Nel continente australe finalmente la pioggia

in foto, Blue Mountain, Australia

Raffaele Panico

Era una guerra persa, fin da settembre scorso erano centinaia gli incendi che hanno devastato l’Australia, con almeno 29 persone morte, migliaia di edifici e case distrutte, ecosistema devastato, decine e decine di milioni di animali morti tra le fiamme.

La siccità, il caldo estremo i venti secchi, ora hanno lasciato il campo alla pioggia. Il cielo ha deciso di affiancare il lavoro dei vigili del fuoco per fare fronte comune contro l’emergenza epocale. A Melbourne, solo due giorni fa, si sono avute addirittura inondazioni.

Nel Nuovo Galles la pioggia è stata di fatto determinate nello spegnimento di numerosi incendi e in questo fine settimana sono previste altre piogge. Anche a Sidney si prevedono piogge almeno fino a domani, domenica.

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Regione Lazio prevenzione e repressione dei reati ambientali

Nel 2019 un bilancio positivo delle attività del Gruppo Roma Arma dei Carabinieri Forestale

MASSIMILIANO MORREALE 

L’anno appena trascorso ha confermato ottimi risultati nel Lazio sul fronte tutela e salute ambientale, e noi cittadini e lettori della buona notizia non possiamo che essere fieri e garantiti da tanto lavoro portato ad effetto. L’impegno per l’Arma si è portato su più fronti. Prevenzione, al primo posto, e repressione dei reati, questo secondo punto è un fronte ben maggiore in quanto richiede professionalità sempre maggiore. Infatti ogni cittadino bene informato è a conoscenza della continua evoluzione tecnologica ed il conseguente mutare dello scenario degli illeciti da contrastare. Importante e indispensabile, d’altra parte è stata la vicinanza all’Arma dei Carabinieri ai cittadini per rispondere alle crescenti esigenze di sicurezza ambientale e legalità.

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M_5_Stelle, oramai, purtroppo è……….
un Movimento non più “Paragonabile”

OVVERO …………IN “DECLINO SENZA PARAGONE

 Commenti & Considerazioni di TORQUATO CARDILLI 

Non è un gioco di parole, né una battuta di spirito, anche se all’orecchio di tutti suona evidente il riferimento all’espulsione dal M5S del senatore Paragone. Purtroppo per quanti avevano creduto nella prospettiva di un rinnovamento radicale del paese è motivo di sconforto assistere allo spettacolo che il Movimento sta dando di sé, mentre per tutte le forze della reazione, comunque vestite ed inquadrate, lo sfaldamento dell’immagine del M5S è motivo di gioia che vira verso l’euforia.

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Il delitto perfetto le indagini di Claudio Morici sulla chiusura delle librerie romane

Sempre più spesso si legge delle problematiche che hanno le librerie, ed è di pochi giorni fa la chiusura di altre due librerie romane, che in soli dieci anni (2007-2017) sono diventate 223 in meno.

Amazon che sembrerebbe il principale problema non è però l’unica causa di questo “declino”. La situazione riguarda anche i costi, l’IVA, la possibilità di poter acquistare sempre più ebook, il numero ed a questo punto anche la qualità dei libri che le case editrici pubblicano ogni anno.

In un lungo articolo pubblicato sul sito di Internazionale, lo scrittore Claudio Morici ha fatto un’analisi della situazione per quanto riguarda le librerie di Roma, mettendo a confrontando dati e testimonianze di librai e altri esperti del settore.

Riportiamo l’articolo dell’8 giugno 2019.

 
Il delitto perfetto, indagini sulla chiusura delle librerie a Roma. 

Nel 1992 avevo vent’anni, volevo fare lo scrittore e allora mi capitava di entrare in libreria e di rubare libri. Mi sentivo in diritto, era una sorta di borsa di studio che mi davo da solo, visto che di lì a poco ne avrei scritto di bellissimi anch’io. Per il momento, però, ero solo un maestro nel disattivare la fascetta magnetica contenuta all’interno dei volumi, che faceva suonare l’allarme all’uscita. Ci scrissi anche un breve saggio sotto pseudonimo. Per favore, non cercatelo su internet.

In Italia, da allora a oggi hanno chiuso moltissime librerie. A Roma, dal 2007 al 2017, hanno chiuso 223 “punti vendita trattanti libri”, secondo la Confcommercio. Una strage. Alcuni avevano nomi che a risentirli stringono il cuore: Croce, Fanucci, Remainders, Invito alla lettura, Amore e psiche, Fandango incontro, Flexi, Zalib, MelGiannino.

Ma cosa sta succedendo? Perché chiudono le librerie, soprattutto quelle piccole? Chi è il serial killer di quelle romane? Chi l’ha aiutato?

Primi indizi
Tra i primi sospettati ci sono le grandi catene tipo Mondadori e Feltrinelli, che negli anni novanta sono entrate nel mercato a gamba tesa. Grandi editori che tutt’oggi, unico caso in Europa, i libri li pubblicano, li distribuiscono, li vendono, e a volte se li leggono pure da soli.

I numeri parlano chiaro: le librerie a conduzione familiare in Italia erano 1.115 nel 2010. Nel 2016 erano 811. Mentre quelle che fanno parte di grandi gruppi sono aumentate: da 786 a 1.052.

Ma parlando con Carmelo Calì, ex libraio della libreria Pallotta a ponte Milvio, sembra proprio che le grandi catene non siano le uniche responsabili di questa strage. Negli ultimi anni si è creato un nuovo equilibrio e i librai di quartiere sono diventati consapevoli di offrire un servizio che le grandi librerie nemmeno se lo sognano. I piccoli librai, a differenza dei grandi, hanno il dono della parola. Chiacchierano, discutono, consigliano, organizzano eventi. Ti danno un tetto se piove, una tisana calda, un luogo dove incontrare gli amici, sentirsi a casa o in ufficio. Mettono le locandine degli eventi nei bagni.

Prendersela con le grosse catene sarebbe come arrestare il primo indiziato. Troppo facile

Le grandi catene magari riescono a stare dietro al meccanismo kamikaze delle nuove uscite (ci torno tra poco), ma non ai bisogni di socializzazione e di identificazione. È quello che mi dice anche Francesco Mecozzi della libreria Giufà a San Lorenzo: “Siamo ancora aperti perché ci siamo costruiti un’identità diversa”. E Alessandro Alessandroni di Altroquando aggiunge: “Le persone vengono da noi anche perché ci conoscono personalmente”.

Come per Carmelo Calì, anche secondo loro prendersela con le grosse catene sarebbe come arrestare il primo indiziato. Troppo facile. La vendita al dettaglio è in crisi in tutti i campi: dalla macelleria al negozio di scarpe. Nelle librerie questa tendenza ha avuto risultati ancora più funesti?

Giovanni Peresson, responsabile dell’ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie), intervistato dall’Ansa dice di no. Anzi, dalla loro indagine risulterebbe che i librai hanno sofferto meno. E allora chi è il serial killer delle librerie?

Il ruolo di Amazon
Lo so che state pensando: Amazon. Volete leggere un articolo pieno di sangue, dove Amazon e internet si mangiano il mercato come Hannibal Lecter si mangia le persone. Con l’ebook nascosto nel buio che sferza l’ultimo colpo alla carotide del povero libraio.

È vero, più di un libro su cinque è stato venduto online nel 2017. È vero anche che l’azienda statunitense nel 2017 non ha pagato un dollario di tasse, approfittando della riforma fiscale voluta da Donald Trump; e che al contrario, in Italia gli editori le tasse le pagano eccome; e che ci sono molti sospetti sulle condizioni di lavoro dei dipendenti (è pieno di articoli). Ma anche Amazon, come le grandi catene, non ha il dono della parola, non te la fa la tisana e non mette locandine nei bagni, che ancora non ha (in futuro va’ a sapere). E vi assicuro che parlando con i piccoli librai romani, quasi nessuno mi è sembrato spaventato da questo mostro. Come mi spiega Francesco Mecozzi di Giufà: “Spesso non abbiamo il libro che stai cercando, mentre Amazon te lo porta a casa il giorno dopo. Mi chiedo però: se solo quattro italiani su dieci leggono un libro all’anno, ti pare che quel libro se lo devono leggere proprio domani mattina?”.

Amazon fa paura soprattutto alle librerie grandi. Barbara Pieralice è titolare insieme alla sorella Francesca della Nuova Europa, una delle indipendenti più di successo, che da 25 metri quadrati è passata a 400 dentro il centro commerciale I granai a Roma sud. Pieralice mi dice che le vendite sono in calo costante dal 2009 e il motivo numero uno, secondo lei, è proprio l’online. Si lamenta del fatto che in Germania e in Francia i governi limitano gli sconti applicati da Amazon, mentre in Italia l’azienda può farne quasi senza limiti.

Stefano Scanu, direttore responsabile della sede romana della catena Ibs+Libraccio – un posto enorme in via Nazionale – punta il dito su qualcos’altro. Per lui la vendita online sarebbe solo il secondo indiziato del calo di vendite. Al primo posto ci mette il calo dei lettori, ovvero, non ci sarebbe un singolo serial killer ma un’intera popolazione. In effetti i dati sono drammatici. Per citarne due: in Italia il 32,3 per cento dei laureati non legge nessun libro. E siamo all’ultimo posto in Europa sulle competenze di comprensione dei testi e di lettura, secondo l’ultimo rapporto dell’Aie. Abbiamo risolto il delitto perfetto?

Un sacco di patate
Nei primi anni novanta impazzava una polemica che oggi sembra ridicola: “Si possono vendere i libri al supermercato?”. Partecipai al dibattito inventando la “tecnica del sacco di patate”. Ovvero: metti un libro nel carrello e lo nascondi sotto un sacco di patate. Alla cassa nessuno ti chiede di spostare il sacco (pesa troppo) e così ti rubi il libro.

Secondo tutti i librai che ho intervistato, tra le ipotesi di omicidio spunterebbe anche quella dello scambio di persona. Il libro in Italia è scambiato per un sacco di patate. È tassato come un sacco di patate, venduto come un sacco di patate, proposto come un sacco di patate. Ma un libro non è un sacco di patate (salvo eccezioni) e le librerie, insieme alle scuole e alle biblioteche, sono l’ultima trincea a sostegno della lettura. Hanno una funzione culturale e strategica che non può essere ignorata.

Non a caso in Francia il ministero della cultura ha iscritto “le tradizioni e le conoscenze dei librai” nel patrimonio culturale immateriale. Un primo passo per proporli all’Unesco. E invece a Roma le librerie chiudono, come si seccano i prati delle ville lasciate all’incuria. Solo che a differenza dei prati, le librerie che chiudono non ricrescono più. E diventa normale, fisiologico, che al loro posto aprano un Compro oro, una rosticceria, un negozio che vende patate: qualsiasi tipo di attività rende il triplo di una libreria e può permettersi più facilmente di pagare l’affitto in centro e le tasse.

Ultimi sospetti
A detta di chi vive tra scaffali di libri, ci sarebbe un’ultima ipotesi per risolvere il caso. Alcuni librai pronunciano la parola sottovoce, ma la pronunciano spesso. La parola è: suicidio.

Nel 1980 le novità in libreria erano 13mila. Nel 2016, con lo stesso numero di lettori, 66mila. Una follia. Significa che i libri scompaiono dagli scaffali dopo due mesi, che le vendite medie per volume sono bassissime, e che è enorme il numero dei testi mandati al macero. Un’economia drogata dove il piccolo libraio è costretto a indebitarsi per anticipare l’acquisto delle novità – che non sa neanche dove mettere – e gli editori sono costretti a stampare tanto per stare al passo con la concorrenza e con le regole della grande distribuzione.

C’è poi la questione degli sconti. In Italia una legge del 2011 prevede che non possano superare il 15 per cento. Per raccontare i cavilli, i raggiri, le paraculate che portano ogni mese grandi editori e grandi catene a fregarsene e fare offerte che si mangiano letteralmente i più piccoli nella filiera, ci vorrebbe un altro articolo. Ma anche in questo caso, molte piccole librerie intraprendenti hanno trovato strategie di sopravvivenza come le “copie in deposito”, ovvero la possibilità di procurarsi i libri direttamente dall’editore, pagandoli solo una volta venduti.

E allora se non è neanche un suicidio, chi le ammazza le librerie? Muoiono di vecchiaia?

Il fattore stupidità
Credo che le librerie, come i libri, come le biciclette, come le gite al mare e gli adolescenti megalomani come me che rubano libri pensando di avere ragione, non moriranno mai di vecchiaia. Quello che ho capito in questa piccola indagine, è che non c’è un unico assassino. Le piccole librerie romane stanno morendo per un insieme di fattori. Sono bombardate da questi fattori. Arrivano fattori terra-aria, fattori a grappolo, fattori che pensi che sia una penna, la tocchi e ti esplodono in faccia.

E purtroppo in pochi le difendono, questo è il vero problema. Se vogliamo trovare un unico nemico direi che è sempre lo stesso, da anni, da secoli, il nemico dei libri e delle librerie. La stupidità.

Un caso esemplare è quello di Claudio Madau, 37 anni, libraio di Roma. È stato premiato dal presidente della repubblica Sergio Mattarella perché “esempio di civiltà”. È diventato una specie di eroe nazionale insieme ad altre 33 persone perché si è inventato “Dottor libro”: presentazioni di libri organizzate in ospedale.

Il 5 marzo scorso, quando gli hanno dato la medaglia – con la cerimonia, le telecamere dei tg e tutto il resto – chissà se hanno anche capito che la sua libreria, proprio accanto all’ospedale San Giovanni, ha chiuso da tempo. In due anni e mezzo di lavoro estenuante, senza aiuti, senza finanziamenti, hanno provato a vendere libri e a dare “esempi di civiltà”, ma non guadagnavano niente. E qui volevo inventarmi una bella battuta per sdrammatizzare la loro situazione, ma forse è meglio astenersi.

Il ruolo delle istituzioni
Il piccolo libraio resiste, parla con il cliente, lo fa tornare, compie il miracolo di appassionarlo alla lettura, gli prepara la tisana per anni, magari lo convince a non comprare su Amazon. Poi però, ogni sei mesi, deve pagare una tassa per la nettezza urbana di tremila euro all’anno, come succede alla libreria Tomo a San Lorenzo, che è grande ma lotta per esistere come tutte le altre. Oppure gli raddoppiano l’affitto, com’è successo alla libreria Spagnola, perché si trova in centro e i prezzi salgono alle stelle per il turismo. Oppure un giorno arrivano i vigili urbani, come è successo a Giufà, e ti fanno 300 euro di multa perché hai messo fuori una panchetta irregolare, come se fosse questa l’emergenza a San Lorenzo. Oppure oltre a farti la multa ti chiudono per cinque giorni, com’è capitato a Otherwise nel settembre 2018, per degli espositori messi all’entrata, dove secondo un regolamento del comune non dovevano stare.

Nel 2016 quaranta librai romani si sono riuniti in un consorzio, hanno discusso per ore, hanno partecipato a un bando e hanno vinto centomila euro. Tutti contenti hanno festeggiato e hanno fatto progetti. Ma i primi 30mila euro sono arrivati dopo due anni e mezzo. È passato così tanto tempo che nel frattempo alcuni di loro hanno chiuso. Ditemi voi se tutto questo non è molto stupido.

Alessandro Alessandroni, che è anche presidente dell’associazione italiana librai della Confcommercio di Roma, mi spiega che da anni stanno chiedendo alle istituzioni le stesse quattro-cinque cose: riduzione di alcune tasse – come quella sulla nettezza urbana, o quella sul consumo di energia elettrica, o quella per le insegne –, nuove regole per l’occupazione del suolo pubblico, una mappatura delle librerie di qualità (come fanno in Francia, dove sono sostenute sulla base di criteri meritocratici). C’è anche chi propone di costruire una rete con scuole e biblioteche pubbliche che potrebbero comprare i libri, per legge, esclusivamente dalle librerie di quartiere. Le idee sono tante e vengono tutte da persone competenti, con anni e anni di esperienza sul campo. La risposta delle istituzioni? Nessuna. Questa è una forma di eutanasia senza consenso.

Il futuro
Se le cose andranno avanti così le librerie di qualità moriranno tutte in pochi anni. Chi le sta tenendo aperte lo fa solo per passione, volontariato, disturbo della personalità, incoscienza. O perché pensa che vendendo libri quando muori vai in paradiso. Certi mesi i proprietari di Giufà guadagnano meno dei pochi dipendenti che hanno assunto, e molto spesso lavorano più ore. Lo stesso vale per quelli di Altroquando. C’è chi guadagna seicento euro al mese dopo quindici anni di attività. Molti librai romani puntano a pagare le spese e lo considerano già un miracolo.

Eppure le librerie romane non sono mai state così vive. Per sopravvivere si stanno inventando una nuova scena, delle nuove abitudini, hanno il sostegno di tanti cittadini.

La Pecora elettrica, a Centocelle, organizzava presentazioni di ogni genere che spostano la gente dal centro alla periferia. Lo scorso 25 aprile, durante la notte, gli hanno dato fuoco. E stavolta non è una metafora, è un fatto gravissimo. La cosa incredibile è che colleghi, cittadini, clienti e abitanti del quartiere hanno raccolto quasi 40mila euro in meno di un mese. Una mobilitazione dal basso, senza eguali.

Probabilmente sarebbe successo qualcosa di simile per Giufà, che mette in piedi decine di eventi straordinari ogni anno. O per Tuba, dove si sperimenta insieme alle femministe. Da Altroquando presentano riviste in inglese che pubblicano esordienti italocinesi. Il Giardino del mago ha dato inizio a una lettura di gruppo del Maestro e Margherita. Scripta manent ha portato dodici premi Strega a leggere i loro libri sul marciapiede. Sono tantissimi i progetti eccezionali e molti romani se li stanno prendendo a cuore.

Oggi so qual era il vero motivo per cui rubavo libri a vent’anni. Avere libri senza pagare è un po’ come voler crescere senza soffrire. Purtroppo non funziona. È una delle poche cose che non si possono imparare sui libri. Il punto è che forse vale anche per una città grande come Roma. Non si può essere così stupidi da non capire che crescere, cambiare, migliorare, diventare ancora più grandi non è possibile senza investire, sostenere, prendersi il rischio di scegliersi il futuro. E sostenere economicamente le librerie indipendenti sarebbe davvero un ottimo affare per tutti.

Poi un giorno mi beccarono. Avevo rubato Il barone rampante di Italo Calvino.

 

 

Andreotti e Gheddafi, le relazioni Italia-Libia

Nel ricordo e per il ricordo della statura notevole
di uno Statista di Livello Mondiale

Raffaele Panico

“Italiani di Libia”, Periodico dell’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia, edito a Roma, nel n. 3 del 2018 dedica una recensione che ripercorre le relazioni Italo-Libiche. Il libro che si presenta nella pagina Cultura è un poderoso saggio scritto da vari autori che esamina 40 anni di relazioni italo-libiche attraverso i rapporti di due leader Giulio Andreotti e Muammar Gheddafi.
La recensione è firmata dal direttore editoriale Giovanna Ortu che nel corso del tempo ha ascoltato il vissuto dei rimpatriati italiani dalla Libia, vicende che hanno segnato indelebilmente la vita di singole persone e dell’intera comunità italiani, lì laboriosa e presente dal tempo della “Quarta sponda” e molti nati in terra del Nordafrica.

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A Strasburgo il Premio Sacharov a Ilham Tohti, professore di economia, detenuto in Cina 

                     Il “PREMIO SACHAROV a ILHAM TOHTI, incarcerato nelle prigioni della Cina  

da Strasburgo, a cura di EUGENIO PARISI  

Nelle scorse settimane nella sede del Parlamento Europeo di Strasburgo è stato consegnato il Premio Sacharov per la libertà di pensiero alla figlia di Ilham Tohti, Jewher Ilham.  Il padre di Jewher, professore di economia,  non ha potuto ritirare il premio personalmente perché, appartenente alla minoranza uiguri, è attualmente detenuto in Cina, condannato all’ergastolo,  con accuse di separatismo.

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Liliana Segre boccia Roberto Benigni per il film “La vita è bella”

Ho letto il recente “La memoria rende liberi”, sofferta testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta, “salvata” avrebbe scritto Primo Levi, alla “soluzione finale” dei campi di concentramento nazisti. Anch’ella, dunque, vittima dell’antisemitismo, della persecuzione razziale, attuata dal Fascismo in modo sistematico, quasi chirurgico contro la piccola comunità ebraica italiana, neppure cinquantamila cittadini, seppur l’esigua consistenza non possa affatto ridimensionare o, addirittura, giustificare oppure negare una tale tragica, vergognosa pagina della nostra storia contemporanea.

Sicuramente una degli ultimi testimoni della Shoah, Liliana Segre ha ripercorso i ricordi della sua terribile esperienza di ragazzina internata ad Auschwitz, affidandoli alla cura narrativa di Enrico Mentana, noto giornalista, attuale direttore del TG7 del gruppo editoriale Cairo. Il libro non si discosta dai tanti altri che raccontano la “soluzione finale” nazista, è la storia incredibile di una ragazza in mezzo al terrore, alla violenza insensata, alla crudeltà del genocidio per la sola colpa di essere nata ebrea e, come tale, ritenuta volutamente “diversa” dal potere imperante. Ho appreso notizie e particolari nuovi, giustamente il libro arricchisce la mia estesa documentazione e altrettanto vasta biblioteca di saggi, testimonianze sul razzismo, l’antisemitismo, le tante persecuzioni nel tempo sino ai nostri giorni.

 

 

 

Ho rilevato, però, un punto, anzi una pagina, la 207, riprodotta a corredo di questo articolo, dove il libro della Segre, a mio parere, maldestramente esce fuor dal seminato e per così dire “stecca”: qui, appunto, la nostra Liliana, pur rilevando il valore della televisione e del cinema nel salvaguardare e protrarre la memoria dell’Olocausto, ne critica certi “elementi romanzeschi”, dicendosene infastidita, perché contrari alla verità storica. Così, il suo giudizio davvero “tranchant” non risparmia la serie televisiva americana “Holocaust” e due celebri film: “Schindler’s list” di Steven Spielberg e “La vita è bella” di Roberto Benigni, due perle della cinematografia mondiale a carattere storico, fra l’altro su un tema ancora oggi tanto dibattuto, attuale quale il razzismo e, in senso più stretto, l’antisemitismo. Due film, premiati con l’Oscar, finiscono nel giudizio pesantemente critico della Segre solo per il fatto di non raccontare davvero la verità storica della Shoah, così come, invece, da lei conosciuta, vissuta e, poi, testimoniata sino ai nostri giorni.

 

 

Eppure, non mi sembra che “Schindler’s list” e “La vita è bella” fossero nel loro racconto tanto lontani dalla verità storica, nota e documentata, della persecuzione e della “soluzione finale”! Se la cosa più importante sul piano della continuità storica, quindi della conoscenza e dell’educazione dei giovani, è il mantenimento della memoria della Shoah e di ogni vergogna genocida, che senso ha che la Segre faccia le pulci sul tema della ricostruzione storica? Ho avuto l’impressione che la nostra autrice, quasi presa da una sorta di personale aristocraticismo testimoniale della persecuzione razziale, voglia cercare nell’uovo il pelo della pedanteria storica a scapito di un’agile, continua ricostruzione evidente, credibile e duratura di quanto è avvenuto con l’Olocausto. Forse, Liliana Segre dovrebbe avvedersi che “La memoria rende liberi” se, innanzitutto, continuamente disegnata nei suoi tratti essenziali: i particolari, i dettagli approfondiscono soltanto.

Incautamente, poi, la Segre definisce il film di Benigni falso, pure orribile, addirittura una favola inattendibile perché lontana dalla realtà storica, insomma tutte accuse infondate, campate in aria. In realtà, presa dal suo coinvolgimento di sopravvissuta, le è sfuggito, non so se volutamente, come anche le tragedie dell’umanità, anziché col tono del dolore, possano raccontarsi sublimandole in un tono, uno stato più lieve, magari anche favolistico, che lenisce, ma non dimentica le cause della tragedia, però punta all’ammaestramento umano e morale perché certi tragici avvenimenti mai più si ripetano. Ecco, questo è stato l’intento di Benigni nel suo “La vita è bella” ovvero con la favola, sicuramente assurda, di un padre, una madre e un bambino in un lager richiamare i suoi spettatori al valore del bene, dell’amore contro il male e l’odio. Peccato che Liliana Segre non l’abbia compreso.     

In morte di QASSEM SOLEIMANI

In morte di QASSEM SOLEIMANI 

una nota su Fb in data 3 gennaio di Adriano Tilgher …ed altri commenti  

Tutti gli Europei dovrebbero rendere omaggio al comandante QASSEM SOLEIMANI, l’uomo che ha distrutto lo stato islamico in Iraq, ha debellato e reso innocui i terroristi dellISIS, ha protetto e salvato le Chiese Cattoliche in Iraq e in Siria, dalla violenza del califfato e dei terroristi, finanziati ed armati dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati anglo-americani.

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Australia inferno di fuoco, oggi domenica 5 gennaio.
Il racconto di Vince da Sidney

____DA SIDNEY, il racconto di Vince Carrabs: 
“Situazione apocalittica e siamo inizio estate” 

Raffaele Panico

Sidney è domenica sera, sono circa le 19.00 a Roma sono le 9.00. Abbiamo raggiunto al telefono un nostro connazionale e cittadino australiano, doppia cittadinanza e passaporto, nato a Sidney nel 1956. I genitori di Vince, o Vincenzo Carrabs, erano giunti con accordi bilaterali Italia-Australia per la richiesta di lavoratori preparati, abili artigiani, dirigenti e ingegneri operosi e operai scelti contingentati a richiesta per il popolamento del Paese continente grande come l’intera Europa, Russia compresa.  Arrivati dalla provincia di Avellino negli anni Cinquanta sono tornati in Italia più volte per vacanze e ritrovare familiari e amici, in occasione delle feste e eventi importanti caratteristica di Noi italiani. Abbiamo chiesto, al mio amico Vince Carrabs, nostro lettore dell’agenzia Consul Press, amico che la scorsa estate è stato qui a Roma, come è la situazione degli incendi che stanno devastando l’Australia.

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L’EPIFANIA PORTA LA NATURA NEGLI OSPEDALI PEDIATRICI CON I CARABINIERI FORESTALI

Massimiliano Morreale 

A Roma si attende questa Epifania all’insegna dell’amore per l’ambiente e della solidarietà verso i più piccoli. E questo per chi opera nel settore sanitario non può che dare sostegno all’etica profonda della attività a contatto con chi riceve sostegno o cure mediche. Così, anche quest’anno la Befana accompagnerà i Carabinieri del Corpo Forestale all’interno dei reparti pediatrici di numerose strutture ospedaliere in tutta Italia per incontrare i bambini ricoverati durante questa festività. Un presidio di presenza delle strutture intere volte alla tutela anzitutto e prevenzione della salute e benessere dei cittadini.  

Gli uomini e le donne del Raggruppamento Biodiversità la mattina del 6 gennaio raggiungeranno 32 nosocomi e strutture di accoglienza per organizzare una giornata dedicata all’educazione ambientale, alla solidarietà e alla conoscenza e tutela della natura.

“A Roma i Carabinieri infatti si recheranno alle ore 8,30 al Policlinico Umberto I presso il Reparto di Oncologia Pediatrica, dove da diversi anni la manifestazione si svolge con successo, anche grazie al supporto del personale ospedaliero che ha accolto l’iniziativa con grande entusiasmo.

Proprio da questa esperienza i Carabinieri della Biodiversità hanno sviluppato un progetto con i bambini ricoverati in lunga degenza del nosocomio romano, che prevede incontri di educazione ambientale durante tutto l’anno. L’esperienza si è rivelata particolarmente fruttuosa e ha permesso anche ai piccoli degenti una vicinanza ai temi ambientali. Nel 2020 le attività si arricchiranno ulteriormente consentendo ai piccoli ricoverati di effettuare un’esperienza di campo in una delle Riserve naturali gestite dai Carabinieri Forestali, sempre sotto controllo medico.”

benvenuto tra noi il dott. Massimiliano Morreale, nuova firma di

Consul Press, giornalista pubblicista, Roma dal 2001/2002

 

La Strage di Mogadiscio …..11 gennaio 1948

IN RICORDO DEL LXXII° ANNIVERSARIO 

In Roma, presso il Sacrario del Perpetuo Suffragio (*1) a piazza Salerno, sabato 11 gennaio 2020, alle ore 11.00 , avrà inizio la Celebrazione Eucaristica nel 72.mo anniversario dell’eccidio di Italiani e di Somali.
Una benedizione alla lapide posta a Memoria dell’evento al termine e interventi di autorità civili e militari, con la partecipazione alla Santa Eucarestia del “Coro Polifonico Salvo d’Acquisto”. Alla Cerimonia sarà altresì  presente una delegazione dell’ A.N.R.R.A – Associazione Nazionale Reduci e Rimpatriati d’Africa, Sezione di Roma. 

una nota di Raffaele Panico

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Scuola di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza fondata da Luigi Broglio

Luigi Broglio dal ”Progetto San Marco” il primato aerospaziale italiano

Un successo continuo dai satelliti in orbita geostazionaria fino all’esplorazione su Marte 

Raffaele Panico

Prefazione 

 Correva l’anno 1964, il 15 dicembre, da un poligono spaziale americano parte un razzo, il vettore Scout, che mette in orbita il primo satellite italiano il “San Marco 1”. Con quel lancio l’Italia è il terzo Paese al mondo dopo l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti, a mettere in orbita un satellite attorno alla Terra. Il padre del progetto è l’ingegner Luigi Broglio. Ma i Nostri, grazie a Broglio, andranno oltre, tanto che si faranno una base tutta italiana, dove? Al largo delle coste del Kenya, vicino alla linea dell’Equatore. Perché lì? È la migliore posizione per il lancio di satelliti, e la base si chiamerà poligono di lancio spaziale “San Marco”, e “Santa Rita”, due isolette artificiali di ferro al largo di Malindi, circondate di antenne per inseguire i razzi dopo il lancio. Luigi Broglio era veneto, nato a Mestre. All’equatore terrestre la posizione è strategica per i lanci spaziali e questa idea è nata dalla sua intuizione.

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Natale 2019 – Nuovo Anno 2020

A TUTTI  COLORO che ci seguono, sia assiduamente o saltuariamente,  
  AUGURI PER  UN SANTO NATALE    
sempre in Linea con la “Nostra Identità & Tradizione  
di autentica solidarietà verso le Persone in sofferenza o difficoltà    
ED AUGURI PER UN NUOVO ANNO
che auspichiamo sia positivamente Sereno, Costruttivo,
nonché
 Fiammeggiante di  “Lodevoli Soddisfazioni” 

La nuova fauna di Roma, …..le immigrazioni della natura

La leggenda della fondazione di Roma si riferisce al volo delle gru che si posarono sul colle Palatino indicando il punto dove iniziare la città, di quello che sarebbe diventato il fulcro del più grande impero dell’antichità. Gli uccelli ebbero un’importanza da non sottovalutare nei primi anni della formazione di Roma; furono ereditate dagli etruschi le pratiche di ornitomanzia, ovvero la capacità di auspicare un evento dal volo e dal comportamento dei volatili. Nel ricordarne l’importanza come non citare le oche del Campidoglio, famose per avere allarmato la popolazione dall’ invasione del gallo Brenno, senza contare i simboli della città, oltre alla lupa c’era l’aquila, icona di Giove e simbolo del Pontefice Massimo.

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L’odioso furto di identità per truffare
su tutto il territorio nazionale onesti cittadini

L’Arma dei Carabinieri ha smantellato una rete criminale che si impossessava dei risparmi delle persone. 
Il contrasto e l’eradicazione diretta dai Magistrati del pool della Procura di Roma

Massimiliano Morreale

ROMA – I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma EUR hanno eseguito un’ordinanza che dispone misure cautelari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 19 indagati (10 arrestati che andranno in carcere, 8 arrestati che andranno ai domiciliari e 1 persona destinataria della misura dell’obbligo di dimora). Ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’indebito utilizzo di carte di credito, pagamento e frode informatica, tramite accesso abusivo ai sistemi informatici telematici. Operavano tra il Lazio e la Campania, e riuscivano a produrre “sostituzione di persona, truffa, ricettazione e riciclaggio” con la complicità di funzionari postali e bancari che fornivano nominativi e i dati sensibili per prosciugarne i risparmi di onesti cittadini ignari di tutto. Tra gli arrestati, infatti, compare un vice direttore di un ufficio postale, un impiegato di banca i quali avevano il ruolo di assicurare all’associazione informazioni privilegiate oltre a un avvocato del Foro di Roma con collegamenti internazionali.

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FaceBook condannato dal Tribunale di Roma: sconfitta l’arroganza del “pensiero unico dominante”

CONDANNATO FACEBOOK PER ARBITRARI OSCURAMENTI 
…… UNA VITTORIA PER IL  DISSENSO FUORI DAL CORO 

Pubblichiamo una dichiarazione del Prof. AUGUSTO SINAGRA 

Con Ordinanza dell’11 dicembre 2019 su ricorso di CasaPound Italia, rappresentata e difesa da me e dal Prof. Avv. Guido Colaiacovo, il Tribunale di Roma, in accoglimento totale del ricorso, ha condannato Facebook Ireland Limited alla immediata riattivazione della pagina di CasaPound Italia e del profilo personale di Davide Di Stefano, in qualità di amministratore della pagina.

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Sindaco di Napoli: “capanna chiusa per allerta meteo” l’editoriale di Chiaia Magazine

CHIAIA MAGAZINE

DICEMBRE 2019

 

CAPANNA CHIUSA PER ALLERTA METEO

…E l’anno finisce in pescheria tra sardine, pesce palla, capitoni 

 

Nella copertina del nuovo numero di Chiaia Magazine l’ironia è al comando e prende di mira il sindaco de Magistris: «Capanna chiusa per allerta meteo».

Nelle altre pagine la campagna social contro i botti di Capodanno: «Che la festa non finisca in cenere»,  «Le giocate delle feste: vincere al Lotto con il terno delle sardine»; «Caos Riviera di Chiaia, manca un piano di servizi»; «Case a Napoli, mercato a due velocità»; «Torna il giocattolo sospeso: tutti i negozi che hanno aderito all’iniziativa solidale del Comune»; «La terapia di “Arte che cura”: intervista al psicoterapeuta Massimo Doriani; «Sei proprio un bazzariota»: viaggio semiserio tra detti e parole del dialetto napoletano.

Noi della redazione Consul Press abbiamo voluto dare risalto all’editoriale, scritto dal direttore Max De Francesco,  che raccoglie in breve tutto ciò di cui si tratterà nel numero di dicembre.

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