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Da Cassibile a Roma …. la “storia” si ripete?

Firmato un nuovo Armistizio?

Qualcuno, forse un po’ faziosamente, afferma: «L’Italia ha firmato un nuovo armistizio».  
La situazione è molto confusa ed i pareri sono molto discordi. C’è anche chi controbatte: «Come si fa a parlare di armistizio se non c’è alcuna guerra in corso?» 
In verità, in questo momento, non c’è alcuna guerra in corso ma, nel terzo millennio, di quale guerra parliamo? È ancora quella con la fanteria, i carri armati, le fortezze volanti o piuttosto è una guerra con l’utilizzo di droni?

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Da “Conte” di nome … a “Marchese” di fatto

A Roma, gira la voce che sia tornato il Marchese del Grillo

dal nostro Corrispondente dalla “Roma Segreta”  *

Qui, in città, è sempre vivo il ricordo del film di Mario Monicelli che rese famosa, in tutto il mondo, la figura del Marchese interpretato, per l’occasione, da Alberto Sordi nella doppia veste di un nobile romano e di un plebeo, di professione carbonaio. Alcuni affermano di aver visto il Marchese aggirarsi per le strade della città, altri di averlo visto entrare al mattino ed uscire a tarda sera da un vecchio e glorioso edificio romano, Palazzo Chigi, in piazza Colonna, a poca distanza da Palazzo Montecitorio.

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Con un “Avallo – Internet” di Rousseau, via libera alle “Istituzioni Demo-RepubbliKane”

IL “SI” SU ROUSSEAU:
MESSA IN CRISI DELLA DEMOCRAZIA
 

una riflessione di Edoardo Maria Franza 

La piattaforma Rousseau ha decretato un  pieno SI:  i Grillini hanno approvato il Governo Conte bis con quasi l’80% dei voti a favore. Si aggira così l’ostacolo di un precedente spiacevole nella prassi costituzionale, che prevede sia Presidente della Repubblica, previa consultazione dei maggiori esponenti dei gruppi parlamentari, ad individuare una figura rappresentativa della maggioranza parlamentare che possa ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.

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Partnership fra la Necci Academy e Gi Horeca

 

A Roma il 22 luglio 2019 la Necci Academy, divisione del gruppo Necci Hotels dedicata alla formazione ha siglato un accordo di partnership con Gi Horeca, divisione specializzata nella ricerca, selezione e formazione del personale per l’Hotellerie di Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro.

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Quel furbacchione di Giuseppe Conte:
Arlecchino o Giano bifronte?

QUASI UNA COMMEDIA GOLDONIANA

di FRANCO D’EMILIO

Al momento della stesura di queste righe ancora non si sa se il professor Giuseppe Conte, incaricato di formare un nuovo governo, riuscirà a realizzare questa impegnativa impresa. Spero vivamente che fallisca, ma le mie speranze, comuni a tanti italiani, sono esigue perchè travolte dalla logica politica di chi, in barba alle aspettative degli italiani, vuol mantenere l’attuale assetto parlamentare e puntare alla conservazione di un sistema agonizzante, obsoleto, incapace di interpretare i profondi mutamenti del lavoro e dell’impresa, della famiglia e dell’educazione, dell’istruzione e della formazione, infine della tutela dei confini e della sovranità nazionale.

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“IL SEMAFORO” ….. punto e basta !

Il Semaforo “DISINCANTATO” (*)

ALESSANDRO RICCI 

Premesso che erroneamente era stato scritto  come il semaforo si fosse “INCANTATO”, è giusto precisare invece che era l’auto (l’Italia) ferma al semaforo in attesa di ripartire.  Con tale scritto, non si ipotizzava alcuna soluzione, ma si provava a fotografare una situazione (temporaneamente statica) collegandola ai tre colori di un semaforo, simili a quelli di tre forze politiche, ed alla posizione in un incrocio ove un’auto era ferma, e si apriva una strada a destra ed una a sinistra che, volendo, potevano indicare la posizione delle tre forze politiche con quei colori.

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IL SEMAFORO (….”atto primo”) i partiti ad un incrocio pericoloso

AL SEMAFORO “INCANTATO”
…… la viabilità ingolfata dalla partitocrazia 

L’Italia si è fermata ad un semaforo allo scattare del colore giallo –  …. è ad un incrocio e deve trovare la via per proseguire la corsa. 
Diritto non si può andare, più avanti è crollato un ponte, la strada è interrotta,
si sta lavorando per ripristinare nel più breve tempo possibile la viabilità. La rimozione delle macerie ha richiesto molte giornate di lavoro, poi il sequestro posto dall’autorità giudiziaria ha ritardato l’inizio dei lavori, se tutto va bene, il prossimo anno, forse nel mese di agosto, si potrà circolare sul nuovo ponte.

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“ITALIA CHE PIANGE” ….. Craxi dall’esilio di Hammamet

Urna elettorale tricolore o solo ceneri e vaso funereo?
Questo è il dilemma!

Raffaele Panico

L’“Italia che piange” è una serie di opere artistiche in terracotta decorate da Bettino Craxi negli anni di esilio ad Hammamet fine anni Novanta.
Esilio, oggi parola chiave tornata per un senso di tristezza e purtroppo spesso di rancore che accompagna l’emigrazione per quanti giovani (sono oltre 165 mila molti laureati), altri eccellenti lavoratori, che sono espatriati all’Estero, dal 2011 ad oggi. Senza considerare i tanti nostri buoni pensionati che vanno in zone non pressate dalle bolge italiane della burocrazia, tassazione, inefficienza, lungaggini varie e postille farraginose a leggi e leggine a godersi la meritata pensione, o quanti imprenditori e via dicendo convertiti sulla Via dell’Estero,  perché in patria non possono reggere le sfide.

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Brasile: l’Amazzonia brucia e San Paolo cade nell’oscurità

Il fumo proveniente dagli incendi nella foresta amazzonica, combinato con le basse temperature hanno fatto piombare San Paolo nell’oscurità in pieno giorno. L’Istituto Nazionale di Ricerca Spaziale del Brasile, un’agenzia federale che controlla la deforestazione e gli incendi, ha dichiarato che il Paese quest’anno ha registrato un numero record di incendi, contandone 74.155 dal primo gennaio a martedì 20 agosto, un aumento dell’84% rispetto allo stesso periodo del 2018.

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CRAXI E KOHL 1985

Craxi e Kohl davanti al palazzo della Cancelleria della RFT a Bonn nel 1985

Raffaele Panico

Bonn, capitale della Repubblica federale tedesca, 22 febbraio 1985, Craxi presidente del Consiglio della Repubblica italiana si trova in visita come capo del governo. Una visita di lavoro con il Cancelliere della Repubblica federale tedesca Helmut Kohl, un colloquio sulle questioni relative alla politica europea, in particolare sui preparativi per il summit europeo che si terrà a fine marzo a Bruxelles, che accetterà poi l’adesione della Spagna e del Portogallo alle Comunità ed esprime il suo accordo sui Programmi mediterranei integrati (PMI) proposti dalla Commissione.
Craxi presiedeva allora il Consiglio delle Comunità europee, fu un successo per l’Italia e si era nelle fasi del passaggio dalle Comunità all’Unione europea.

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il “Caso Bibbiano”:scontro tra Angeli e Demoni

SENZA LA TUTELA DELLA “FAMIGLIA NATURALE”,
ECCO IL PERICOLO DEI  “CASI ALLA BIBBIANO” 

Sono, ormai, settimane che la ribalta della cronaca è ampiamente occupata dal caso di Bibbiano, comune della provincia di Reggio Emilia, dove ad una locale comunità terapeutica, denominata La Cura,  sono stati affidati per lungo tempo diversi bambini, sottratti pretestuosamente alle famiglie d’origine, anche ricorrendo all’intimidazione e alla coercizione psicologica. Tutto è partito nell’estate del 2018 da un’indagine del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia per chiarire la notevole crescita di denunce dei servizi sociali dei 7 comuni dell’Unione della Val D’Enza circa casi di abusi e/o maltrattamenti di minori in quel territorio.

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Craxi ricorda Garibaldi e la presenza italiana in Tunisia

Craxi racconta: Garibaldi, la Reggenza di Tunisi, e i legami storici con l’Italia. parte II

Raffaele Panico

Craxi scrive sui rapporti stretti tra l’Italia e la Tunisia in una pubblicazione che giunge a Roma, nel 1998 alla redazione de l’Avanti, “Garibaldi a Tunisi”, di Bettino Craxi (Tunisi, MED edition 1995) di 34 pagine molto intense e testo bilingue italiano e francese. In copertina si riproduce la targa ricordo della permanenza a Tunisi di Garibaldi sita a Palazzo Gnecco – rue de la Commission. [p1] E li racconta sul luogo i rapporti, le tracce, i segni storici in una video intervista rilasciata a Marco Dolcetta nel 1998. Nel documento a stampa l’anno cruciale è il 1834 “[…] nella Reggenza di Tunisi, vivevano all’incirca 8.000 europei. Un terzo di loro erano italiani. Provenivano dalle più disparate parti d’Italia: dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Toscana, dalla Liguria.” I Consoli italiani di Tunisi scrivevano rapporti e riferivano alle capitali degli Stati italiani pre-unitari: «Li bastimenti di bandiera francese, sarda e toscana, sono quelli che più spesso si vedono guarnire questo porto per estrarre delle lane, degli olii, cuoia e altri prodotti; essi introducono invece delle merci e manifattura di tutte specie (citazione in B. Craxi, “Garibaldi a Tunisi pag. 5)». “Ma mentre fiorivano i commerci, nel contempo si andava diffondendo il sospetto che i capitani di mare coprissero e favorissero i rapporti tra gli affiliati alle associazioni segrete che si venivano organizzando in vari centri del Mediterraneo e in particolare anche a Tunisi” (Craxi, “Garibaldi…”, pag. 5/6).

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“Chiesa cattolica: alla vigilia di uno scisma?” 23.8 – Conferenza del prof. Roberto de Mattei

Conferenza del prof. Roberto de Mattei sul tema 
CHIESA CATTOLICA: ALLA VIGILIA DI UNO SCISMA ?

L’incontro si sv**olgerà venerdì 23 agosto 2019  – h. 18.00 al Miramonti Majestic Hotel di Cortina d’Ampezzo 
La conferenza, aperta al pubblico, è organizzata da Rossana Raffaelli Ghedina nel quadro degli Eventi dell’Estate di Cortina 2019

 

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Salviamo gli Archivi di Stato, “nostra memoria e storia nazionale”

IL PATRIMONIO STORICO – CULTURALE  
DELLA NOSTRA MEMORIA

di FRANCO D’EMILIO 

Puntualmente, eccoci ancora a scrivere della grave crisi organizzativa e gestionale nella quale versano gli Archivi di Stato, uffici dell’amministrazione centrale e periferica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, preposti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico nazionale. Ormai, non è più nemmeno una crisi ricorrente, ma uno stato permanente di difficoltà, disagio che rischia di compromettere inesorabilmente la tutela della nostra memoria pubblica, quindi della nostra storia nazionale.

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Matteo Salvini, il nuovo Berlusconi?

Come siamo arrivati a questa situazione? Per rispondere al quesito dobbiamo fare qualche passo indietro e vedere quella che è la nostra cultura. Il degrado culturale si identifica con la demolizione da parte delle televisioni berlusconiane del cinema italiano, un’arte che tutti amavano, rispettavano e seguivano, tagliando uno dei ponti creativi che ci univano al resto del mondo. Inizialmente il circuito mediaset era vista come la “televisione per famiglie”, alternando programmi per bambini a interessanti film. Invece Silvio Berlusconi ha imposto agli italiani una marea di serie e prodotti vari made in USA. Una televisione, definita oramai “trash” , che non promuove più valori umani e civili, ma una perenne lotta tra chi grida di più. Una sfida per rimanere sul palinsesto mediaset non dovuto alla bravura, ma come parametro viene preso in considerazione quello della bellezza.

Pochi hanno anticipato il profondo, disperato declino culturale e il danno psicosociale che la televisione avrebbe arrecato agli italiani. Tra quelli che l’hanno anticipata c’era Pier Paolo Pasolini. Ha definito la catastrofe imminente come “genocidio culturale”. Descriveva così la rapida perdita di valori, sentimenti e tradizioni a tutti i livelli della società italiana, una profonda deculturalizzazione che nemmeno il fascismo era in grado di realizzare e che stava disintegrando la società italiana.

Lo storico Paul Ginsborg ha dimostrato, prima dell’arrivo di Matteo Salvini, che la combinazione di populismo antipolitico e potere mediatico di Berlusconi aveva corroso le basi della democrazia italiana, aprendola all’emergere di populismo estremista e xenofobo.

Il Movimento 5 Stelle nasce con una volontà purificatrice e giustizialista senza precedenti nella politica italiana. Nel 2018 il Movimento ha vinto le elezioni politiche in Italia, ma di fatto ha perso il potere, nelle mani dell’agitatore Salvini. Questo, non potendo applicare un programma governativo incentrato su obiettivi precisi, si è limitato a riprodurre con violenza verbale l’eredità calcistica berlusconiana, di confronto, recuperando l’opposizione noi-loro come asse centrale, e la retorica capace di intrappolare il gente comune, la stessa che credeva nei miracoli promessi da Berlusconi.

Pochi mesi dopo, le elezioni europee hanno visto la schiacciante vittoria dell’iperbole xenofoba e nazionalista: la Lega ha raddoppiato i voti e il Movimento 5 Stelle ha perso più di sei milioni di voti.

Il decennio di Berlusconi ha facilitato l’arrivo di truffatori, filibustieri e incantatori di serpenti senza scrupoli. La capacità di Salvini, dopo aver assunto la guida dell’ex Lega Nord, è stata quella di canalizzare il potenziale trasformativo derivante dal declino della borghesia italiana. La strategia di esternalizzazione dei conflitti attraverso l’individualizzazione di capri espiatori come Bruxelles, gli immigrati o l’euro, permette di accumulare più potere in seno a una prassi politica basata sul dolce far niente, in cui ruggiti nazionalisti riempiono il vuoto dell’assenza di un programma politico. Sfrutta in questo modo il malessere degli italiani, traendone maggiore beneficio.

Le televisioni di Berlusconi sono state le prime a spaventare i telespettatori con lo spettro dell’immigrazione di massa. Matteo Salvini non ha fatto altro che prendere la palla al balzo, e ha alimentato questo odio e paura. Ogni giorno mediaset trasmette immagini di barconi pieni di immigrati in procinto di “invadere” l’Italia. La stessa politica del timore è stata applicata anche rispetto all’allargamento dell’Unione Europea con l’ingresso di Ungheria, Bulgaria e Romania. Anni di propaganda continua hanno preparato gli italiani a non saper gestire la diversità; anzi il contrario, aver paura di lui.

È impossibile comprendere le incongruenze e gli impulsi autodistruttivi della politica italiana senza tener conto della continuità tra il momento politico presente e il passato. L’ascesa del nuovo uomo forte, Salvini, non può essere considerata una novità, ma piuttosto come un Berlusconi bis, sì, più aggressivo e senza freni.

Il comunismo arriverà in Europa occidentale prima per il popolo sovrano italiano?

Idea d’ Agosto di un “Sovranismo Comunista”
a trazione difesa dell’Ambiente

Raffaele Panico

 Nel XX secolo i regimi comunisti, sovietici in Russia, nelle repubbliche democratiche popolari in Est Europa, Cina, Cuba, Vietnam, Corea del Nord, hanno mostrato alla lunga disfunzioni e corruzione burocratica anche criminale che ha contrassegnato poi, o la decadenza del comunismo nel mondo intero o, dove presente oggi, incertezze e ambiguità, disparità sociali ed economiche, poca trasparenza per non dire libertà in tema di pensiero e la sua espressione, nonostante, tali governi ancora esistono e si autodefiniscono comunisti.  Il punto è che in Occidente c’è una America che sembra sempre più defilarsi con un isolazionismo tipo anni Venti post presidenza Wilson e gli europei della cosiddetta Unione, a doppia capitale Bruxelles-Strasburgo, non vedono prospettive, e solo uno spettro si aggira per l’Europa, che fa tremane la dirigenza politica: il sovranismo. E dove avanza? In Italia. E perché?

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A Firenze, lo storico caffè “Giubbe Rosse”
riconosciuto come bene culturale

Una “AFFINITA’ ELETTIVA” a Firenze  
tra le GIUBBE ROSSE ed i FUTURISTI 

di Marilù Giannone 

Firenze, 6 agosto 2019,  – L’Agenzia ANSA comunica che, su proposta della Soprintendenza di Firenze il Ministero per i Beni Culturali ha emesso un decreto per il riconoscimento di “bene culturale” allo storico caffè letterario delle Giubbe Rosse.

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Ecobonus – Sismabonus e Decreto Crescita: problematiche per Artigiani e Piccole Imprese

GLI EFFETTI NEGATIVI DEL “DECRETO CRESCITA”:
con l’art.10 su sconto in fattura danneggia artigiani e piccole imprese

una analisi di GIAN PAOLO MENEGHINI 

I parlamentari  Prisco e Nastri (FdI) scrivono al ministro Di Maio:
‘Si attivi con urgenza, troppe aziende rischiano il crac’

Il deputato Emanuele Prisco e il senatore Gaetano Nastri di Fratelli d’Italia hanno richiesto al Ministro dello Sviluppo economico LUIGI DI MAIO di «attivarsi urgentemente» per abrogare l’articolo 10 del Decreto Crescita che ha introdotto lo sconto in fattura per l’Ecobonus e il Sismabonus affinché venga «impedito un danno evidente al nostro tessuto economico prevalentemente costituito da Pmi impossibilitate strutturalmente a poter sostenere un onere finanziario così gravoso».

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Kevin Spacey sorprende Roma con un monologo

Kevin Spacey riappare di sorpresa a Roma, leggendo un monologo in un museo a un piccolo pubblico due settimane dopo che le accuse contro di lui in un caso di violenza sessuale sono state ritirate. L’attore, con la sua apparizione nella Capitale, spezza quel silenzio durato due anni. E lo ha fatto senza alcun preavviso, venerdì scorso, al Museo Nazionale Romano. Dinnanzi ad un pubblico modesto, ha iniziato a  leggere una serie di poesie su un pugile abbattuto e solitario, che inevitabilmente ha ricordato la sua situazione personale, dopo le accuse di presunte aggressioni sessuali che hanno avuto. Si è completamente immedesimato nella figura del pugile. Tutte queste accuse sul suo conto stanno, a poco a poco, uccidendo la sua carriera.

Solamente alcune settimane fa, il 18 luglio, la Procura di Nantucket, del Massachusetts, ha respinto le accuse di una presunta violenza sessuale che l’attore avrebbe commesso nei confronti di un giovane di 18 anni nel 2016. 

La visita a Roma di Kevin Spacey  ha letteralmente colto tutti di sorpresa. Il museo si era limitato ad annunciare alcuni giorni prima, sul proprio sito web, che un artista vincitore di due Oscar avrebbe letto in pubblico alcune opere del poeta e scrittore italiano Gabriele Tinti, ma si era concessa il beneficio del dubbio, non fornendo di fatto il nome dell’interprete. Gabriele Tinti, poeta, scrittore e critico d’arte ha contattato l’attore un paio di mesi fa per fare la proposta, che consisteva nel leggere la serie di poesie ispirate alla scultura greca del Boxer che riposa. L’idea era quella di riportare, in un certo senso, in vita la statua, raccontandone la storia.

 

 

Il testo si sposa perfettamente con quella che è ad oggi la sua situazione , ovvero di solitudine e fragilità. “Il pugile a riposo” narra il peso di una vita drammatica,  scritto diversi anni fa e, quindi, non è assolutamente ispirato alla storia dell’attore. Spacey non si è presentato in atteggiamento ironico e scherzoso, come ormai ci ha abituato, ma è apparso sulla scena molto serio e concentrato. Vestito di tutto punto, in giacca e cravatta, si è messo accanto all’imponente scultura in bronzo, che mostra un pugile ferito, consumato e abbattuto dopo il combattimento, con la faccia insanguinata e rivolta verso un altro lato e cominciò a recitare ad alta voce. “Sono esausto, a pezzi, quanto tempo resisterà il mio corpo? Quanti colpi puoi sopportare. Ho scosso il paese, ho scosso le sabbie, ho distrutto i miei avversari. Ho acceso l’oscurità, ho raccolto insulti, applausi forzati. Non tutti sapevano come farlo… Devi succhiare il cuore di un eroe mentre sta ancora battendo. Mi guardo e vedo un uomo, solo un uomo.” Quelli riportati sono solamente alcuni versi che ha recitato.

L’attore si è prestato a recitare il monologo per due volte. La prima al museo con pochi spettatori, mentre la seconda davanti ad un pubblico di circa 150 spettatori, radunati nel cortile del museo.