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Quando il Cavaliere copiò Ciriaco De Mita

Pur non condividendo interamente la politica berlusconiana, tanto da non esserne mai stato un sostenitore ed elettore, ho sempre riconosciuto l’impronta innovativa e i meriti del Cavaliere, anche in occasione della sua scomparsa con un articolo di giusta considerazione e dovuto rispetto. Adesso, con altrettanta schiettezza e veridicità di prove voglio dimostrare come Silvio Berlusconi sia stato copione di idee altrui, insomma non tutto il suo operato sia stato farina del proprio sacco. Pensare che durante gli anni di liceo all’Istituto dei Salesiani di Milano il giovane Silvio, molto bravo nelle materie umanistiche, non permetteva a nessuno di copiare le sue traduzioni: così, ancora, testimoniano alcuni compagni di scuola in vita, così confermava il suo severissimo professor Strapazzon; dunque, falsa la storia di Berlusconi che solo a pagamento lasciasse copiare o passasse le traduzioni delle prove in classe. Forse, già presago dell’unicità del suo futuro, il Cavaliere non poteva davvero consentire che qualcuno lo copiasse, ma non esitò, successivamente, a diventare copione di altri quando ravvisò originale, se non geniale, un’idea altrui.

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Alla storia il Cavaliere e l’Uomo di Arcore

…… UN PROTAGONISTA

___________________FRANCO D’EMILIO

Con la morte di Silvio Berlusconi scompare un importante protagonista della vita italiana degli ultimi 30 anni.
Dal 26 gennaio 1994, data della sua cosiddetta “Discesa in Campo”, Berlusconi ha cambiato profondamente il quadro politico nazionale: a lui si devono nuove strategie di comunicazione politica; una costante attenzione e, sempre, un fermo richiamo al moderno liberalismo e alle dottrine economiche liberistiche; la rottura del vecchio, rigido e paralizzante dualismo Democrazia Cristiana-Partito Comunista Italiano; lo sdoganamento della destra postfascista, inserendola pienamente nel rispetto della vita democratica; infine, ha rotto il monopolio dell’informazione, soprattutto quella radiotelevisiva.

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Su “Le Radici Profonde” un dibattito a 360°,
nell’Area della “Destra e Dintorni”

RADICI PROFONDE, SI ! PENSIERO UNICO, NO !

un intervento di ROBERTO ROSSETI 

Presso la Fondazione A.N., a Roma in via della Scrofa, Martedì 30 Maggio,  si è tenuto un Convegno- Dibattito sul tema: “Radici profonde si, pensiero unico no”,  con lo scopo di  rappresentare  tutte le posizioni del MONDO DI DESTRA in questo particolare momento politico e gli stretti legami con quello che ha rappresentato la “Cultura di Destra” in Italia.
Sono stato invitato ad intervenire quale componente della “Fondazione Giorgio Almirante” ed in tal senso con l’avallo di Giuliana De Medici.

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CHIESA CATTOLICA, COMUNISMO, FASCISMO, IMPERO ROMANO, LA DESTRA

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Plastica, il Wwf lancia l’allarme sull’inquimanto in occasione della Giornata dedicata all’ambiente

Nella giornata dedicata all’ambiente, il Wwf lancia l’allarme avvisando che il Mondo ha superato il limite planetario di plastica e inquinanti chimici, avvertendo dei pericoli, ormai irreversibili, che questi materiali arrecano alla salute umana e non solo. Questo è quanto si legge nel report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire” dove si chiede alla politica un intervento serio.

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Disabilità e turismo, il nuovo progetto

In Italia ci sono oltre 3 milioni, in Europa 87 milioni, di persone con disabilità di cui 160 mila hanno patenti speciali. Proprio in questo ambito il Turismo inclusivo della Penisola fa passi in avanti con la dotazione di auto a noleggio adatte e che rendono indipendenti nel viaggio e nella conoscenza del territorio anche da parte di persone con patente speciale in grado di poter fare uso di automezzi appositamente allestiti.

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Disabilità, turismo

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Il 2 Giugno del Sindaco di Sarsina

ANCHE TRECENTO SINDACI D’ITALIA ALLA SFILATA DEL 2 GIUGNO

Scriverò spesso bello, forse risultando banale, ma è sicuramente, anche qui, l’aggettivo più immediato per rappresentare la propria ammirazione e la personale, serena condivisione di principi e valori istituzionali.
Bello, dunque, vedere Enrico Cangini, Sindaco di Sarsina, qui nella foto secondo da sinistra, in prima fila nella rappresentanza di 300 Primi Cittadini, all’inizio della sfilata celebrativa della Festa della Repubblica, svoltasi il 2 giugno a Roma, alla presenza del Capo dello Stato e delle massime autorità civili e militari.

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Usa, approvata la legge sul tetto al debito. Evitato il primo default della storia americana

Con 314 voti favorevoli e 117 contrari la Camera dei rappresentanti Usa a maggioranza repubblicana, ha approvato nella giornata di ieri l’accordo sul tetto al debito che consente di sospendere fino al 2025 il limite di 31.400 miliardi di dollari evitando al Paese il primo default nella storia degli Usa.

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Nella fila del pane dell’alluvione

Dal 1986 vivo a Forlì e da 37 anni compro il “pane quotidiano”, invocato nella preghiera filiale al Padre, dallo stesso fornaio, nonostante abbia cambiato più volte la residenza in zone distanti da questo stesso esercizio commerciale. Ne è sempre valsa e ne vale la pena, il pane è eccellente, come tutti gli altri prodotti dalle mani di questa famiglia di panettieri: ora, i titolari iniziali, una solida coppia d’amore e tanto lavoro, si godono la meritata pensione, tutto è passato nelle mani dei figli che, giovani, hanno rinnovato locali e laboratorio, ma continuano a lavorare a mano gli impasti perché, come sempre ha sostenuto il loro “vecchio”, il pane buono è un prodotto artigianale di abilità manuale. Vecchio cliente, quasi di casa, mi basta solo telefonare “arrivo” senza aggiungere altro e. già al mio ingresso, mi vedo porgere la sportina consueta del mio mezzo toscano insipido con qualche zoccoletto e michetta.

                                                       

Sabato scorso, libero da impegni, sono andato senza preavviso, trovandomi costretto, cosa incredibile, mai prima d’ora, a fare la fila fuori, ultimo al settimo posto, rassegnato all’attesa evangelica “beati gli ultimi perché saranno i primi”. Chi prima di me ha subito soddisfatto la curiosità perché quella fila, mai prima a mia memoria di cliente: “Tre lavoranti a casa a spalare fango, perdipiù persa parte della farina nel deposito alluvionato, a pochi isolati da qui, per questo meno pane in vendita e non è facile accontentare tutti”; “Dentro, solo in due a servire, s’entra un po’ alla volta ed ecco la fila.”; “Bel casino questa alluvione, in coda per il pane, come mia nonna al tempo dell’ultima guerra coi bollini della tessera!” Così, rassegnato ed egoisticamente contrariato, lo confesso, a conquistare il mio pane quotidiano, mai, prima, tanto desiderato, nell’attesa di quella fila, da ultimo a primo, mi sono lasciato a tanti pensieri.

                                                     

Certo, la scarsità di pane ha mosso le rivoluzioni, nessuna esclusa, checché ne dicesse la regina Maria Antonietta con la sua proposta alternativa di brioche per sfamare e sopire l’ira dei rivoltosi parigini. Senza pane, dunque con la fame, magari in aggiunta a qualche altra pena, perché, si sa, a volte le disgrazie viaggiano a coppie, si è spesso costretti ad arrendersi, come nei versi del patriota Arnaldo Fusinato nella sua Ultima ora di Venezia, a ricordo della resa nell’agosto 1849 della Repubblica di San Marco, guidata da Daniele Manin: “…il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca…” A pancia vuota, neppure un tozzo di pane, magari sempre più caro di prezzo, s’infiamma la parte peggiore dell’animo umano e, allora, la fame fa l’unione, muove folle incazzate a saccheggiare forni, come quello delle grucce nel capitolo XII de I Promessi Sposi, oppure soffia sul primo fuoco, sabato scorso, per fortuna, tenuto d’occhio dal buon Dio, di sette forlivesi alluvionati in fila. Sicuramente, le file per il pane sono state e sono tuttora ricorrenti: dalle file a Roma dell’ultima guerra per una razione di pane, farina e segatura, come nel racconto dello splendido Pane Nero di Miriam Mafai, all’interminabile coda odierna davanti all’ingresso dell’associazione benefica milanese Il Pane Quotidiano, poco distante dall’Università Bocconi, tempio di tanta cultura economica della ricca impresa.

                                                                 

Certo, molti diranno che esagero, in fondo la mia fila di sabato scorso era piccola cosa, abbastanza sopportabile. È vero, tuttavia, pur se su scala minore, che quella mia fila aveva tutte le premesse di avvenimenti, insofferenze, contrarietà, mossi da ben più gravi, scarse disponibilità di pane per la vita quotidiana. Comunque, alla fine, è in me prevalsa la convinzione quanto, sempre più, debba apprezzarsi il valore del minimo essenziale, dunque un pezzo di pane, anche condiviso con altri, come taluno spezzò con i suoi discepoli o moltiplicò per una folla affamata, certo del miracolo della finalità del bene. Rassicuro quanti ironizzeranno su questo mio volo di fede, inevitabile ad una certa età, resto un cristiano di scarsa professione, ma sicuramente credente, ancora di più per la consapevolezza delle mie debolezze, della mia fragilità: la fede aiuta a superare la miseria propria e del mondo.

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