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A Draghi: ………Apri i teatri !

APPELLO DEL C.E.N.D.I. C. PER LA RIAPERTURA DEI TEATRI
– Intervista a Maria Letizia Compatangelo 

di EDOARDO MARIA FRANZA 

Il Cendic, Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea, associazione che conta più di 200 autori teatrali, si è fatta portavoce degli artisti Italiani, indirizzando al neo presidente del Consiglio una lettera-appello che pone l’accento sulla necessità di riaprire in sicurezza.
Sottoscritta da oltre venti associazioni, tra le quali ANAC, ANART, UNCLA, la lettera del Cendic chiede al Presidente Draghi di non dimenticarsi degli artisti Italiani, delle compagnie teatrali e di tutto il settore culturale, motore dell’Italia (tra il 2010 e 2018 ha prodotto il 6.1 % del PIL). C’è bisogno di investimenti su teatro, cinema e audiovisivo, danza e musica: non vogliamo solo ristori, vogliamo lavorare e produrre, scrivono i firmatari dell’appello, che si dicono pronti a ripartire in sicurezza.
La lettera termina con la richiesta di riformare il FUS, punto questo già affrontato dallo stesso Cendic durante il primo tavolo permanente per lo spettacolo.

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Per la “Rinascita Economica” del settore Horeca: ecco il Piano Nazionale di “Mio-Italia”

“Mio-Italia” Movimento Imprese e Ospitalità ha redatto un “Piano Nazionale” in 10 punti, con un’analisi accurata approfondita s u tutte le problematiche della ristorazione e le proposte per le relative soluzioni. L’obiettivo è aprire un tavolo di confronto su tale “documento” tra il Governo, con le varie Istituzioni,  e gli Imprenditori del settore che, con tutte le filiere collegate, rappresenta il 30% del Prodotto interno lordo.

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Roma, 25 febbraio 2021
La “Rinascita Economica” per l’Italia, da realizzare e riprogrammare, per ricollocarla – come merita dovutamente l’intero Paese – ai più alti livelli dai trascorsi tempi, dopo una delle sue più gravi crisi – come più volte affrontato dalla Consul Press –  è divenuto “Il TEMA” determinate e fondamentale.
Paolo Bianchini, Presidente diMio-Italia” Movimento Imprese Ospitalità, scrive:
«Siamo fiduciosi nel “cambio di passo” del Governo Draghi e prefiguriamo il giorno in cui il settore dell’ospitalità a tavola (Horeca) – che vale il 30% del Pil ed è la seconda “chiave” del turismo – potrà aprire senza alcuna restrizione.
Per questo Mio-Italia ha predisposto un Piano per la ripresa economica del comparto. Si tratta di un documento in dieci punti che auspichiamo sarà al centro di un tavolo di confronto con il Governo e i vari attori istituzionali. Lo abbiamo già inviato alla Presidenza del Consiglio, alla Conferenza delle Regioni e all’Anci».
Continuando, aggiunge Bianchini: «Per fare fronte all’attuale condizione debitoria, le Aziende della Ristorazione dovranno fatturare almeno un 30% in più rispetto al 2019. E qui nascono le nostre preoccupazioni. Perché è chiaro che con le misure di distanziamento e il crollo del potere d’acquisto delle famiglie, la possibilità di un aumento di fatturato è pura utopia. Il nostro Piano potrà scongiurare, congiuntamente alle riaperture, la crisi senza ritorno del settore della ristorazione».

Il Piano (di Rinascita; Ndr), è redatto in dieci capitoli, dove sono accuratamente trattate le problematiche del comparto Horeca proponendo, caso per caso, le singole soluzioni.
Ecco i punti in cui si articola: Affitti, Indennizzi, Banche, Tributi locali, Fisco, Iva, Utenze e Servizi, Lavoro dipendente, Legge Bersani-Visco, Lotteria degli scontrini
«Gli indennizzi, per prendere un punto chiave del Piano, dovranno essere calcolati sulle effettive perdite di fatturato. Ogni chiusura forzata dovrà essere accompagnata da immediati risarcimenti. Questi ultimi vanno previsti anche per le New Co e le aziende esodate. Nel Piano, poi, è considerata la rimodulazione o l’annullamento della Tari, come di altre tasse e tributi locali riguardanti le attività che abbiano subito riduzioni importanti di fatturato durante la pandemia», così conclude Paolo Bianchini.

Qui di seguito si riporta integralmente il Documento elaborato da Mio-Italia 
CLIK su
MIO Italia – Piano per la ripresa economica del comparto Horeca

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Con una auspicabile Rinascita Economica, attraverso il Piano Nazionale predisposto da Mio-Italia per il settore Horeca, da parte della Consul Press, noi ci auguriamoci il meglio e maggiori fortune! 
Lo scorso 2020 non sarà solo ricordato come l’anno bisestile e del covid, ma altresì anche come l’anniversario del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, l’autore del celebre libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, un libro italianissimo conosciuto apprezzato nel Mondo intero come la Nostra cucina e l’Ospitalità!

Che il domani porti consiglio, speranza e un messaggio di grande e buon auspicio a Perugia, per l’intero Belpaese, in piazza Italia in tarda mattinata, dove il prestigio è legato al futuro che ci aspetta e al motivo “si ri-accendano i fornelli a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi”,  scrittore, gastronomo, nonché raffinato critico letterario italiano.  

 

> Raffaele Panico
> Giuliano Marchetti 

Cena in Maschera”, un carnevale unico, divertente e originale da New York

Riceviamo da New York una eccellente firma storica del giornalismo americano, anzi italoamericano Dom Serafini (Domenico) nato a Giulianova in Abruzzo. Non si può che essere lieti e profondamente onorati di tracciare due, tre, brevi righe. Giulianova è una delle tante rinomate cittadine dell’Italia, dai toponimi degli antichi popoli italici, dai centri storici fondati sui Castrum latino-romani. Tra l’età dell’Umanesimo e agli inizi del ‘400 Giulianova venne rifondata come esempio di città ideale del Rinascimento. Da giovanissimo Dom Serafini, nel 1968, dopo i primi studi in Italia si trasferisce a NY per studiare televisione e inizia a lavorare nel campo dell’editoria.

nota di Raffaele Panico

Dom Serafini*

Anche se il carnevale (quest’anno virtuale) in Italia è finito il 16 febbraio, la data non poteva essere ignorata dall’Accademia Italiana della Cucina di New York. La delegazione di New York si è quindi collegata al carnevale ambrosiano, terminato il 20 febbraio, e ha fissato per quella data la “Cena in Maschera” — seconda cena in formato virtuale, cioè in collegamento tra gli ospiti via Zoom, che si sono rivelati molto divertenti (foto in copertina; Ndr).

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Russia il 23 febbraio è
il Giorno dei Difensori della Patria

Il 23 febbraio, in Russia, in tutte le terre che per una decina di fusi orari corrono dallo Stretto di Bering fino alla metà del nostro continente Europa, è il Giorno dei Difensori della Patria. Costruiamo un dialogo legato alle festività tra i popoli e tra le parti d’Europa che, in fondo, come l’Italia è divisa in parti tre: la Continentale (la parte russa e area dell’ex COMECON), la parte Peninsulare (l’ex CEE Comunità economica europea dopo l’allargamento voluto dal capo di governo italiano Bettino Craxi) e l’Insulare con le grandi isole la Britannia per prima.

Tra le feste il 23 febbraio è una festa che prende vita dalle foschie primaverili della rivoluzione d’Ottobre, festa internazionalista se si vuol osservare con “occhio clinico” rispetto alla precedente in Europa della rivoluzione “francese”. Rivoluzione d’Ottobre o proletaria e non rivoluzione “russa” se vogliamo sottolineare un riferimento esclusivo alla Grandeur della Francia, che forse doveva ricordarla come Rivoluzione borghese. Forse è stato un piano inclinato che dalle fasi convulse, rapsodiche, radicali e fasi molto violente ha sconvolto l’Europa fino alla Russia dello Zar con rivolgimenti sociali, politici, culturali, letterari artistici e scientifici, avvenuti in Francia nel decennio tra il 1789 e il 1799. È una data che assume significato per la storiografia europea di spartiacque tra l’età moderna e l’età contemporanea.

Raffaele Panico

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Da Cervia, quel compagno di scuola di Benito

COMPAGNI DI SCUOLA,
IN TERRA DI ROMAGNA 

di  FRANCO D’EMILIO 

“Non credere che il nostro collegio sia come quello dei salesiani di Faenza … omissis … Due persone soltanto contano qui dentro, il direttore della scuola e un allievo del terzo corso: Benito M.”

Così nell’autunno del 1900 il giovane Riccardo informava l’amico Rino, cervese come lui, appena arrivato dalla cittadina litoranea, circa la vita all’interno del collegio, annesso alla Regia Scuola Normale di Forlimpopoli: Rino, grazie alla concessione di una borsa di studio, avrebbe frequentato il primo dei tre anni di corso dell’istituto, giusto in tempo per vedere conseguita dal famigerato Benito M. la licenza d’onore, abilitante all’insegnamento in entrambi i livelli della scuola elementare, quello dalla prima alla seconda e l’altro dalla terza alla quinta, come stabilito dalla legge Coppino del 1877.

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