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UNA RIFLESSIONE nella ricorrenza della Giornata della Memoria

XXVII  GENNAIO  A.D  ….. 

E’ chiaro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce, anzi è un pesce e come pesce è difficile da bloccare perché lo protegge il mare”, così Lucio Dalla celebra, sostiene il pensiero critico e riflessivo nel suo “Com’è profondo il mare” del 1977.
Ed io, proprio da questi versi, nella ricorrenza della Giornata della Memoria vorrei muovere una riflessione sul razzismo e l’antisemitismo, sempre espressione di un disegno autoritario o, addirittura, totalitario contro il mare della libertà e della democrazia.

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Mussolini: mia figlia Edda ad un ebreo, giammai!

L’8 luglio 1929 Benito Mussolini in una lettera alla sorella Edwige fa presente che “intanto ho assunto informazioni sulla famiglia X (Mondolfi)…omissis… invito l’Edda a seriamente riflettere, prima di arrivare ad un passo che se fosse compiuto riempirebbe di clamore il mondo, senza contare che il novanta per cento dei matrimoni misti non sono fortunati. Io ne ho molti esempi notevoli sotto gli occhi. …omissis … Andando a Riccione, tu persuaderai a poco a poco la Rachele e l’Edda che io non intendo conoscere i X, e che un matrimonio del genere, vero e proprio scandalo con l’aggravante dell’infelicità, non può farsi e non si farà. Ti abbraccio tuo fratello Benito.”

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Fashion Film Festival – trionfa Garrone con Le Mythe Dior

Anche quest’anno al Fashion Film Festival è stata presentata una ricca selezione di film, con quasi 200 opere pervenute da 60 Paesi in tutto il mondo. Linguaggi diversi ed eterogenei per narrazioni che hanno spaziato dal documentario alla fiction, dalla denuncia sociale alla sperimentazione artistica. Su tutti ha trionfato Le Mythe Dior di Matteo Garrone.

La centralità del racconto è l’importanza della femminilità e della natura che, come spiega Maria Grazia Chiuri a Vogue, sono la vera anima di questa collezione iniziata durante il lockdown “già sapevamo di non poter fare un reale show e mi è stato immediatamente chiaro che il mio referente doveva essere legato al sogno, al fantastico, e quindi uno dei miei film, e dei miei registi preferiti, in questo senso è Matteo Garrone con Il racconto dei racconti, il cui immaginario così sognante, si lega perfettamente alla storia di Dior.

Il corto inizia soffermandosi sull’operosità delle sarte intente a realizzare capi in miniatura destinati a clienti speciali. Protagoniste, infatti, sono le creature dei boschi, ninfe, elfi e fauni; ad un certo punto la loro quotidianità viene interrotta dall’arrivo di un baule che riproduce le sembianze della storica sede parigina. Con curiosità tutta le creature si avvicinano al baule ammirandone gli abiti e prendendoli per sé.

Un cortometraggio che trasforma la moda in sogno, magia e favola, una narrazione bucolica e che racchiude visioni oniriche ed una sperimentazione surrealista che Garrone sa esprimere in modo eccelso.

A causa dell’emergenza sanitaria è impellente la necessità di trovare nuove vie per rappresentare la moda, e questo che fino a poco fa sembrava un limite insormontabile con il blocco delle sfilate e dei servizi fotografici, si rivela, oggi, un’opportunità da cogliere per abbandonare vecchi schemi stereotipati e ridisegnare il panorama globale del mondo della moda. Così afferma anche Constanza Etro, direttrice ed ideatrice del festival Le difficoltà del periodo che stiamo vivendo ci hanno portato a dover organizzare l’edizione 2021 di Fashion Film Festival Milano con un format interamente digitale, per quanto sembri singolare, è stata per noi un’irripetibile occasione di rimetterci in gioco e di sperimentarci con la resilienza. Il risultato? Abbiamo reso democratico un Festival di grande prestigio ma che, come la moda, che è il territorio culturale di riferimento, talvolta è rimasto vittima di un certo elitarismo”.

 
 
 
 

Roma, al Cimitero del Testaccio restaurati i monumenti dell’artista Brjullov e della principessa Obolenskaja

Roma. La Rappresentanza di Rossotrudnichestvo in Italia con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero della Cultura della Federazione Russa, del Rosarchiv e della Commissione governativa per gli affari dei connazionali all’estero, ha curato i lavori di restauro e di manutenzione dei luoghi di sepoltura all’Estero. Memoria di grandi uomini e donne della Russia che hanno dato un significato storico e commemorativo ai trascorsi della loro Madrepatria e per la Federazione Russa.

La sede italiana dell’agenzia, oltre alle sepolture già citate, si sta occupando di altre cinque tombe nel cimitero acattolico di Testaccio: sono i monumenti degli uomini di stato A.Krupenskij, N.Muravjov, F.Jusupov, V.Golitsyn e N.Wrangel.

(nota di Raffaele Panico)

La rappresentanza di Rossotrudnichestvo in Italia ha completato i lavori di manutenzione e restauro delle tombe che hanno un valore storico e commemorativo per la Russia. Da molti anni il Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma in collaborazione con l’amministrazione del cimitero acattolico di Testaccio cura i sepolcri dei personaggi illustri della cultura russa.

 Polina Efimkova
ufficio stampa

A causa della pandemia, l’accesso al territorio del cimitero è riservato ai casi eccezionali. In questa categoria rientra l’incontro tra il direttore della casa russa Dariya Pushkova e il direttore del cimitero acattolico Amanda Thursfield.

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La misteriosa possessione di Philip Kindred Dick

La vita tormentata del più grande scrittore di fantascienza, considerato l’ultimo dei filosofi.
Gli eventi inspiegabili accaduti negli ultimi otto anni della sua vita, quando dichiarò di essere posseduto da un’intelligenza aliena che definiva angelica.

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Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma è ripreso l’anno accademico

Le iniziative culturali a Gennaio e Febbraio 2021, un calendario culturale pieno di eventi
interessanti per Gennaio e Febbraio 2021. Ecco  la  serie  di  appuntamenti da seguire

>22  Gennaio  ore  18:00,  diretta Facebook,  YouTube  e  Twitter. 
Il  Puškin  licenzioso.  A  cura  del  prof.  Cesare  G.  De  Michelis
Una  lezione  del prof.  Cesare  G.  De  Michelis (slavista,  filologo,  professore  emerito  di Lingua  Russa all’Univ.  di  Roma  Tor  Vergata)  che  ci  parlerà  di  un  aspetto  meno  conosciuto  dell’opera  di  A.  Puškin

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