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Appello della scrittrice israeliana Dea per una lotta comune delle donne europee e mediorientali

L’artista Dea, insieme al movimento internazionale, transculturale e interprofessionale “Uniti per Unire”, alle associazioni e comunità aderenti, compresa la Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), l’Associazione Medici di origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euro- Mediterranea (UMEM), e all’Associazione “Nuove Frontiere del Diritto”, di Federica Federici, hanno organizzato, a Roma, il convegno “Diritti delle donne calpestati”,  presso l’associazione “Snodo” di via del Mandrione.

Il perché organizzare un evento contro la violenza sulle donne spiega Dea: “nasce dal fatto che questo problema affligge le donne di tutto il pianeta. Si può trovare soluzione solo in un cambiamento di mentalità collettiva, che si costruisce nella comunione di intenti.

Noi donne siamo in parte responsabili dell’educazione che diamo ai nostri figli, femmine e maschi: maschi che spesso maltrattano e uccidono donne. Dobbiamo unire le forze, rafforzare la solidarietà femminile e confrontarci. Solo unite riusciremo a inaugurare la grande rivoluzione femminile che il mondo sta aspettando”.

Al convegno, l’artista ha portato anche la sua esperienza personale, di donna ebrea italiana, da molto tempo residente in Israele, con doppia cittadinanza, madre di due figlie, con un divorzio da poco concluso.

Raccontaci brevemente la tua storia

“Quando ero più giovane, ho scelto di andare a vivere in Israele, per ragioni ideologiche, o meglio, politico-culturali credendo nell’ideale della Terra promessa. Per poi ritrovarmi immersa in una realtà ben diversa da quella che viene dipinta.

Le sorprese più dure riguardano i diritti delle donne. In Israele non si può contrarre matrimonio civile, ma soltanto religioso e, per la legge ebraica, solo il marito ha il diritto di concedere il divorzio (quando Israele nacque, nel 1948, David Ben Gurion, suo massimo padre fondatore, dovette accettare che nel nuovo Stato, su tante questioni di diritto di famiglia, l’ultima parola spettasse non ai tribunali civili, ma a quelli rabbinici, N.d.R.). 

Per ottenere il “gett”, il divorzio, io, ad esempio, ho dovuto accettare, in tribunale, tutte le condizioni dettate dal mio ex- marito: rinuncia alla “ketubah” (i diritti previsti dal documento di matrimonio), alle “mezonot” (alimenti) e all’educazione delle mie figlie e l’obbligo di custodia condivisa.

Mi raccontavano che in Israele oggi è diverso, i tempi sono cambiati. Il diritto israeliano prevede il carcere per i mariti che rifiutano il “gett”, ma in pratica si conosce un solo caso in cui questa norma è stata applicata. Nel momento in cui ho osato oltrepassare la “misgeret”, cioè i confini entro i quali una donna perbene deve restare, ho capito in che società patriarcale e maschilista mi trovavo. E sono migliaia i casi di donne nella stessa situazione”.

Con questo convegno romano, quindi, partendo dalla tua vicenda personale hai voluto lanciare soprattutto un appello a una lotta comune delle donne europee e del Medio Oriente per i loro diritti (Dea, inoltre, milita nel movimento femminile “Women wage peace”, che da 2 anni, in Israele, riunisce donne ebree, cristiane e musulmane per il superamento del conflitto arabo-israeliano, N.d.R.)?

Esatto. Proprio questo è lo spirito del mio video di protesta, “Remove The Veil, Remove the wall”, “Togli il velo, rimuovi il muro”, alle cui immagini abbiamo abbinato un disco di techno-progressive composto da Aldo Bergamasco e prodotto dalla Morenloud Records (secondo un progetto artistico iniziato quando ancora attendevo il divorzio), e che ho presentato appunto al convegno. Io che vivo fra questi due mondi, Mondo Occidentale laico e Medio Oriente religioso, credo che da questo incontro di civiltà possa nascere un nuovo mondo.

Se da una parte noi donne occidentali non possiamo retrocedere di un passo rispetto alle conquiste ottenute con decenni di lotte, di battaglie femministe, di sangue versato, e siamo le custodi di questi preziosi traguardi di libertà ed autodeterminazione, dall’altra parte le donne orientali sono le custodi di valori primordiali che noi donne occidentali rischiamo di dimenticare.

Credo che noi donne occidentali abbiamo molto da offrire alle donne orientali in quanto a diritti umani e allo stesso tempo abbiamo anche molto da ricevere da loro. In uno scambio intelligente, riusciremo a creare una società più ricca e migliore.

Da qualche anno in tutto il mondo industrializzato stiamo assistendo a un arretramento sul piano dei diritti, sia della donna che dei lavoratori (da un lato col ritorno di logiche maschiliste, dall’altro con l’avanzata di un certo liberismo selvaggio)?

E’ un paragone difficile da fare, non saprei: certo è che, in gran parte del mondo, oggi è in corso una spinta alla limitazione dei diritti in genere. Per una donna sola, divorziata, straniera, senza famiglia, Israele è un paese spietato. Da anni faccio una vita disumana, come persona e come artista. E vista dal Medio Oriente, l’Europa, pur con tutti i suoi limiti e difetti, appare come un faro di speranza per i diritti umani.  

Come preferisci chiudere questo tuo appello?

Insieme alla mia lotta per i Diritti della Donna, vorrei lanciare anche un appello a livello personale: dall’ultima guerra ho deciso di voler tornare a vivere in Italia, ma per poterlo fare, portandomi dietro le mie bambine minorenni, ho urgente bisogno di trovare una proposta di lavoro in questo Paese, anche intermittente o per brevi periodi nel mio campo professionale (cinema, arte, design, ecc.), che giustifichi davanti al giudice la mia necessità di rimpatriare in Italia. 

Tradizioni a confronto:Il Coniglio, nel segno di un amico preciso

Marzo

 

Italia-Cina: due Tradizioni a confronto 

 

Sono coniglio o gatto 

 

 

Madonna del Pesce,Raffaello Sanzio
Madonna del Coniglio,Tiziano Vecellio

“Io sono in sintonia con l’universo. Nella mia quieta solitudine ascolto ogni melodia che risuona nella mia anima. Trascendo la banalità. Domino per la mia capacità di confrontarmi. Faccio vivere le mie parole e riassumo in me l’armonia e la pace. Io sono il Coniglio”.  Le persone che nascono sotto questo animale sono caratterizzate da una grande fortuna. Emblema della longevità, la sua essenza deriva dalla Luna, tra le sue zampe tiene stretto l’elisir dell’immortalità. Il Coniglio simboleggia la grazia, le buone maniere, il saggio consiglio, la gentilezza e la sensibilità alla bellezza. Riservato e amante dell’arte, possiede buone capacità di giudizio e le sua meticolosità lo rendono un erudito studioso.

Tende agli sbalzi d’umore, in tali momenti appare distaccato dall’ambiente e indifferente alle persone. Astuto nel concludere gli accordi, sa sempre trovare una proposta o un’alternativa adatta ed è un ottimo negoziatore. Seppur all’apparenza resta indifferente alle opinioni altrui, soffre molto se criticato ma il suo motto resta sempre “meglio cambiare che litigare”. Per l’astrologia occidentale, tale segno corrisponde a quello dei Pesci di seconda e terza decade. I Pesci sono un segno doppio, chiudono il cerchio zodiacale e sono governati da Nettuno. Come le acque dell’Oceano sono piene di correnti e sconfinate, così risulta l’animo di queste persone, ricche in fantasia ma umorali ed imprevedibili. La similitudine più accentuata si riscontra nella capacità di mediare e nella volontà di circondarsi di oggetti belli e persone altrettanto belle, non solo esteticamente.

 

om   Enrico Paniccia

8 MARZO “Frühlingsmelodien” A CURA DELLA CAMERA MUSICALE ROMANA

Domenica 8 Marzo ore 19:30 “Frühlingsmelodien”

Musiche di W. A. Mozart, K. Kreutzer

  1. Meyerbeer, F. Mendelssohn-Bartholdy,
  2. Brahms, G. Mahler, C. Sinding, A. Fries,
  3. Biancamano, S. Rachmaninov

Alessandra Càpici, soprano

Vincenzo Isaia, clarinetto

Francesco Del Fra, pianoforte

al mese di Marzo è ispirato il concerto “Frühlingsmelodien” proposto dal trio formato da Alessandra Capici (soprano) e dal duo Résonance (Vincenzo Isaia Clarinetto, Francesco Del Fra pianoforte); alle immagini del risveglio della Natura o all’estasi che esso produce nell’animo dei poeti sono infatti dedicati i brani di Sending, Brahms, Fries e di altri autori dell’Europa transalpina dell’800 e  contemporanei. Ma l’8 Marzo è anche la festa della donna, e alla delicata questione della violenza di genere è dedicato il brano “Petali blu” del maestro marchigiano Angelo Biancamano, che verrà eseguito in prima assoluta.

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A Roma VI Edizione “Canapa Mundi”

Con la VI EDIZIONE di “CANAPA MUNDI” 
RI
TORNA A ROMA IL PIU’ GRANDE EVENTO SULLA CANAPA 

Venerdì 21 Febbraio 2020 alle 11:00 del mattino è iniziata presso la Fiera di Roma, la sesta edizione di Canapa Mundi, evento che si è tenuto per tutto il fine settimana fino alla sua conclusione di Domenica 23 Febbraio alle ore 19:00. Dalle 11:00 del mattino fino alle 20:00 i primi due giorni, fino alle 19:00 il 23 Febbraio, con ticket giornalieri di 5 euro e ticket scontato di 8 euro per gli ultimi due giorni.

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Serate culturali all’Hotel The Hive di Roma con la partecipazione di Giampiero Mughini

Nella sala al quinto piano dell’Hotel The Hive di Roma, in via Torino 6, con ampia terrazza e vista su Roma, poco distante dalla basilica di Santa Maria Maggiore sull’Esquilino, il pubblico dei lettori ha incontrato  Giampiero Mughini, brillante giornalista e scrittore, in occasione della presentazione del suo nuovo libro “Uffa. Cartoline amare da un tempo in cui accadde di tutto”.

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