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Aprilia città di Fondazione

Aprilia modello di città di Fondazione XXV aprile 1936 – XXIX ottobre 1937 

Raffaele Panico

Aprilia edificata in soli 18 mesi! L’architetto Concezio Petrucci la concepisce e inizia il solco della fondazione il 25 aprile 1936, inaugurata il 29 ottobre 1937. Tracciato secondo l’antica memoria Romana del cardo e decumano, in prossimità dei percorsi dell’Agro pontino, tra la strada Nettunense e la futura strada Mediana – la SS 148: sull’asse di unione tra queste due vie. La viabilità verso la città di fondazione diventa l’asse di penetrazione verso la piazza del Municipio (poi piazza Roma) e assume come fondali la Torre Civica e quella Campanaria – elementi verticali tipici della civiltà italiana medioevale, in chiave moderna, urbana e architettonica. Sintesi perfetta raggiunta da un architetto italiano, il Petrucci, che vince il Concorso per Aprilia. Lo vince grazie all’organicità di elementi della tradizione millenaria della civiltà italiana: assi ortogonali principali di chiara ascendenza Romana cardo-decumano; una piazza foro civico e centro delle attività tanto produttive quanto ricreative, con chiari riferimenti architettonici quali le torri e i giochi metafisici. Ci si è domandati. È l’artista De Chirico che si è ispirato ad Aprilia? I pieni e i vuoti, i corpi lineari degradanti delle residenze sulle vie laterali che non dovevano superare in altezza la possibilità che la luce solare giungesse ai piani bassi delle case dei lavoratori.

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Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice i ricordi di Gianni Baget: un intellettuale ‘900 italiano

Mercoledì 30 ottobre 2019 alle ore 17, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (piazza delle Muse 25, Roma) si terrà l’incontro Un intellettuale del Novecento italiano: Gianni Baget Bozzo. Ricordi e testimonianze, in memoria di don Gianni Baget Bozzo nel decennale della scomparsa.

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A Berlino, il 9 novembre 1989: “la Caduta del Muro”

A TRENT’ANNI DAL CROLLO DEL MURO, BERLINO INTENDE FESTEGGIARE.
Dal 4 al 10 Novembre la città sarà una mostra a cielo aperto.

Il 9 Novembre faranno trent’anni esatti dalla caduta del muro di Berlino.  Trent’anni precisi da quando Günter Schabowski, portavoce di quella che fu la Repubblica Democratica Tedesca, sbagliò a leggere i suoi appunti sulle nuove misure permesse ai cittadini della ex-Germania Est.

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Nostra Signora della Santa Morte

Oltre 10 milioni di persone nel mondo venerano la Santa Muerte, divinità Messicana di origine Azteca.

 

Santa Morte o meglio Santa Muerte, Nuestra Señora de la Santa Muerte, chiamata con vezzeggiativi come Niña Blanca (bimba bianca) o la Flaquita (la magrolina). Una divinità Messicana ancora venerata, per la precisione una rivisitazione dalla dea Azteca Mictecacihuatl con elementi di Santeria, del Palo Mayombe Africano degli Yoruba già modificato dall’originale perché proveniente dai vicini Caraibi e altri elementi pagani degli Aztechi e Mexicas. Immaginata con le sembianze di uno scheletro, da un lato riprende la raffigurazione medievale della madonna con vesti lunghe e dall’altro come la morte nell’ideale europeo munita di falce, come mietitore di anime.

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