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Le Toghe in Giallo ed il loro teatro inchiesta presentano “Tortora, la storia della colonna infame”

martedì 16 luglio 2019

L’Associazione Culturale Centrarte Mediterranea e Teatro91

presentano

Le Toghe in Giallo in Teatro-Inchiesta

 

Tortora, la storia della colonna infame

a cura di Luigi di Majo

 

Giardini della Filarmonica

Via Flaminia, 188 – Roma

ore 21.30

 

Un Progetto per il Vittoriano

Lessico Italiano: Non è mai troppo tardi

Il Monumento al Re Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto come Altare della Patria, è al centro di un importante e innovativo progetto di rivalutazione e di valorizzazione, un progetto che ha la giusta pretesa di essere organico e unitario. Finalmente gli Italiani hanno superato il “complesso” del Vittoriano, non è mai troppo tardi.

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A Roma, il 3 luglio, Aleksej Puskov al Centro Culturale Russo

 «RUSSIA ed EUROPA: tensione senza ragione»

Incontro organizzato  dal  Centro Russo di Scienza e  Cultura a  Roma 
con il Senatore ALEKSEJ PUSKOV

 Mercoledì 3 luglio # h.19,00 
Piazza Benedetto Cairoli, 6 –  00186 Roma

L’incontro, con ingresso libero, si svolgerà in lingua russa con la traduzione simultanea in italiano

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Alla Sede di Roma dell’UIL il “Salvadanaio” di Riccardo Pedrizzi

Perchè le monete non travolgano i cittadini

Giovedì 27, nella Sede del Sindacato UIL di Roma, il Sen. Riccardo Pedrizzi ha illustrato i diversi aspetti dell’attuale economia nel più recente dei suoi libri , affinchè si possa regolare il viaggio giornaliero attraverso tasse, percentuali, prezzi, ed apprendere più da vicino le parti costituenti di un normale andamento economico senza crearsi timori nè sorprese antipatiche.

Il libro,” Il Salvadanaio”, è chiuso in una vivace copertina, ed il titolo è esplicativo già in sé, in quanto suggerisce l’importanza del risparmio e come impiegarlo agevolmente, ma non solo: è scritto in modo piacevole, scorrevole, senza oscurità dovute ai termini in uso nel mondo finanziario, poco chiari a chi non è dell’arte.

Alla riunione hanno partecipato, con l’autore, applauditissimo, Giorgio Benvenuto, già Segretario di questo Sindacato, che ha lungamente ripreso i temi portati avanti dalla sigla, anche se si definisce su posizioni più laiche rispetto all’Autore che invece fonda il discorso sulla Dottrina sociale della Chiesa. La presenza del Card. Giovanni Battista Re rafforza questo punto di partenza attraverso il consiglio di seguire alcuni passi del Vangelo nei quali si fa menzione di “paga agli operai” o di fornire ad un pesce la giusta moneta a fronte di un pedaggio, fatto narrato nel Vangelo .

Il terzo relatore, il Prof. Sandro Roazzi, approva le due linee complementari seguite dal Sen. Pedrizzi, cioè: l’illustrazione del predominio della Finanza nell’Economia Reale, ed il rapporto di questa con l’etica, per la quale il rimando alla Dottrina è inevitabile. Il Senatore, dice Roazzi, ha comunque una lunga amicizia con Giorgio Benvenuto e gli scambi di idee indirizzate soprattutto all’aspetto sociale dell’Economia li ha sovente trovati d’accordo. Ma la scuola sindacale antica dell’ex Segretario fa apparire i concetti espressi come volutamente elaborati su se stessi, quasi un politichese, come i linguaggi degli anni nei quali egli era attivo.

Secondo i relatori in genere non ci si è molto discostati dallo stato presente prima della crisi, e a tal proposito l’Autore raccomanda una lettura di “Charitas in veritate” di Benedetto XVI° per non lasciare come importante solo la teoria di una buona Economia trascurandone i valori. Il consumismo, rilevato dai Papi (anche Giovanni Paolo II in molti suoi interventi) può essere limitato e tenuto finalmente a bada dal risparmio e con una buona politica che rimetta, dice il Senatore Pedrizzi ” Il Lavoro come base di un sano cammino, che determini il Risparmio di quanto ricevuto come controvalore, e produca Credito e quindi Investimento, che deve ingrossare il corso del Lavoro e così via”, come un ciclo continuo.

Ma non si ferma solo qui, il Senatore sostiene che il regime delle tasse deve essere più adeguato alle forme sociali, perchè non si può applicare la stessa aliquota ad una famiglia normale ed insieme ad una che ospiti un membro disabile o che sia numerosa, e suggerisce di operare una “Rivoluzione antropologica”. Una sorta di flat tax ma con aliquote dedicate al sociale, a conti fatti, e non basate sul reddito.

E’ più che evidente che Il Salvadanaio crei estremo interesse, come nota  il Prof .Carmelo Barbagallo, rimproverando anche egli alla Legge Fornero i danni causati per non aver ragionato sui settori economici di riferimento, e dopo di lui l’attuale Segretario della UIL, Massimo Masi, sostiene che “c’è assoluto bisogno di educazione finanziaria” anche per gli operatori delle Istituzioni. Con questa affermazione accende ancora gli animi, che vengono dopo affascinati dal Viceministro Massimo Garavaglia che illustra la situazione dell’ILVA come vergognosa e delinea una ripresa economica seguente varie operazioni necessarie. Egli sostiene: “ridurre la burocrazia, l’enorme numero delle leggi crea blocchi” e dopo esprime la sfiducia nella Chiesa “che non ha fatto altro che aumentare i poveri”.

Ciò che è purtroppo riferito alla Chiesa e nonostante ci si appelli alla Dottrina Sociale non può che far pensare al suo bimillenario impero, così come le lunghe digressioni di Benvenuto sembrano voler creare un velo ad uno status operativo non limpido da parte delle Istituzioni prese nell’insieme, per questo motivo l’interesse si punta sul Viceministro che appare, a parte l’Autore, il più chiaro.

L’incisività e la simpatia dell’uomo politico portano a seguirlo su molti temi ancora enunciati da lui, i più significativi dei quali sono “l’eccessiva importanza data al pareggio di bilancio”, ” la situazione estera peggiore della nostra“, che pochi o nessuno dicono apertamente, e soprattutto l’abbattimento delle tasse prima possibile e senza eccessivi timori, per rimettere a proprio agio le imprese ed i cittadini contribuenti rinnovando mobilità all’Italia.

Il nuovo Segretario UIL approva la densità dei discorsi finali e lamenta il fatto che si siano dati, nelle legislature trascorse, milioni e milioni ad imprese straniere mediante crediti mai più resi, ed il passaggio di mano, nel silenzio e nell’ipocrisia, di banche italiane a mani estere. Notizia saputa ufficiosamente e finalmente ammessa con coraggio ripescato.

Appare evidente il senso e la necessità di un libro come Il Salvadanaio, composto da un autorevole economista, che provoca alla rabbia o è da questa incitata a riprendere in mano i fatti, le condizioni censuarie, le varie sfaccettature dell’economia d’Italia,  vuole  negare questo tipo di guerra fratricida in un’Europa che finge sorrisi, e perpetra distruzioni, e per dare, evangelicamente, la giusta mercede ed il giusto talento aureo a persone ed Istituzioni.

Marilù Giannone

Russia, la Madre-patria e “La ballata di un soldato” un film del 1959

“LA BALLATA DI UN SOLDATO”  per narrare non solo la speranza,
ma d
estini, forza d’animo, amore filiale e per la Patria nel film russo

Raffaele Panico

Roma, domenica 30 giugno 2019, presso l’Auditorium “Casa tra noi” con un pubblico in sala italiano e russo, abbiamo assistito alla proiezione di tre film russi con i sottotitoli in italiano. L’evento è stato organizzato da Luca D’Agostini – Presidente Associazione “Madre Russia”, con patrocini importanti e altre associazioni culturali di altissimo livello artistico.

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Galleria Futurista: l’Arte mondiale riparte da Roma

Roma risveglia l’Arte italiana 

Con tutte le ragioni si parla di Economia, di Banche, di Impresa: devono ritornare sul palco del futuro mondiale, devono ridare stabilità e credibilità ad un’Unione che vacilla, peggiorata dalla Brexit e dai suoi interni dissensi. E’ vero.

Ma, ci si chiede, senza un fondamento culturale, che preme deciso per portare l’economia dello Stato ed il suo assetto sociale, soprattutto, al giusto livello, non è altrettanto importante la creatività, il lavoro ad ampio spettro, l’energia a mille della Natura italiana?

Per secoli l’Italia è stata faro del mondo per l’arte, le idee, anche scientifiche oltre che filosofiche ed artistiche, ebbene, sembra che la scala che tutti invidiano porti in salita, e s’apre già su una bella soglia, una Galleria, Futurism & Co.

Dalla riapertura ufficiale di circa due anni fa questo spazio non grande ma ottimamente gestito, che mostra una serie notevole di opere, ha palesato lo studio per le forme d’arte più significative, guardando le quali, oltre ad incantarsi, ognuno ragiona su quanti e quali artisti d’oltreoceano e del mondo ne siano dipendenti per la scelta dei soggetti e per la maestria esecutiva.

Come già avvenuto per la Scuola di Fisica di Guglielmo Marconi e le sue scoperte strappate dalle mani dai suoi collaboratori dopo l’Armistizio, cercando di fare buio sull’Italia affidandole ad una patrignità, le amministrazioni scorse si sono affannate a nascondere opere ed autori dell’Arte che caratterizza lo Stivale nel Novecento: il Futurismo, movimento che ha narrato le gesta della modernità costruttiva, quella che prosegue la tradizione, il positivo della velocità, del volo nei cieli solari e/o turbinosi, e nelle coscienze.

Già così per la scienza dal 1919, bugiardamente detta pericolosa perchè includeva armi e ritrovati fisici particolari, i governi hanno finto di non sapere che qualunque scoperta ha un uso buono ed uno distruttivo insieme, e che dipende da come l’uomo le adopera. Di questa potente scuola artistica hanno svenduto i quadri e le opere, mistificato tutto, spostato negli USA in gran segreto, silenzio e sorrisetti d’imbarazzo. Ma l’Arte non è fascista o comunista: l’Arte è Arte e, semmai, rivela il momento che vive o, il più delle volte, anticipa ciò che verrà.

La taccia politica è solo una scusa per accaparrarsi un primato che è italiano. Una scorsa sulle mostre offerte da questa Galleria lo esprime.

Pazientemente raccolto e conservato dal collezionista Massimo Carpi, uomo sagace ed esperto del Movimento, il Futurismo è tornato a ricreare le menti di chi lo osserva, incitandolo a portare avanti il lavoro. La sua Galleria si fonda sull’Associazione da lui costituita ed avente stesso nome Futurism&Co. dall’anno 2000, con opere riprese da Fondazioni, privati, e, inoltre, fa prestiti ai Musei. Tuttora Carpi è Presidente di essa mentre nella Galleria sono presenti anche i figli Francesca e Giancarlo.

Futurism vanta 33 progetti espositivi pienamente raggiunti sulla conoscenza del luminoso periodo artistico, come “L’Elica e la Luce”, Post ZANG TUMB TUUUM, nelle quali si dà ampio spazio alle biografie di Marinetti, Balla, Boccioni ed altri, e Il Ruggito della Velocità, con le personalità nominate ed altri che ne portano avanti il discorso come Dottori, Sibo, partendo dal 1918 fino al 1943.

Se il progresso è oltreoceanico ecco che qui cade nella sua stessa trappola: il tanto vantato femminismo, reazione giusta dal secolare ostruzionismo anche lavorativo alle donne, che in quegli Stati è portato come bandiera progressista, non ha messo affatto in luce le donne pittrici e scultrici in genere, e del Futurismo, che sono state pari, sia pur con diversi linguaggi, agli artisti uomini. Perchè? E qui, a Futurism& Co., invece se ne parla.

L’opera culturale della famiglia Carpi, compresi Alessandro Bolic ed i critici e curatori specializzati amici ed affiliati, Graziano Menolascina, Maurizio Scudiero, è così ampia da avere ben 78 Istituzioni Museali in 62 città diverse ed in 18 Stati del mondo. Le opere dei campioni culturali della Penisola sono al Pompidou, al Guggenheim, in altri luoghi celebri, naturalmente al Palazzo delle Esposizioni, se l’assurda installazione confusionaria del governo scorso non li tiene pudicamente in ombra per non offendere gli invasori, e mostrare una modestia da parvenus politically correct, o peggio, per confondere e “meticciare” l’Italia mescolando opere di Stato con quelle estere, che al critico che guarda, non offrono gran che .

L’azione di risveglio dei grandi italiani è rammentata anche in cinque cataloghi composti in modo insolito ed esaustivo, con un’ottima fotografia. Il primo è stato quasi un annuncio alle produzioni successive, nelle quali si è gustato uno straordinario Balla a confronto con un più recente Dorazio, e poi Boccioni con l’americano Muybridge ed il suo “Corpo con le ali”, (lo stesso ha detto: cosa ho imparato da Boccioni) sviluppato sul dinamismo del primo e quindi, la voce di Depero messo vis-à-vis con l’americano Halley, acuto nell’assunzione del contesto dell’italiano. Egli evidenzia il significato simbolico di Depero ed il legame intuibile nel messaggio astratto : per Halley le “celle” sono metafora del vivere umano nell’innaturalità delle meccaniche, per Depero i soggetti sono un semplice rapporto di compenetrazione fra uomo e macchina, ed è da questo che lo statunitense parte.

Ma la Galleria Futurism&Co. va oltre: già negli “Epifenomeni” del particolarissimo Brajo Fuso, inoltratosi verso un Neo-Pop,( onorato da Registi, Critici (Argan) ed amici intellettuali come Blasetti ed altre celebrità) si parla di illustrare le lezioni dei grandi futuristi come punto di partenza in movimenti Cute ed in generale verso tutti quei fenomeni attuali, ad esempio l’astrattismo, che tornano a dare senso alle esposizioni italiane, alle loro idee, agli attuali artisti, Burri, Cascella, Casorati. A titolo personale includo la Street art, dove il carattere italiano, pur nell’eccellenza degli autori esteri, si fa padrone, ma se ne parlerà più oltre. Non solo: non si può considerare il Futurismo come arte confinata in sè stessa, ma, vista l’infiltrazione capillarizzata di tecniche e tipi, esso ebbe influenza nel Cinema e nell’arte dei tessuti o dei gioielli (si veda Depero e Brajo Fuso) coinvolgendo, soprattutto con quest’ultimo e più attuale, il pensiero della creatività italiana nell’intero ambiente culturale mondiale.

Depero dette l’input all’uso di stoffa in arte, ecco il panno Lenci cucito per le sue grandi tele, e insieme a questi Balla, Boccioni, fecero di manifesti e réclames opere d’arte destinate a quel settore di comunicazione, spesso scadente al loro confronto, che si chiama pubblicità. Naturale conversione meno narrativa e più icastica dell’arte come applicazione commerciale, già proposta da Toulouse-Lautrec o nel Liberty, diramando come un continuum nel tessuto sociale ma prendendo posizione più netta come pensiero conoscitivo .

Il dinamismo come molla vitale, come creazione e ri-creazione continua riprendono infatti la guida della ricerca dell’arte attuale come indagatrice delle possibilità fisiche e spirituali di un “vivente” . La lectio magistralis del Futurismo rimette in evidenza l’unione dell’umano, come stasi e velocità, e del non umano, come oggetti, ambientazioni, particolari, coinvolti in armonia storica, che lascia la contemplazione, ma attiva, a chi l’ ammira.

Si ha un primo cenno verso la robotica, nota umanizzata data ad oggetti come le lampade, ad esempio,e negli stessi manifesti. Si ha l’entusiasmo verso spazi aerei, come in Dottori, panorama mozzafiato come se si guardasse da un velivolo, talvolta la vista a precipizio fra le case, col brivido dell’ultima improvvisa cabrata, per raccontare l’ingegno e l’azzardo di uno Stato che crede ai suoi figli nella bellezza della natura sfumata, nel pericolo che la mano del pilota risolve, con il rapido calcolo delle ansiose prospettive.

Voglia di comprare, dopo il gancio sorridente (Marinetti lo passi) di un’opera? Bene, la Galleria è attiva con una Banca On-line. Anche un prestito è possibile, con mani leggere, con ogni cura e restituzione.

Lo spazio Museale è un grande libro d’oro aperto sull’arte, di qualunque spazio si parli, che Roma, madre dalle grandi possibilità nutritive come l’Iside Efesina, non cessa di offrire a tutti coloro che sono assetati di Civiltà. E’ bene tuttavia seguire i passi del cammino di essa e fermarsi a leggere ed a concepire segnali, significati, moniti, messaggi in questa piccola grande Galleria, a via Mario de’ Fiori, dalla quale si va via con un senso di ammirazione ulteriore per il suolo dove i passanti, timidi, disinformati dai libri globalisti, o pieni di fuoco di conoscenza inespresso sono fermi a meditare, per ritrovarsi, per rinascere ancora.

Marilù Giannone