Accademia dei Lincei: attività nel mese di giugno
ACCADEMIA DEI LINCEI
CALENDARIO DEGLI EVENTI DI GIUGNO 2018
Via della Lungara 10 Roma
VIENE PUBBLICATO QUI DI SEGUITO IL CALENDARIO EVENTI GIUGNO DELL’ ACCADEMIA, come pervenutoci dal proprio Ufficio Stampa
Festival della Cultura Tartara
ACCADEMIA ANGELICO COSTANTINIANA
di lettere arti e scienze Angelo-Comneno Onlus
insieme alla
ASSOCIAZIONE CULTURALE “TARTARE IN ITALIA”
PRESENTANO
Festival della Cultura Tartara
Sabato 9 giugno 2018 h. 17.30
Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro Piazza di S. Salvatore in Lauro, 15 – Roma
Ingresso gratuito
Il modellino di una chiave antica
Dai tesori dell’antiquario Eugenio di Castro
Contenuto nell’ultima edizione della “Strenna dei Romanisti”, vi è un lungo racconto: “Il modello è indispensabile“, a firma di Francesca di Castro, su un oggetto che ha attraversato secoli, inciso, carezzato, celato in molte nobilissime mani dai più diversi caratteri: nobili, artigiani, prigionieri, per grazia di un antiquario noto ed esperto, il nonno della scrittrice, Eugenio di Castro.
Il racconto inizia con un commento di Corrado Ricci a proposito della vastissima varietà di arti liberamente esercitate in Italia, dalla grande arte propriamente intesa alla cosiddetta arte minore, che nulla ha da invidiare alla prima, a parte la destinazione d’uso e, talvolta, la piena dedizione dell’artista all’opera che sottintende una vera e propria filosofia.
Continuando la narrazione, Francesca riporta che agli oggetti d’uso bellissimi Augusto Pedrini dedica una sorta di almanacco, secondo la materia di solito usata che è il ferro. L’uomo dice inoltre che, soprattutto per i piccoli oggetti, come le chiavi, era abitudine farne inizialmente modelli per lo più in legno, per correggerli eventualmente, o per riprodurne molte chiavi uguali .
Francesca di Castro, ammiratrice delle raccolte del nonno Eugenio, sodale del Gruppo dei Romanisti e celebre antiquario, considera quanto possono aver importanza i modelli per l’arte minore, e racconta anche la lunga e tortuosa strada per la costituzione di un centro di raccolta di questi modelli e di altri “pezzi” di arte, sfociata, dopo molte vicissitudini, al San Michele, ex Riformatorio.
Francesca descrive minutamente fra gli oggetti antichi del nonno un modello in legno di chiave dalle ardite volute raffiguranti animali fantastici e rivelatrice, come costituzione complessiva, di una chiara impronta classica, ma di quel classico ardito ed interpretato che fu l’arte antica nelle mani degli uomini del Rinascimento, o poco dopo.
Camminando nella traccia della sua cultura, Francesca ritrova dopo lunga indagine l’oggetto, che sarebbe la chiave di uno degli Strozzi, Leone, che fece un museo di rarità del bel palazzo ora Fondazione Besso di Roma, descritta nel l'”Arcadia” di Crescimbeni. La, chiave è matrice di quella in ferro conservata a Londra, nel Victoria and Albert Museum, fatta dal “Guillermo franzese” mastro d’arte di Francesco I°. Ma non basta: la bellissima Diane de Poitiers l’avrebbe adoperata per raggiungere nell’appartamento il suo regale amante. Gli Strozzi avrebbero in seguito accompagnato Caterina de’Medici, nobile figlia dei loro amici, alle nozze con Henri d’Orléans, tramite il potente Filippo (Giovanni Battista), Tesoriere del Papa officiante, Clemente VII°, ed avrebbero anche loro alloggiato in quelle stanze, usando quella chiave.
Filippo Strozzi l’ avrebbe riportata in Italia e, compiaciuto per l’eleganza dell’oggetto, avrebbe ordinato una copia a Benvenuto Cellini, che l’esegui’ in legno, ma che da allora più nessuno la vide. Sembrava solo una fantasia, fino a che Francesca non l’ha ritrovata studiando a lungo le carte e gli oggetti del nonno, aprendo una scatola moderna, meravigliosamente scolpita, di legno, e siglata con le iniziali del suo avo.
E qui il réportage si fa commovente: l’augusto antiquario avrebbe avuto una scatola in dono quando era all’Asinara reduce dal Terzo Reggimento Bersaglieri, come uomo di fiducia dello Stato Maggiore, per sovrintendere al campo di prigionia degli austro-ungarici. Purtroppo in quella zona di li a poco scoppiò un epidemia di colera ed il Sergente bersagliere, impietosito dalle sofferenze dei poveretti e nel desiderio di portar conforto ai prigionieri ebrei, chiese al Comandante di poter usare un magazzino a Cala Reale per far celebrare per essi lo Jom Kippur. Sembrava inizialmente che chi vi giungesse fosse in un numero limitato di credenti, ma presto il sergente si accorse che il magazzino non poteva contenerli tutti, che parteciparono dunque alla ricorrenza stando fuori dalla costruzione, chi sdraiato, chi in ginocchio.
Al termine del rito Eugenio di Castro fu circondato da prigionieri che lo ringraziarono di cuore e gli baciarono le mani, ed uno, l’ungherese Popper, compose e scolpì la scatola che donò al militare in segno di gratitudine. L ‘oggetto, a testimonianza di un sentimento di stima e di riconoscenza imperituro, ha raggiunto la progenie del bersagliere, che giustamente se ne gloria.
Marilù Giannone
Brigantaggio sogno di Libertà
Evento a Giugliano,
sabato 16 giugno 2018:
Brigantaggio Sogno di Libertà
Non era un mondo idilliaco, il Regno delle Due Sicilie. Non mancavano le tensioni fra chi viveva in armonia con le tradizioni e le regole della comunità e chi cercava di procurarsi guadagni illeciti in danno della gente onesta. Nonostante l’opera incessante dei Re, schierati in difesa del loro popolo, speculatori, parassiti, possidenti egoisti, sfruttatori del lavoro altrui seminavano spesso ingiustizia e risentimento in una terra la cui bellezza incomparabile sembrava fatta apposta per garantire gioia di vivere e prosperità.
Un Convegno per i 120 anni da Evola e dal Pensiero Tradizionale
Dalla nascita di JULIUS EVOLA
a quella di “Horafelix”
Il 19 Maggio del 1898 nasce Julius Evola e con Lui rinasce il Pensiero Tradizionale, il 19 Maggio del 2018 questo pensatore è richiamato in vita, grazie all’esistenza di “alcuni uomini che sono per così dire in piedi fra le rovine e fra la dissoluzione”. Continua ancora Evola che “senza ambiente non c’è risonanza”, ed è con grande ostinazione e tenacia, ma anche fermezza ed equilibrio che questi Uomini “nel campo intellettuale possono ancora affermare i valori “Tradizionali” al di fuori di ogni scopo immediato, tanto da svolgere un’ “azione di presenza”, azione certamente utile per impedire che la realtà attuale chiuda non solo materialmente ma anche idealmente ogni orizzonte e non lasci più scorgere nessuna misura diversa … altre dimensioni possibili, altri significati della vita … di non guardare soltanto alle cose presenti e vicine”.