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La vera storia di Robin Hood

Le origini della leggenda di Robin Hood sono particolarmente oscure. I più antichi riferimenti scritti sono solo brevi frammenti. Il primo si trova nel poema “Pietro l’aratore”, scritto nel 1377 dal chierico londinese William Langland, dove un personaggio dice solamente: “Non so bene il Paternoster così come lo canta il prete, ma i versi di Robyn Hood quelli sì, eccome, li conosco”. Davvero poco, ma almeno ci permette di sapere che nel XIV secolo la figura di Robin Hood era già argomento di ballate. In un manoscritto del 1410, conservato nella cattedrale di Lincoln, nell’Est dell’Inghilterra, compare la frase: “Robin Hood in Sherwood stood” (Robin Hood a Sherwood stava), un modo per dire qualcosa di ovvio. Ancora poco, ma anche questo piccolo dettaglio ci permette di sapere che le sue avventure erano ambientate nella foresta di Sherwood. Esistono poi altri riferimenti, sempre molto brevi, che danno l’idea di come, alla fine del Medioevo, la figura di Robin Hood fosse ormai riconosciuta ovunque come sinonimo di bandito gentiluomo. Si tratta in tutto di cinque poemi, o ballate, e del frammento di una commedia. Tuttavia, il primo racconto completo di cui si abbia oggi traccia fu stampato nel 1510 e intitolato “Le gesta di Robin Hood”.

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Il sogno della vita artificiale

Da sempre l’uomo ha coltivato il sogno di creare una vita artificiale, una copia di sé stesso dalla quale farsi servire e sulla quale dominare. Questa replica deve essere più dotata, più forte fisicamente o più intelligente degli uomini, in grado di donare all’uomo che ne è stato ideatore e creatore il potere sugli altri uomini. Questo è un sogno sempre esistito e dagli antichi miti alla più recente letteratura se ne trova traccia abbondante. La moderna tecnologia e l’Intelligenza Artificiale sta rendendo questo antico sogno sempre più reale.

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2775° Natale di Roma

IL MITO DI ROMA
LA VIA ITALIANA ALLA MODERNITA’

Il 17 Marzo 1861 si proclamava ufficialmente il Regno d’Italia, con la Legge N. 1 del 21 Aprile, giorno del Natale di Roma, nasceva il Regno d’Italia. Aprile dal latino a-perire, significa aprire, tornare a nuova vita, non morire, e richiama l’immortalità di Roma, la Città Eterna. Inizio ben augurante del processo di Unificazione, che giunse a compimento con la Vittoria della Grande Guerra, celebrata con la composizione da parte del poeta Fausto Salvatori dell’ “Inno a Roma”. L’Inno si ispira al Carmen Saeculare di Orazio, fu musicato dal Maestro Giacomo Puccini, ed eseguito il giorno del Natale di Roma, il 21 Aprile 1919.

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Detriti e rottami in orbita, immondizia anche nello spazio

Oltre all’incubo sempre più pressante di smaltire la spazzatura che produciamo nella nostra vita ordinaria (circa 500 kg a persona per anno in Italia) ora abbiamo anche generato spazzatura nello spazio e cominciamo ad avere seri problemi di gestione anche lì.

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L’uovo di Pasqua e le sue origini

Il simbolo dell’uovo si ritrova in varie culture del mondo. È universalmente associato alla creazione poiché contiene l’embrione della vita: infatti in numerose cosmogonie l’universo nasce da un gigantesco uovo. Esso si presta alla rappresentazione ternaria di guscio, albume, e tuorlo: il guscio duro esterno contrapposto alla morbidezza interna, e vero tesoro è la sostanza, forziere del segreto della vita. È quindi un’immagine che ha perlopiù valenza positiva poiché contiene in sé il miracolo della vita futura.

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Giovanni Gronchi e il francobollo che quasi lo superò in fama

Storia del Gronchi rosa e dell’incidente 

Tutto ha origine quando l’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi si apprestava a far visita ai nostri connazionali in America Latina, a seguito delle sempre maggiori richieste di vicinanza delle istituzioni italiane da parte di questi ultimi.

Per celebrare l’importanza di questo viaggio le cui tappe prevedevano l’Argentina, Uruguay e Perù, furono stampati tre francobolli commemorativi raffiguranti un aereo su un planisfero con i confini del Paese visitato in evidenza.

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