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EFFETTI SPECIALI ED ECHI CORDIALI E PARADOSSALI DI FREAKS OUT

I REIETTI CON I SUPERPOTERI DI MAINETTI

Freaks Out di Gabriele Mainetti (nella foto) è il film italiano che va, come si dice, per la maggiore. In virtù dei coefficienti spettacolari, lontani dal tedioso standard del cinema d’impegno civile. Che condanna lo Stivale al ruolo di comprimario nel panorama internazionale della fabbrica dei sogni. A dispetto della decisione dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Digitali), che ha scelto  È stata la mano di Dio dell’involuto Paolo Sorrentino per rappresentare il Bel Paese agli Oscar, preferendo alla capacità di corrispondere all’immaginazione delle masse l’amarcord dell’età verde sedotta dai numeri di magia del Pibe de oro e segnata dal lutto, l’imminente campione d’incassi mantiene buona parte delle promesse fatte nell’esordio con Lo chiamavano Jeeg Robot.

Mentre Sorrentino ha disperso strada facendo l’ingegno dell’opera prima L’uomo in più col passaggio dall’orgoglio del cantante confidenziale Antonio Pisapia, stretto parente dell’amorale Franco Califano, ai segni d’ammicco dei radical chic, avvezzi ad atterrire gli interlocutori avversari scimmiottando la foga delle nerborute icone degli action d’oltreoceano, Gabriele Mainetti è riuscito all’atto pratico a conciliare stilemi in teoria inconciliabili.

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Palazzo Altemps: mostra fotografica “STATUAE VIVAE” di Sergio Visciano

Dal 2 ottobre al 1° novembre presso il Museo Nazionale Romano nella sede di Palazzo Altemps è in corso di esposizione una mostra fotografica sulla statuaria classica che racconta mito, memoria e cultura attraverso uno sguardo contemporaneo.

I corpi nudi delle statue sembrano muoversi, tra chiaroscuri e luci psichedeliche, negli scatti di Sergio Visciano. In mostra ventidue immagini che interpretano alcuni capolavori dell’arte classica appartenenti alle collezioni del Museo Nazionale Romano, ma anche dei Musei Capitolini, del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia e di Palazzo Mattei di Giove a Roma.

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“Il Sistema” di Corruzione, radicato su: i Media, i Maramaldi e la Magistratura

IL LIBRO INCHIESTA “IL SISTEMA”, GRAZIE AD EDOARDO SYLOS LABINI, 
DIVIENE IN TEATRO QUASI UN TESTO SHAKESPERIANO

_________________di LIDIA D’ANGELO 

Nella Sala Umberto (*1), teatro situato nel cuore del centro storico di Roma, si è inaugurata la stagione con lo spettacolo “Il sistema”.
Sembrerebbe un’impresa ardua trasportare un libro-inchiesta sulla giustizia in un testo teatrale; ebbene ci è riuscito Edoardo Sylos Labini (*2) – persona di notevole poliedricità e i cui interessi spaziano in vari settori – e sempre a suo agio sul palcoscenico.

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La Consul Press intervista Pippo Franco sul valore dell’arte e dell’umorismo

IL PROFONDO SENSO D’APPARTENZA  E LA LEVITÀ IRONICA DI PIPPO FRANCO

Una conversazione con Massimiliano Serriello

Quando gli capitano sotto gli occhi, ne resta sempre conquistato: l’immediatezza espressiva connessa al timbro stilistico delle vignette, il dono della sintesi, la forza significante ad appannaggio dell’allegra deformazione caricaturale, l’implicita contemplazione del reale avvertita senza concedere alcunché all’infeconda enfasi grafica, l’innesto degli spassosi giochi di parole, gli elementi segnaletici riscontrabili nell’alacre cura dei dettagli rientrano appieno nelle corde del duttile e intramontabile Pippo Franco (nella foto). Giunto da poco al considerevole traguardo delle ottantuno primavere col famoso sorriso sulle labbra. Insieme alla sana leggerezza che trae linfa dal valore terapeutico dell’umorismo, dall’equilibrio preservato dallo slancio dell’empatia, dalla capacità d’impreziosire l’opportuno livello di comprensione sulla scorta dell’imprescindibile autoironia. Lontano anni luce dall’accidia del corredo d’idee sottratto di nascosto all’altrui ingegno, dal deleterio nonché goffo delirio d’onnipotenza, innescato dalle ingannevoli sirene del successo, dagli illusori luoghi comuni e dai pesanti restringimenti.

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