UN CARATTERISTA DEL GRANDE CINEMA AMERICANO,
dalla battuta pronta e dalla fulgida umanità
Una conversazione con Massimiliano Serriello
Ha realmente la battuta pronta, Paul Herman (nella foto). Il luogo comune che rende i caratteristi schiavi della limitatezza dei ruoli fissi non lo tange affatto. È consapevole del valore espressivo riposto nei primi piani in grado di trarre linfa dal cinema della spontaneità. Ed è per questo motivo che alla ricercata facondia dell’alta densità lessicale privilegia i segnali discorsivi e le pause dialogiche del cosiddetto ‘broccolino’. Una cadenza costituita dall’interazione tra inglese ed elementi vernacolari relativi alle forme bandiera del gergo siciliano, calabrese e napoletano in uso a Brooklyn.
Atteso in Italia per il 18 Settembre il nono film di Quentin Tarantino.
Nel Luglio del 2017, poco prima di completare l’ultima sceneggiatura, comunicò di un suo nono film incentrato sulla sua personale rivisitazione degli omicidi della famiglia Manson. Per la produzione provò subito a trattare con Harvey Weinstein, poi rinunciò verso Ottobre a seguito degli scandali del produttore. Verso Novembre 2017 terminò una lunga asta per la produzione del film, proprio quando fu comunicata la partecipazione di Leonardo Di Caprio come attore principale e si precisò che le vicende della Manson Family fossero secondarie alla trama.
La Sony Pictures Entertainment si aggiudicò la produzione, stanziando 95 milioni di dollari, fornendo un compenso del 25% sugli incassi lordi, e uno straordinario controllo creativo al regista, oltre ai totali diritti d’autore concessi dopo un periodo da definire tra 10 e 20 anni. Dopo svariati incassi milionari degli anni passati era normale un’asta del genere.
UN TERRITORIO TUTTO DA SCOPRIRE CHE CONIUGA “MOTION” ED “EMOTION”
Il Cilento è davvero un territorio tutto da scoprire. La topofilia (dal greco topos ‘luogo’ e philia ‘amore’) assume una funzione creativa in grado di utilizzare al meglio l’intensa ed emblematica scrittura per immagini della Settima Arte. Il valore drammatico ed evocativo della tecnica cinematografica non è riuscito però mai a cogliere, sino ad adesso, l’intrinseca, peculiare natura di quell’area montuosa della Campania, al di là del fiume Sele. Il remake del blockbuster transalpino Bienvenue chez les Ch’tis di Dany Boom ha certamente incuriosito gli spettatori accorsi in sala.
LA PASSIONE DELLA NOMAD FILM DISTRIBUTION:
UNA TUTELA A FAVORE DEL CINEMA D’ARTE
Conversazione con Massimiliano Serriello
La passione per il Cinema di Lydia Genchi (nella foto) passa attraverso l’assoluta buona fede, aliena, sia in prassi ché in spirito, alle roboanti attestazioni di stima di chi antepone l’inane attitudine all’iperbole all’interesse per le cauzioni di commerciabilità delle opere d’indubbio pregio culturale.
Sin dai tempi dell’università, quando si laureò con una tesi in scenografia, Lydia aveva le idee chiare. La gavetta nel teatro, per tradurre in pratica quanto aveva appreso sul versante della capacità d’ambientazione impreziosita dai fattori visivi, o sui set, nelle vesti di assistente attenta ad amalgamare gli arredi di un film al precipuo timbro della scrittura per immagini, le ha permesso di entrare in confidenza con l’ambìta fabbrica dei sogni. La vita è fatta però pure di cose pratiche e la famiglia, ravvisabile nel senso di responsabilità nei confronti dei propri figli, è divenuta un pungolo per superare ogni intoppo relativo al bisogno di unire gli aspetti concreti con lo slancio tipico degli anni verdi. Seguire la via dell’idealismo equivale a percorrere un tragitto irto di spine se non si prende atto che dare un colpo al cerchio del nesso tra competenza ed elementi dinamici e un altro alla botte dell’armonia rappresenta l’unico antidoto alle velleità degli esperti del dopolavoro. Gutta cavat lapidem, quindi? Certamente sì. Anche perché la fondazione dell’alacre e audaceNo.Mad Entertainmentè cominciata col piede giusto. Distribuendo nelle sale autoctone chicche della levatura di Tournée. Un conto è vederlo alla sezione Un Certain Regard al 43º Festival di Cannes, ad appannaggio di critici troppo autoreferenziali per capire che il salto di qualità consiste in un’inversione di tendenza in grado di mandare a farsi friggere qualsivoglia forma di slavata alterigia, e un altro è assicurargli l’approdo nel mercato primario di sbocco. Solo così, lontano dalla sterile pretenziosità dei circuiti alternativi, è possibile sul serio stimolare lo spettatore, specie quello dai gusti semplici, in termini intellettuali ed emotivi. Il gioco fisionomico del duttile Mathieu Amalric (nella foto), ancor più bravo in cabina di regìa nel cogliere i voluti ed emblematici scompensi connessi alle attese che contrassegnano la voluttà di rifarsi dell’ex produttore tornato in Francia dagli States insieme alla malridotta compagnia di New Burlesque, acquista maggior spicco allorché attiene all’incanto della scoperta.
COME L’AMORE AFFRONTA IL TUMORE:
DALLA SFERA SESSUALE A QUELLA SENTIMENTALE
«Se ti chiedessi dell’arte, probabilmente mi citeresti tutti i libri d’arte mai scritti. Michelangelo? Sai tante cose su di lui: le sue opere, le sue aspirazioni politiche, lui e il Papa. Le sue tendenze sessuali. Ma scommetto che non sai dirmi che odore c’è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto. Mai visto! Se ti chiedessi delle donne? Probabilmente mi faresti un compendio delle tue preferenze. Potrai persino aver scopato qualche volta. Ma non sai cosa vuol dire svegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. E se ti chiedessi della guerra, probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia: “ancora una volta sulla breccia, cari amici”. Ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l’ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull’amore, probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile. Non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te. Per salvarti dagli abissi dell’inferno. Non sai cosa si prova a essere il suo angelo. Avendo tanto amore per lei, vicino a lei, per sempre. In ogni circostanza. Incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su un lettino d’ospedale tendendole la mano perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine ‘orario delle visite’ non si applica a te».
E’ iniziato il conto alla rovescia per lo SPENCER-HILL Festival, il raduno ufficiale europeo dei fan di Bud Spencer e Terence Hill che si terrà dal 29 Agosto al 1° Settembre a Lommatzsch, in Sassonia. Si tratta di una grande iniziativa, divenuta tradizionale, per ricordare e celebrare la famosa ed ammirata coppia di attori cinematografici. Concerti dal vivo, film, live show, ospiti e tanto, tanto fun tutti i giorni in scaletta. La scelta di Lommatzsch non è casuale: proprio qui in questa cittadina, infatti, Terence Hill ha passato alcuni anni indimenticabili della sua infanzia.