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Giuseppe Dosi il poliziotto di altissimo livello e la grande arte dell’investigazione. II

 Il brevissimo mezzo secolo delle Istituzioni e il lungo secolo del
Grande Genio di Giuseppe Dosi in acronimo G&G 1891-1981   

Raffaele Panico

Nella parte prima dell’articolo Giuseppe Dosi […] L’Ascesa, il declino e la Ri-nascita con il secondo dopoguerra abbiamo seguito una narrazione intrecciata alla grande storia, legata alle questioni del Regno d’Italia fino al tramonto della monarchia e il passaggio del testimonio alla costituenda Repubblica italiana. Narrazione deludente amara e sul punto dell’onore irricevibile per la tetra infamante vicenda del “caso Girolimoni”, risolto di fatto dal dottor Giuseppe Dosi, tetra al punto di costargli un marchio d’esclusione dalla vita professionale; esattamente per la “Verità” Dosi: nel 1936 viene arrestato; poi finisce nel manicomio giudiziario; infine espulso dall’Amministrazione. Una “Morte civile”! Un vero e proprio oltraggio alla Sua persona che, proprio con l’inizio della tragedia bellica, a far data dal giugno 1940 si dilegua via via la cupa ombra gettata anche sulla storia d’Italia. Gli esperti, gli analisti diciamo gli addetti ai lavori le alte sfere militari sapevano sin da subito che “la guerra era persa”.

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Pandemia e il “diritto del Mare”: l’Italia sommersa dalle migrazioni

LA LUNGA NOTTE delle IPOCRISIE 
IN UN PAESE SENZA REGOLE 

Torquato Cardilli

Per anni l’Italia è stata sotto schiaffo da parte dell’Europa in materia di profughi e rifugiati che approdano sulle nostre coste con l’aiuto di Ong non limpide o con ogni mezzo e sotterfugio possibile, profittando anche di connivenze o complicità di italiani disonesti e infedeli verso il proprio paese.

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Speciale Arte di Consulpress: prospettive e retrospettive dell’artista Tania Kalimerova

 2020: ODISSEA SULLA TERRA

Presentazione dell’artista Tania Kalimerova …spunti e dialoghi tra la Bulgaria e l’Italia, l’anima degli “Stati dell’Arte”

Raffaele Panico

Spello, bellissimo paese dell’Umbria, ha aperto ieri, 1 agosto, la quarta edizione di “Stati d’Arte”, la mostra internazionale d’arte contemporanea che si tiene a Villa Fidelia dal primo al trenta agosto 2020. Organizzata dall’Associazione “La Casa degli Artisti” è curata dal critico d’arte Andrea Baffoni. La mostra è patrocinata dal Mibact, Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Spello, Camera di Commercio di Perugia e Accademia di Belle Arti di Perugia.

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We Wealth, il primo Marketplace interamente dedicato al mondo del Wealth Management in Europa

We Wealth è il primo Marketplace interamente dedicato al mondo del Wealth Management in Europa per la gestione, protezione e trasmissione del patrimonio familiare ed imprenditoriale

La missione di We Wealth è di creare un ecosistema digitale stimolante tanto per gli specialisti del settore quanto per privati e imprenditori (clienti affluent o private, famiglie imprenditoriali e High net worth individuals). “Luogo” di confronto ricco di contenuti di valore, generati da un team di giornalisti professionisti e di esperti del settore. Parimenti l’obiettivo è di sviluppare un ambiente favorevole, capace di fornire e stimolare tutti gli strumenti tecnologici necessari al miglioramento della comunicazione digitale su temi inerenti la consulenza finanziaria e il risparmio gestito.

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“Perchè devo laurearmi online quando è possibile andare al ristorante?” la lettera aperta di una studentessa milanese

Lucrezia Velagic, studentessa della Bicocca di Milano, scrive alla redazione de Il Sole 24 Ore una lettera sfogo nella quale contesta il fatto che se adesso si può tornare al ristornate o in discoteca perchè non si può tornare anche all’università?

Riportiamo il testo:

“Ho deciso di scrivere queste righe per cercare di portare all’attenzione una dinamica che si sta verificando nel nostro Paese e che trovo priva di senso e di moralità.

Sono Lucrezia Velagic, una ragazza di 24 anni che vive a Milano, sono iscritta all’Università di Milano Bicocca e a ottobre conseguirò il titolo di Laurea Magistrale. Ho ricevuto oggi una comunicazione dall’Ateneo contenente le norme che saranno messe in atto nei mesi a venire in relazione all’emergenza Covid-19 e ho appreso con enorme dispiacere che le sessioni di laurea per i mesi di settembre, ottobre e novembre saranno svolte ancora in modalità online.

Non ci sto! Non così! Capisco l’esigenza e l’importanza di tutelare tutte le persone che vivono l’ambiente universitario, ma se sposto il mio sguardo un po’ più in là osservo una realtà ricca di contraddizioni. Il premier Conte chiederà la proroga dello stato di emergenza al 31 ottobre 2020, ma l’abisso che intercorre tra le parole e i fatti è davvero impressionante. La sensazione è che la maggior parte delle persone si sia già dimenticata i terribili mesi che abbiamo appena vissuto, si sia già dimenticata che un virus ha colpito fortemente tutti gli ambiti della nostra vita, si sia già dimenticata gli sforzi di coloro che sono stati impegnati in prima linea per combattere questa emergenza e soprattutto si sia scordata di tutti coloro, più di 35.000, che hanno perso la vita.

Per le strade delle città non vedo rispetto e buon senso. Dobbiamo chiederci, ora più che mai, quali sono le nostre priorità? È possibile prendere aerei, navi, treni per recarsi in vacanza, magari anche all’estero. È possibile che gli stranieri entrino nel nostro Paese. È possibile andare per negozi, cenare nei ristoranti, bere un drink nei locali. Ho visto personalmente, in diretta e sui social, immagini di persone che non curanti creano assembramento nelle strade della movida. Discoteche nuovamente aperte con migliaia di giovani stretti a ballare fino all’alba, però laurearsi in presenza quello no, non è concesso.

Non è concesso ad un singolo studente recarsi in università per sostenere davanti a una piccola commissione di docenti una delle prove più significative della propria vita. Non è possibile guardare negli occhi gli insegnanti che hanno guidato il nostro percorso universitario, non è possibile provare sulla pelle l’emozione, la tensione e la gioia di avere davanti una persona in carne e d’ossa in un giorno così speciale.

La tematica dell’istruzione ha accompagnato questi mesi frenetici, ma a parer mio senza ricoprire il ruolo fondamentale che dovrebbe avere. Ci si è preoccupati di tutto il resto e c’è stata tanta confusione su un aspetto come questo che caratterizza la vita di ogni individuo, dall’infanzia alla età adulta. Non interessa a nessuno? Non interessa a nessuno la tutela di un’istituzione che ha il compito di formare gli adulti del domani? Per tutti è più importante andare a mangiare una pizza con gli amici, prendere un volo per Ibiza, bere uno Spritz all’aperitivo, sì mi sembra proprio di sì.

Ho 24 anni e anche per me è importante la vita sociale e il divertimento, ma nel periodo storico che stiamo vivendo mi chiedo se è davvero questo quello che conta o se è più importante agire con giudizio e preservare gli sforzi fatti e i risultati raggiunti. Mi domando se sia più importante andare a ballare in discoteca o laurearmi. La mia risposta ce l’ho, forte e chiara! Comprendo le necessità economiche che hanno spinto tutte le attività a ripartire, ma non voglio tollerare le contraddizioni presenti ovunque. Non posso tollerare che il giorno della mia laurea, il coronamento di cinque anni di sforzi, dovrò stare seduta dietro a un computer, mentre il mondo fuori si comporta come se niente fosse successo.

Non chiedo di rinunciare a condurre una vita il più normale possibile, vita che io stessa cerco di vivere ogni giorno, ma chiedo che sia data la stessa importanza e attenzione a tutti gli ambiti, nel mio caso quello universitario. Se posso andare a cena fuori, se posso divertirmi in un locale, perché non posso recarmi in università per laurearmi? Chiedo di dare valore a quello che conta davvero e di eliminare tutte le contraddizioni, confido nel buon senso, anche se purtroppo pare non essere presente nella maggior parte delle persone.”

Regicidio di mezz’estate 29 luglio 1900

L’anarchico Gaetano Bresci volle vendicare la repressione iniziata contro i fasci siciliani

Raffaele Panico

Di attentati ne aveva visti Umberto I ma era sempre uscito indenne. In occasione della “crisi di fine secolo” durante le proteste contro l’aumento del prezzo del pane, a Milano, nel 1898 il generale dell’esercito Bava Beccaris sparò cannonate contro i manifestanti, circa 100 morti, centinaia di feriti fonti ufficiali, erano innocenti cittadini anche solo ignavi passanti. Per il Bresci, operaio e anarchico, emigrato in America la misura era colma.

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