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Note sul “25 Aprile” da una visuale …..di Monarchia-LiberalDemocratica

25 APRILE 1945 CONSIDERAZIONI IMPOLITICHE

in una analisi di DOMENICO  GIGLIO *
  con “note a margine” (*1) di Giuliano Marchetti

Il 25 aprile fu la data della insurrezioni di tutte le forze patriottiche e partigiane (*2) deciso dal CLNAI e dal comando militare dello stesso, avendo le forze alleate, delle quali facevano parte anche i Gruppi di Combattimento del Regio Esercito, sferrato l’offensiva definitiva contro le linee germaniche, sfondandole ed avanzando su tutto il fronte, dal Tirreno all’Adriatico, raggiungendo Bologna e puntando verso  la pianura  lombardo-veneta. In realtà le operazioni belliche terminarono alle ore 14 del 2 maggio, dopo  la resa delle truppe tedesche, firmata  il 29  aprile nelle  Reggia  di Caserta.

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“Consiglio d’Europa” e consigli all’Europa, da due autori della Britannia o Regno Unito

A.J.TOYNBEE e H.TREVOR-ROPER

Raffaele Panico

Ha scritto Hugh Trevor-Roper, storico inglese specialista in Storia dell’età moderna e della Germania nazista, su Arnold Joseph Toynbee nel giugno 1957: “Toynbee […] non solo predica un vangelo di deliberato oscurantismo; egli sembra voler fiaccare la nostra volontà, voler dare il benvenuto alla nostra sconfitta; sembra guardare con crudele sarcasmo la fine della nostra civiltà, non perché sia favorevole alla forma di civiltà che ci vuole distruggere, ma perché è animato da ciò che potremmo soltanto chiamare un «desiderio masochistico di essere conquistati». […] Egli brama spiritualmente la nostra sconfitta.”
Arnold Joseph Toynbee era uno storico esperto di storia comparata e filosofo della storia che, durante la prima guerra mondiale aveva operato per conto dell’“Intelligence” inglese, e venne poi delegato alla Conferenza di Pace di Parigi nel 1919. Hitler nel 1936 lo volle ricevere e lui si portò nel suo quartier generale.

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“CONSIGLIO D’EUROPA” e consigli all’Europa, dall’Italia dei Diritti e dei Doveri

Europa e i Doveri dell’Uomo, secondo Giuseppe Mazzini

Raffaele Panico

Roma, ottobre 1972 si stampa l’edizione critica dei “Doveri dell’Uomo” di Giuseppe Mazzini, a cura della Camera dei Deputati, promossa per le onoranze del centenario di questo Grande Italiano – patriota, pensatore e politico. Il Comitato era presieduto da Sandro Pertini, allora Presidente della Camera dei Deputati, ed era composto da illustri componenti dei due rami del Parlamento. 

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ITALIA & RUSSIA, la Bella Donna e la Madre Russia, bellezze nel Mondo che si parlano alla finestra

Nuovi scenari per l’Italia “Indipendenti sempre isolati mai”

Raffaele Panico

La celebre frase di Visconti Venosta, “Indipendenti sempre isolati mai”, il diplomatico, politico e più volte ministro degli Esteri, veniva spesso da lui ripetuta per la visione geopolitica del Regno d’Italia. L’Italia veniva effigiata come una Bella Donna contesa tra le altre potenze europee. Tali ricordi sono evocati per tentare di riannodare la malasorte della storia degli italiani. Storia lacerata dalla guerra – 10 giugno 1940, la fine della belligeranza attiva – l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’inizio della guerra civile, gli eserciti invasori in pesanti scontri fino al 1945 sul Belpaese e le conseguenze a “cascata” dopo il Trattato di Pace 10 febbraio 1947. Fasi importanti e occorre con realismo ricordare che gli americani avrebbero voluto un trattato molto più favorevole per l’Italia (Linea Wilson sul confine orientale, scongiurarono l’annessione della Valle d‘Aosta, erano per una estesa Amministrazione o status quo per le Colonie pre-fasciste, come avvenne solo per la Somalia fino al 1960). Dopo la tragedia del 1940-45 l’Italia riprende il percorso grazie all’aiuto degli USA, con il piano che prende il nome dal generale Marshall allora Segretario di Stato americano. Un intervento importante per la ricostruzione e la ripresa, che poi portò a vivere tra la fine degli anni Cinquanta e la fine dei Sessanta un decennio di grande crescita economica. Un decennio di diffusione del benessere economico certo con delle luci e ombre nella società civile.

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Da Predappio la cittadinanza onoraria
alla memoria al generale polacco Wladyslaw Anders

Tra pochi giorni ricorrerà la “Festa della Liberazione”, celebrativa di quel 25 Aprile 1945 che, finalmente, vide l’Italia intera liberata dal nazifascismo e dalla guerra. Da allora sono, ormai, trascorsi 75 anni, eppure la memoria di quell’evento ancora divide, contrappone gli italiani, anche risvegliando rancori mai sopiti: siamo tuttora incapaci, sia per pochezza ideologica che politica, vissute, spesso, in modo anacronistico, di condividere il valore essenziale del 25 Aprile, la Libertà.

Certo, la Liberazione fu riscatto, affrancamento dall’occupazione nazista e dall’oppressione fascista, ma, soprattutto, segnò la fine della peggiore sventura che possa toccare ad una nazione, al suo popolo, alla sua stessa identità politica, sociale e culturale ovvero la contrapposizione di una guerra civile, fratricida, nel nostro caso tra italiani fascisti e italiani antifascisti. Realizzata, però, la Liberazione, un obbiettivo, credo, ampiamente consolidatosi in 75 anni di vita democratica, penso che sia davvero tempo che tutti, senza distinzione forzata e pretestuosa di credo politico o ideologico, condividiamo, senza se e senza ma, solo la Libertà ossia il contenuto essenziale di quell’affrancamento del 25 aprile ’45, inteso come condizione essenziale di ogni cittadino libero e partecipe di una comunità libera.

Il 25 Aprile dovrebbe divenire, definirsi “Festa della Libertà”, proprio per confermare la memoria di ciò che è stato e non vogliamo che mai più accada: dobbiamo essere solo una coesa comunità nazionale di italiani liberi, ciascuno degno di vivere come tale le proprie idee, i propri progetti per il futuro. Voglio, però, ricordare come quel 25 Aprile, per noi Liberazione dal nazifascismo, sia stato possibile anche per l’impegno militare di tanti senza più libertà, esuli dal loro paese dopo l’invasione tedesca e dopo la crescente ostilità dei sovietici, sì parlo dei polacchi, eroici combattenti del II° Corpo d’Armata Polacco al comando del valoroso Generale Wladyslaw Anders.

Ironia della sorte, anzi della storia, oppressi fuggitivi polacchi liberarono oppressi italiani! Tra gennaio e luglio ’44 i soldati di Anders si distinsero eroicamente nelle battaglie di Cassino e Ancona, poi risalirono la penisola, attraversarono l’Appennino forlivese, liberando, il 28 ottobre ’44, Predappio, località di notevole rilievo simbolico perché luogo natale di Mussolini; quindi, d’intesa con gli inglesi lasciarono a questi l’onore di liberare Forlì, e proseguirono verso Imola e Bologna, liberando entrambe le città nel mese di aprile ’45. A guerra finita al generale Anders e a 75 ufficiali a lui vicini fu tolta la cittadinanza dalla Polonia occupata dai sovietici, ma nessun onore fu riconosciuto neppure dal nuovo governo italiano. Al generale restò solo la via dell’esilio sino alla morte a Londra nel 1970.

Vorrei che la Romagna attraverso il Comune di Predappio, a suo tempo beneficiario del valore militare di Anders, liberatore senza libertà patria, concedesse al generale la cittadinanza alla memoria come previsto dall’art. 114 della Costituzione Italiana, dal Testo Unico degli Enti Locali e dallo stesso Statuto del Comune; in mancanza di una disposizione comunale, in proposito, il Consiglio Comunale può votare a maggioranza un’apposita delibera.

Simile riconoscimento alla figura di Wladyslaw Anders, tantopiù se sostenuto da tutte le forze politiche di Predappio, sarebbe davvero un segno di riconciliazione e, ancora di più, un grande tributo al valore comune, condiviso della Libertà.
Non dimentichiamo come la memoria del generale polacco sia oggi affidata alla figlia Anna Maria Anders, attuale Ambasciatore di Polonia in Italia.

 

Nel ricordo, dunque, del generale Anders e del II° Corpo d’Armata Polacco, nella memoria di quanti caduti su fronti opposti, ma comunque italiani, sempre e soltanto italiani, un solo, eterno Viva la Libertà e sereno 25 Aprile.