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Saldi a settembre? un’ipotesi che sta facendo discutere

Cosa avverrà quando le serrande dei negozi riapriranno? La fase due dell’emergenza Covid-19 vedrà lentamente tornare alla normalità gli esercizi commerciali, all’incirca nel consueto periodo dei saldi estivi che quest’anno però potrebbero iniziare a settembre. Alcuni negozianti, si legge sul Corriere della Sera, intravedono la possibilità di vendere a prezzo pieno per tutta l’estate sperando in un’accelerata finale alle porte dell’autunno. L’idea tiene conto anche del fatto che probabilmente le città saranno piene durante i mesi estivi perché molte persone avranno già consumato le loro ferie. “Quando ho iniziato, nel 1979, la consegna della primavera era a febbraio e quella dell’estate a fine marzo. Sono stati il fast fashion e il pronto moda di Bologna a contaminare il mondo del lusso, che ha cominciato a seguire i tempi delle collezioni svelte: ora può essere il momento giusto per riportare la moda alle sue vecchie abitudini, per dare un minimo di respiro a una filiera che ha il fiato corto per la velocità che il sistema ha preso”, spiega Saverio Severini, storico agente di commercio, sulla scia di quanto auspicato anche da Giorgio Armani pochi giorni fa.

Perplessità dal fronte Confcommercio. Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa Vie Confcommercio Milano, ha un punto di visto diametralmente opposto: “Abbiamo preso in considerazione l’idea di farli a giugno, perché c’è dell’invenduto che rischiamo di trascinarci fino all’anno prossimo. Temo che dopo tutto quello che è successo le persone, senza saldi, non andranno a fare shopping”. A far scaturire queste riflessioni sembra esserci il timore che a settembre i clienti non abbiano voglia di comprare capi estivi, l’idea dei saldi anticipati sembrerebbe invogliare maggiormente all’acquisto. In attesa di nuove direttive statali il dibattito è ancora aperta.

articolo via pambianconews

Liceali salentini producono 700 visiere per gli ospedali con le stampanti 3D

È arrivato anche il plauso del Miur ad un gruppo di studenti di Galatina che in poche ore, coinvolgendo docenti, ingegneri e privati cittadini, hanno realizzato ben 700 visiere con le stampanti 3D da donare al personale medico degli ospedali pugliesi e del Sacco di Milano.

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La Germania con l’Italia ci prova sempre

Pochi Punti Precisi

Raffaele Panico

“Eppur si muove”, la celebre frase di Galilei, venne avvertita già nel 1984, almeno come una flebile sensazione che lo “status quo” di allora poteva essere in qualche misura ridefinito. Quel Muro che divideva l’Est dall’Ovest. Come quando perché e come potesse avvenire era in divenire. Oggi, dopo 30 anni passati dal 1989, in questi giorni per attenti osservatori, prima ancora degli storici, per l’interesse vitale dei comuni cittadini, anonimi e statistici, come ci vorrebbe Bruxelles, quel momento appare via via molto diverso e ribaltato. Quando il Muro di Berlino fu abbattuto dalla folla il 9 novembre dell’89 gli italiani videro appassionatamente l’evento e ne erano soddisfatti. Era stata ricostruita a fatica la relazione Italia e Germania dalle tragedie della prima e seconda guerra mondiale. A far data, giusto per mettere due chiodi fissi nel discorso, dalla “spedizione punitiva” del 24 ottobre 1917, capeggiata brillantemente dall’allora capitano Erwin Rommel, poi fatto suicidare da Hitler dopo l’“Operazione Valchiria”.

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L’ Avv. Taormina lancia il guanto di sfida al Premier Conte, alias Avvocato del Popolo

IL PRINCIPE DEL FORO CONTRO PALAZZO CHIGI 

Non poteva esser che un “Principe del Foro”, quale è l’avvocato Carlo Taormina, a denunciare alla procura di Roma, il Premier Conte, reo di aver perso tempo prezioso prima di emettere le ordinanze di chiusura. 
“Nel frattempo la massa di contagiati si è trasformata in una  massa di morti”. Il governo non ha tutelato gli italiani dal virus cinese, non prendendo immediatamente le giuste necessarie misure e così, tra febbraio e marzo, il numero delle vittime è salito inesorabilmente.

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Coronavirus, stop alle procedure di sovraindebitamento già omologate

Un Documento, rilasciato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti, fornisce le prime indicazioni operative per la gestione delle procedure di composizione della crisi.

Giancola: “In questa fase drammatica le piccole e medie imprese sono impossibilitate a rispettare i piani predisposti e omologati. Ma il Sovraindibitamento resta l’unica soluzione per sdebitare piccoli imprenditori e lavoratori autonomi per il post Covid-19. Normativa da semplificare

Riportiamo di seguito il comunicato stampa della Fondazione Nazionale dei Commercialisti

 

Roma 6 aprile 2020

In questa fase di estrema difficoltà economica le piccole e medie imprese che hanno già procedure di sovraindebitamento omologate sono sostanzialmente impossibilitate a rispettarle. Un dato di fatto che ci spinge e a sostenere che quelle stesse procedure vadano sospese”. E’ quanto afferma la consigliera nazionale dei commercialisti delegata alla materia, Valeria Giancola. “Siamo però convinti – aggiunge Giancola – che le procedure da sovraindebitamento restino la soluzione ideale per il dopo Covid-19 per esdebitare i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi. Quando si tratterà di ripartire e purtroppo migliaia di aziende del nostro Paese saranno in ginocchio, a quelle procedure si dovrà far ricorso. Ma bisogna sin d’ora lavorare per snellirle e rendere più agevoli e veloci”. Proprio su questo tema il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato oggi il documento: “Emergenza Covid-19: prime indicazioni operative per la gestione delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento”. Un documento, spiega Giancola, “che ha un taglio prettamente operativo. E’ quello che ci chiedono in questo periodo difficile tanti colleghi da tutti Italia. A quanti sono impegnati su questa materia e che fanno parte degli Organismi della categoria di Composizione della crisi, presenti a decine sull’intero territorio nazionale, diciamo che possono rivolgersi al Consiglio nazionale per indicazioni e informazioni”.

Lo studio pubblicato oggi indica alcune soluzioni interpretative che consentano di adeguare all’attuale contesto emergenziale le previsioni della legge n. 3/2012: si tratta, nello specifico, di indicazioni finalizzate non solo a richiedere al Giudice la sospensione dell’esecuzione degli accordi o dei piani omologati, ma altresì ad accordare al debitore la possibilità di modificare gli stessi, anche successivamente all’omologazione, al fine di agevolarne l’esecuzione e di semplificare, quanto più possibile, la prosecuzione dei procedimenti pendenti.

Più precisamente, oltre ad alcuni spunti di riflessione in ordine all’opportunità di procedere con future modifiche della normativa, i suggerimenti esposti nel documento sono volti a facilitare, in particolar modo, le imprese che stanno eseguendo piani in esecuzione di accordi di ristrutturazione precedentemente omologati e che sono, e saranno, fortemente colpite dalla sospensione delle rispettive attività.

Il documento analizza gli effetti che la sospensione dei termini processuali e, più in generale, il contesto emergenziale che stiamo vivendo, producono sulla gestione dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento pendenti e, più partitamente,  sulla “sorte” dei piani del consumatore ex art. 12-bis della legge n. 3/2012, ovvero degli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 12 della stessa legge che siano stati omologati e in relazione ai quali, l’esecuzione, è attualmente compromessa. Occorre, in tal senso, richiamare quanto disposto dalla decretazione d’urgenza con i differenti provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri  con cui, a causa della situazione di emergenza epidemiologica, il Governo ha previsto la sospensione di molte attività produttive.  E naturalmente considerare le significative ricadute economiche legate alla situazione di emergenza epidemiologica e alla sospensione delle attività lavorative e di impresa, attuata con i provvedimenti,  che potrebbero pregiudicare il puntuale adempimento degli obblighi assunti dal debitore nel piano, ovvero nell’accordo, già omologati. 

Lo studio si divide in due parti, nella prima spazio alle Indicazioni operative per la gestione degli accordi e dei piani omologati, e nella seconda focus sulle proposte per intervenire in modo incisivo sulla disciplina relativa alle modifiche dei piani nelle procedure di sovraindebitamento. 

 

Per maggiori informazioni clicca qui Sovraindebitamento_covid 19_def_

A 500 Anni dalla Morte di Raffaello Sanzio II°

PARTE SECONDA
L’OPERA DEL GENIO RINASCIMENTALE AL VATICANO

Quest’anno ricorrono i 500 Anni della Morte di Raffaello Sanzio. L’Urbinate moriva a Roma il 6 Aprile del 1520, alla giovane età di 37 anni. Tutte le iniziative culturali sono state sospese a causa della Pandemia del Coronavirus e si sono trasferite nel virtuale. Vogliamo offrire un breve PERCORSO alla “ricerca” e alla “scoperta” delle Opere di Raffaello realizzate per il Vaticano. Un percorso virtuale e mentale, che ci auguriamo di effettuare realmente non appena la Pandemia finirà.

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