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Reddito di cittadinanza, in arrivo il decreto attuativo

R.d.C.

La manovra economica è legge. La Camera dei deputati ha approvato il testo definitivo della legge di bilancio relativa all’anno 2019 la notte del 30 dicembre 2018, con 370 voti favorevoli,  70 contrari e diversi astenuti. Dopo un iter piuttosto travagliato, la legge 30 dicembre 2018, n. 145 è infine approdata in Gazzetta Ufficiale n. 302 del 31 dicembre 2018.

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Budapest: rimossa la statua di Imre Nagy

Prosegue, nella Budapest di oggi, la “purga delle statue” voluta da Orban: colpito anche Imre Nagy, eroe della Rivoluzione del ’56

All’alba del 30 dicembre, alla chetichella, a Budapest  il governo populista di Viktor Orban ha fatto rimuovere dalla piazza del Parlamento la statua di Imre Nagy, eroe della rivolta ungherese del 1956: il Primo ministro che, pur comunista (formatosi nell’ “apparatchik” staliniano moscovita negli anni 30), aveva avuto il coraggio,  nell’ autunno del 1956, di avviare in Ungheria un “Nuovo corso” (precursore diretto di quello, di 12 anni dopo,  di Dubcek a Praga), finendo poi impiccato, a giugno del ’58,  dal nuovo governo filosovietico di Janos Kadar.

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Un Libro contro la Società del Consumo: “I quaderni per una responsabilità pedagogica”

Katarzyna Beata Marciszuk è una saggista e studiosa biscegliese di origine polacca che ha pubblicato recentemente una interessante raccolta di saggi dal titolo “I quaderni per una responsabilità pedagogica”, edita da Monetti Editore. Con la prefazione del filosofo Fabio Squeo, il libro raccoglie gli interventi di Jean Baudrillard, Derek Parfit, Wojciech Chudy e Witold Gombrowicz.

Kasia_MarciszukLa ricerca pedagogica dell’autrice è una teoresi dai toni semplici, efficaci e denunciatari, dove il nucleo problematico è da rintracciare proprio nella costellazione delle osservazioni che ruotano intorno alla incapacità dell’uomo di cogliere i pericoli derivati dalla società del consumo, della multimedialità e del bieco formalismo.

L’essere umano è la pietra miliare della sua esistenza; è altresì il fondamento morale di una realtà in cui non vi è spazio per una identità rimediata e acquisibile mediante lo schermo delle convenzioni.

La raccolta “I quaderni per una responsabilità pedagogica” intende dunque recuperare un essere umano il quale non si riconosce più nella facoltà di gestire le proprie aspettative di vita associativa e personale.

L’uomo della multidisciplinarietà, della multimedialità, ha ceduto le proprie realtà, le proprie aspirazioni: più che agente si sente agito ed incapace di cogliere in sé ciò che veramente lo salva e lo realizza.

Resta tuttavia una profonda fiducia nell’Uomo nuovo e nella sua sempre rinascente possibilità di progettare il proprio destino contro ogni sorta di condizioni e di situazioni alienanti e disabilitanti.

Per maggiori informazioni, potete contattare il profilo Facebook dell’autrice:

I cento anni di Montecitorio: alla Camera la mostra sul progetto architettonico di Ernesto Basile

L’aula di Montecitorio, un secolo tra Arte e Storia

di FABIANA  LUCA*

Era il 20 novembre del 1918. La Prima guerra mondiale si era conclusa da poche settimane e il 20 novembre di quell’anno si svolgeva, solennemente, la prima seduta della Camera dei deputati nella nuova Aula di Palazzo Montecitorio, realizzata dall’architetto palermitano Ernesto Basile.

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Le mani in tasca agli Italiani… sempre e comunque, la Sinistra docet !

L’arte difficile della memoria, unica arma per non errare ancora

Tempi di burrasca, gli attuali mesi della politica italiana, che preoccupano o lasciano sospesi un po’ tutti, intenti a considerate le posizioni di ogni Partito per notare, ragionando, se è il caso di dar loro piena fiducia. Per cercare quella giusta coerenza che fa accettare le posizioni diverse di costoro, la memoria è l’arma e l’arte migliore: si riguarda a ritroso non tanto le parole, ma gli esiti dei fatti manifesti o, il più delle volte, compiuti in sotterraneo.

Ebbene, colpiti dalle proteste strazianti alla Carolina Invernizio di alcune parti, ecco un breve pensiero: le mani nelle tasche degli Italiani non sono state messe, un giorno non vicinissimo, a mezzanotte, pescando dai conti correnti di tutti, poveri e ricchi, senza nessun avviso, per forzare un equilibrio economico compromesso, per “entrare in Europa” ? Le tasse che aumentano, poi, hanno un lunghissimo iter di ripetizione annuale, da parte dei trentennali democratici di sinistra: una monetina qui, un lieve ritocco alle tariffe là, il biglietto che aumenta – di poco, naturalmente! – a fronte di trasporti da Malebolge dantesche, l’IVA, la spezzettatura ipocrita delle voci e dei tipi di tasse ed imposte per fare confondere nella giungla della burocrazia, il giro del mondo dell’immondizia sparpagliata qua e là per far business, e quante ancora ? Ed inoltre, quanti governi sono durati circa tre anni per permettere all’ultimo compagnuccio, in Parlamento solo per pochi giorni, di prendersi una pensione strabiliante?. Quante volte si è visto preferire un totale analfabeta alla guida solo perchè era dalla parte del partito mancino?

In questi trenta anni, l’unica politica per la famiglia è stata quella di scioglierla in un confuso mélange di colori che nessuno, meno i globalisti dell’Associazione composta da Istituti di Banche, di Rating, Finanze & Co., ha voluto, anzi. I numeri falsati di una Società di Psicologi a favore: quanti falsi oltre questo per pilotare l’uomo comune, non si sa. Quante famiglie possono crescere i figli, quali politiche etiche sono state mese in atto?

Quanti poveri ha fatto il globalismo in USA, che vanta di essi il maggior numero, e quanti disperati ha fatto in Africa, ed ora, nella valletta balbettante di ieri che era l’Italia, chi vuole ancora una conduzione economica sulla scia global? La politica sinistra, che considera l’offeso dalla delinquenza un delinquente, il ragazzo violento perchè i genitori devono essere “democratici”, non deve più parlare, lasci qualche scena madre almeno per riuscire a far ridere, ammetta che ha voluto disistruire e non istruire, disculturare e non educare, appiattire e donare malessere, malasanità, giustizia fumosa, protezionismi, delinquenza “rispettata” come i Casamonica.

Trenta anni fa, poco più o poco meno, si è impiantata la politica della compulsione alla spesa: migliaia di oggetti tutti uguali, differenziati solo dalla pubblicità: guardare le composizioni chimiche dei detersivi ad esempio. Non c’è bisogno di questa schizofrenica produzione nè di altre, non c’è bisogno di infinite scarpe, triliardi di vestiti e di cibi rococò; regolare i costumi, non seguire solo professioni alla moda nelle quali confluiscono tutti. C’è bisogno di comunicare: con l’angoscia della meta di una sfuggente ricchezza, non si comunica più. L’uomo è solo.

Per essere ricchi si truffa, si ruba, si tradisce, si uccide civilmente, si emargina, non si ascolta: che uomo è questo, non si sa. Non si crede più: la Natura è lontana dai microprocessori, distrutta da programmi fatti solo per guadagnare, da dinosauri edilizi che restano scheletri dopo avere reso tutto sterile: da più di trenta anni Cristo chiede se ai figli si daranno pietre al posto del pane, e vari Segretari strabuzzano gli occhi fintamente colpiti, e vari ministri del culto (quale?) lo scomodano per rivendere carne umana.

Guardare l’incanto musicale di una marea, ascoltare la lingua degli uccelli, lavorare per conoscersi,  e sentirsi sicuri ed umani: la meta non è divorare tutto, è amare tutto.

Marilù Giannone