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La cattiva memoria della viltà

Continua a serpeggiare una forma, immorale e fuori tempo, di odio politico rivolto ad un passato lontano più di settant’anni: è uno sconsiderato attacco alla memoria dei morti ammazzati, morti fascisti, così impropriamente definiti. Si polemizza addirittura sulla lapide commemorativa di una bambina, stuprata ed assassinata nel savonese nel lontano 1945; si discute in seno all’ANPI, sull’opportunità di questo ricordo, e, per chi ha letto la notizia, ha potuto constatare come l’innocenza di una ragazzina viene, in questi nostri giorni di political correct ed ipocrita buonismo, massacrata: la vittima è definita una “bambina fascista” . Non credo si possa aggiungere altro se non l’orrore e lo sgomento.

Non basta, l’Amministrazione Comunale milanese non ha ritenuto opportuno deporre, come atto di pietà, una corona di fiori nel campo X° del Cimitero Monumentale di Musocco, luogo dove sono sepolti i caduti della RSI. Ancora una volta si soffia sul fuoco della divisione nazionale, quando i superstiti di quella terribile stagione sono tutti, o quasi, scomparsi. Si vuole approfondire la spaccatura fra buoni e cattivi. La storia, quella scritta dai vincitori, ancora una volta, è fatta di omissioni ed intrisa di voluti errori.

In quel cimitero milanese non ci sono, come raccontato e scritto, i torturatori di “Villa Triste”, gli uomini della banda Koch, una formazione di polizia autonoma, già arrestati dalle stesse autorità di Salò, ma molti di quei giovani che con i reparti paramilitari, non avevano niente a che fare. Ci sono lì i resti mortali dei soldati di quella breve Repubblica, di giovani che di stragi e rappresaglie nulla sapevano, che indossavano la divisa con i gladi da richiamati o da volontari, la cui dignità era pari a quella dei tanti militari italiani deportati in Germania e fedeli al Regio Esercito. Combattenti veri, da una parte e dall’altra e non assassini , non artefici di vendette postume per interesse di parte al servizio di quelle potenze responsabili di pulizie etniche ed altre amenità tenute a lungo nascoste, come la polvere, sotto il tappeto.

Vittime, dunque, come tutti i caduti di quell’idea, comune, di salvare, almeno nella dignità, una Italia dilaniata, percorsa in lungo e largo da armate occupanti, dove l’Appennino era segnato da eccidi per rappresaglia e la Ciociaria oltraggiata da truppe coloniali complice il silenzio impotente di quelle autorità a Nord come al Sud, che avrebbero dovuto, in primo luogo salvaguardare la vita della nostra popolazione.

Riaccendere una inutile rivalità, con tutte le nefandezze di quel periodo, non serve se non come collante di una certa sinistra. Rispetto, occorre rispetto per i morti, così come è necessario occuparsi realmente del massacro sociale e morale che tutti, oggi, ci travolge.

Quinto Fabio Massimo

Da QUINTO FABIO MASSIMO – il Temporeggiatore –

alle odierne esigenze della POLITICA ITALIANA 

Il temporeggiatore è l’appellativo per definire Quinto Fabio Massimo, politico e generale romano. Già console durante la seconda guerra punica fu nominato anche dittatore. La sua strategia del temporeggiamento, tesa a logorare le forze nemiche senza combattere in campo aperto, non raccolse consensi se non dopo la sconfitta di Canne. Il generale e dittatore romano riuscì a infliggere ad Annibale attraverso una tecnica di guerriglia e di logoramento severe perdite.

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NEET… do you remember Mr. Padoa Schioppa ?

I NEET…. Sconfitta del presente, vittoria del FUTURO 

 

Chi sono i neet? Sono i not in education, employment or training, secondo l’acronimo inglese, cioè giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti né a scuola né all’università, che non lavorano né frequentano corsi di formazione o aggiornamento professionale e che si sono visti costretti a scegliere come stile di vita l’attesa, perché si sono convinti che cercare lavoro sia cosa vana.

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Ciò che l’Europa finge di non vedere

 11 settembre 1683, VIENNA  –  11 settembre 2001, NEW YORK 

L’11 Settembre 1683, dopo un durissimo assedio che concludeva l’ invasione sanguinosa delle terre danubiane, l’esercito agguerritissimo e determinato del Sultano Solimano subiva una pesante sconfitta a Vienna, che terminò radicalmente le volontà aggressive del principe islamico: la fuga rovinosa ed umiliante del suo Vizir Kara Mustafà fece trarre all’Europa intera un gran respiro di sollievo.

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L’Orlando fumoso in un governo di gaffeurs

UN GOVERNO PIRANDELLIANO, pieno di Uno , Nessuno … e  Centomila

Il politico che ama il potere per il potere si circonda di mezze cartucce o di persone che subiscono la sua soggezione e, incapaci di realizzare un’idea, di perseguire un obiettivo a favore della società, si prestano all’obbedienza ottusa. Così è stato quando dal cilindro del Quirinale sono usciti, in luogo dei nomi di personalità quelli di ministri inadeguati ed inetti da imporre al ragazzotto che si era permesso di conquistare la poltrona di segretario del PD e di sfrattare in malo modo l’inquilino di Palazzo Chigi (le riforme della Madia e della Boschi sono state massacrate dalla Corte Costituzionale, dal Consiglio di Stato e dal popolo italiano).

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Ricordando l’Inno del Piave ….”va fuori, straniero !”

UN’ ITALIA SENZA FUTURO,

perché priva di memoria verso i propri “Ricordi”

GRAZIE AD UNA INDEGNA CLASSE POLITICA ed AMMINISTRATIVA CHE ATTUALMENTE CI GOVERNA  

ROMA TODAY –  Quotidiano online della Capitale del 6 settembre, mercoledì, ha pubblicato la foto sgargiante e sgangherata di un “fratèlo” ospite che urina vistosamente su un monumento alla memoria. Il monumento si trova sulla via Cassia, è quello dedicato ai Caduti , a tutti i Caduti di Tutte le Guerre, a pochi passi da quello ai Caduti di Nikolajewka.

Così come nel quartiere Dalmata i monumenti ricordano l’esodo di Fiume, le Foibe: insomma entrambi i quartieri ed i monumenti in essi contenuti sono semplicemente sacri, si tratta di memorie dei militari e degli altri nostri fratelli che hanno sacrificato la loro vita per tutta l’Italia che, a questo punto, si mostra indegna, abbandonandoli a qualsiasi sfregio.

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