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I Massoni, questi sconosciuti

 

 

 

Un breve acquarello su una Corporazione maltrattata

 

Spesso si parla di Massoneria in termini assolutamente entusiasti, così entusiasti da fuorviare chi legge e lasciargli la trista impressione che lo si prenda in giro, oppure la si descrive come una rediviva creatura malefica tornata da chissà quale orrenda cavità da inferno dantesco. In entrambi i casi, si è in forte errore.

Massoneria, in termini linguistici, è l’Associazione di Costruttori di Templi. Massa, nelle lingue arcaiche europee, era il materiale solido, da lavorare, per costruire un luogo riparato: si veda il termine inglese “mason”, il francese “maison”, passato nell’italiano “magione”, il tedesco “Mass” ,misura.

Perchè Associazione di Costruttori? Perchè fin dall’antichità, sono i lavoratori d’eccellenza, gli autori di costruzioni dove si ricoverava la vita umana o dove si poteva sentire la presenza delle divinità. E’ certo che l’antico Egitto già aveva le Corporazioni di Costruttori, agli ordini dei Faraoni, che facevano erigere, come svolgimento precipuo della loro qualità di Figli di Ra, templi e sepolcri per la vita, divina, oltre la morte. E’ certo che i paesi vicini, semprechè fossero civilizzati, avevano anche loro la Corporazione di Muratori, che talvolta si prestavano a lavorare per gli altri: David e Salomone chiamarono una Corporazione dalla Fenicia, per il Tempio nel quale si sarebbe dovuta ospitare l’Arca. Nella Corporazione si scambiavano conoscenze tecniche per costruire, e regole geometriche che si mantenevano segrete.

La consuetudine si approfondì nel Medioevo, comprendendo anche i decoratori lapicidi, quali i Cosmati: le più belle costruzioni sacre sono state composte da Maestri Costruttori, dietro la guida di un Architetto. Per chi vede solamente una ripartizione di attività di lavoro, si fa presente che erigere un edificio sacro voleva dire imitare Dio, che ha costruito l’Universo con tutti gli ordini gerarchici e con l’essere umano, che s’impegna a mantenerlo equilibrato.

Questo avvolge di una particolare aura i Maestri Costruttori, e questa è stata la base per trasmettere arte ed idee con lo scambio di varie Corporazioni e dei suoi componenti. Il famoso segreto dei Massoni, tanto assurdamente temuto, non è che la via personalissima di ognuno per raggiungere Dio.

Era Maestro anche San Giuseppe, falegname è cattiva traduzione, ed era benestante come tutti i Maestri Edificatori.

Dov’è il male che tante menti tremebonde esprimono a proposito della Massoneria? Dov’è la minacciata distruzione del mondo paventata da Paolo Gulisano in “Domus Europa” del 21 giugno scorso? Ricordiamo che se si parla di distruzioni di civiltà, di uomini , di nature, questo è da ascriversi al Cattolicesimo, non alla Massoneria: chiunque non segua le sue idee, viene brutalmente eliminato, dove il Massone è solo un artista e poi un guerriero che, a norma della Regola di San Bernardo, doveva difendersi senza accanirsi, anzi, evitando inutili stragi; doveva correre in aiuto ai deboli, come nella battaglia di Hattin, quando i Templari difesero i Crociati, morendo per loro.

La prosecuzione dei Maestri Edificatori nella storia sono infatti i Templari, con opportune differenze dovute ai diversi ambienti e secoli, sterminati quasi tutti da un debole Clemente Papa e da un protervo, sanguinario Filippo il Bello re, gelosi, invidiosi del favore del quale i Monaci Guerrieri erano oggetto e della ricchezza che essi, sempre per la Regola, amministravano saggiamente ed in nome della Carità . Le lettere di credito romane erano state ripristinate, create nuove forme economiche, favoriti i viaggi.

Cristo era il loro vessillo, quel Cristo Vero, diverso dall’edulcorato fumetto buonista che si propina a grandi e bambini al catechismo, e su Cristo si fonda, dove altri si fondano sulla falsità di patrimoni e lasciti, sulla ignoranza di interpretazioni di traduttori improvvisati, sulla manipolazione della Novella esitata dagli ottanta ai quattrocento anni dopo la Ascensione.

Accusati di avere rapporti con il diavolo, dove i cattolici hanno rapporti esecrabili e violenti con i bambini; accusati di avere con le donne un contegno paritario accettandole come Dame, dove i papalini le considerano tuttora poco meno che merce d’uso, basta aprire un giornale. E così fino ad ora, dove permane la diceria incivile della dedica all’esoterismo, che è tutta una favola per spaventare le genti volutamente lasciate nell’ignoranza: non esiste la magia nera, è cosa buona per i romanzi, per mascherare la distorsione mentale nel gusto della violenza e nei confronti del sesso, demonizzato, con tutto l’orrore che ne consegue, dai cattolici: bugie per sottomettere e fare schiavi, menzogne per sfruttare e portare a complessi, suicidi, dolori, cattive scelte di vita, rapporti umani ridicoli e folli .

Attualmente, la Massoneria resta nel suo nucleo formante, ciò che è stato secoli fa: ricerca del Sé e vicinanza del prossimo, risalita verso il Creatore attraverso la conoscenza: parola che i cattolici preferiscono sostituire con pensiero unico, occhiuto controllo del dato stabilito – come avveniva nelle scienze, si veda Galileo, Bruno, e nelle scienze umane con la Censura religiosa,- il dubbio o i limiti alle ricerche anche archeologiche: quale bene vuole il Cattolicesimo ? Bugie: santa Cristina copre Voltumna; santa Margherita, visto che è donna e Dea Madre di Cortona, è una prostituta ravveduta, a san Gennaro nessuno ha esaminato il sangue, se ne avrebbero delle belle. E tutto ciò detto senza malanimo: ci sono anche persone deliziose fra i Cattolici, e carogne fra i Massoni, ma per conoscerli davvero non sono utili le chiacchiere, o le voglie di voto che porta Rosy Bindi ad attaccarli: la Massoneria si conosce e si giudica dal suo interno. I migliori dei suoi iniziati hanno dentro una cosa che gli altri forse non hanno più o non hanno il coraggio di avere: il fuoco segreto, cioè la capacità di amare.

Marilù Giannone

Orwell e la politica del Grande Fratello

La politica come “il grande fratello” ?

________________________Rossella DI PONZIO *

Da giorni ormai qualsiasi mezzo di informazione diffonde la notizia dell’elezione del candidato premier del Movimento 5-stelle, avvenuta tramite voto online. Sorge spontanea una domanda: perché affidarsi al voto elettronico che come in molti sanno può essere manomesso e quindi non veritiero e non continuare a votare alla vecchia maniera? Dobbiamo nasconderci dietro la parola democrazia o dobbiamo dare ragione a chi ben 70 anni fa aveva premeditato tutto ciò?

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Nostalgia del XXVIII Ottobre

                    NOSTALGIA della MARCIA su ROMA ?

 Sì al Museo di Predappio che studi e racconti davvero il Fascismo !

 __________________  di FRANCO D’EMILIO 

A quasi un mese dalla ricorrenza della Marcia su Roma ecco che la memoria di quel fatidico 28 ottobre 1922 riaccende il contrasto tra fascismo e antifascismo con espressioni, spesso, di reciproca acuta ostilità, spinta anche da un moto di nostalgia: da una parte, nostalgia di chi rimpiange il Ventennio, dall’altra nostalgia di chi rimpiange che la resistenza non si sia tradotta in una efficace, duratura “bonifica” della società, della politica italiana dalla persistente presenza e professione di idee, comportamenti, legati al ricordo, se non addirittura al culto, del trascorso regime.

Così, in prossimità della data della Marcia su Roma, torna, ancora più esasperato, il tema della nostalgia e, soprattutto, dei nostalgici del fascismo, magari in visita a Predappio per un omaggio ai luoghi natali e alla tomba del Duce, esibendo simboli, pure nell’abbigliamento, e saluti di chiara celebrazione fascista, affollando negozi di souvenir storici, non sempre apprezzabili per il loro messaggio.

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La Corte Costituzionale e il reddito di cittadinanza

LA CORTE COSTITUZIONALE HA DATO RAGIONE AL M5S

Uno dei pilastri fondamentali dell’impalcatura di politica socio-economica del M5S, per ridare dignità ai cittadini, per rimettere in moto gli scambi, i consumi interni, il lavoro e quindi per riattivare il ciclo economico depresso da tanti anni di crisi, è il reddito di cittadinanza. Questa proposta, formulata nelle aule parlamentari agli albori della legislatura iniziata nel 2013, è stata respinta e giudicata con disprezzo dalle altre forze politiche e dai commentatori dei vari talk show sempre pronti a lisciare il pelo al potere.

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La cattiva memoria della viltà

Continua a serpeggiare una forma, immorale e fuori tempo, di odio politico rivolto ad un passato lontano più di settant’anni: è uno sconsiderato attacco alla memoria dei morti ammazzati, morti fascisti, così impropriamente definiti. Si polemizza addirittura sulla lapide commemorativa di una bambina, stuprata ed assassinata nel savonese nel lontano 1945; si discute in seno all’ANPI, sull’opportunità di questo ricordo, e, per chi ha letto la notizia, ha potuto constatare come l’innocenza di una ragazzina viene, in questi nostri giorni di political correct ed ipocrita buonismo, massacrata: la vittima è definita una “bambina fascista” . Non credo si possa aggiungere altro se non l’orrore e lo sgomento.

Non basta, l’Amministrazione Comunale milanese non ha ritenuto opportuno deporre, come atto di pietà, una corona di fiori nel campo X° del Cimitero Monumentale di Musocco, luogo dove sono sepolti i caduti della RSI. Ancora una volta si soffia sul fuoco della divisione nazionale, quando i superstiti di quella terribile stagione sono tutti, o quasi, scomparsi. Si vuole approfondire la spaccatura fra buoni e cattivi. La storia, quella scritta dai vincitori, ancora una volta, è fatta di omissioni ed intrisa di voluti errori.

In quel cimitero milanese non ci sono, come raccontato e scritto, i torturatori di “Villa Triste”, gli uomini della banda Koch, una formazione di polizia autonoma, già arrestati dalle stesse autorità di Salò, ma molti di quei giovani che con i reparti paramilitari, non avevano niente a che fare. Ci sono lì i resti mortali dei soldati di quella breve Repubblica, di giovani che di stragi e rappresaglie nulla sapevano, che indossavano la divisa con i gladi da richiamati o da volontari, la cui dignità era pari a quella dei tanti militari italiani deportati in Germania e fedeli al Regio Esercito. Combattenti veri, da una parte e dall’altra e non assassini , non artefici di vendette postume per interesse di parte al servizio di quelle potenze responsabili di pulizie etniche ed altre amenità tenute a lungo nascoste, come la polvere, sotto il tappeto.

Vittime, dunque, come tutti i caduti di quell’idea, comune, di salvare, almeno nella dignità, una Italia dilaniata, percorsa in lungo e largo da armate occupanti, dove l’Appennino era segnato da eccidi per rappresaglia e la Ciociaria oltraggiata da truppe coloniali complice il silenzio impotente di quelle autorità a Nord come al Sud, che avrebbero dovuto, in primo luogo salvaguardare la vita della nostra popolazione.

Riaccendere una inutile rivalità, con tutte le nefandezze di quel periodo, non serve se non come collante di una certa sinistra. Rispetto, occorre rispetto per i morti, così come è necessario occuparsi realmente del massacro sociale e morale che tutti, oggi, ci travolge.

Quinto Fabio Massimo

Da QUINTO FABIO MASSIMO – il Temporeggiatore –

alle odierne esigenze della POLITICA ITALIANA 

Il temporeggiatore è l’appellativo per definire Quinto Fabio Massimo, politico e generale romano. Già console durante la seconda guerra punica fu nominato anche dittatore. La sua strategia del temporeggiamento, tesa a logorare le forze nemiche senza combattere in campo aperto, non raccolse consensi se non dopo la sconfitta di Canne. Il generale e dittatore romano riuscì a infliggere ad Annibale attraverso una tecnica di guerriglia e di logoramento severe perdite.

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